In data 5 luglio, si è tenuto presso la Cgil Nazionale il primo incontro del Coordinamento Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile della Cgil. l’Ufficio Nazionale Sostenibilità e Rsi vi ha partecipato con il proprio Coordinatore. Di seguito diamo sintesi dell’incontro.
Riccardo Sanna – Responsabile dell’Area Sviluppo Cgil Nazionale- Nell’introdurre la riunione ha sottolineato che l’obbiettivo è la creazione di una piattaforma che racchiuda le proposte della Cgil in tema di Sviluppo Sostenibile e di “occupazione verde”. Siamo, come Cgil, nell’alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. A fine luglio parteciperemo ad una Sessione sull’ambiente dell’ONU.
Gianni De Cesari – Responsabile Green Economy ed Economia Circolare– De Cesari ha ricordato nella sua relazione che la Cgil ha partecipato alla Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile organizzando un Convegno (31 Maggio 2017) dal titolo “Verde è lo Sviluppo” partendo dalla considerazione che bisognava intervenire sulle due grandi crisi della nostra era: la crisi economica e la crisi ambientale (vedasi anche il programma Cop 21 e i 17 punti sullo sviluppo sostenibile dell’Onu). La crisi del lavoro e dell’occupazione è evidente a tutti, la crisi ambientale non trova sufficiente risposta nella Agenda di Parigi. Vi è poi una terza questione che è quella dell’intervento dello Stato per sviluppare l’occupazione ed i “diritti dell’Ambiente”. Nella discussione viene affermato che il nostro Paese deve rispondere all’Onu sulle politiche ambientali perché su questa questione il Governo italiano è ancora assente e l’Onu non ha ancora il Piano per lo Sviluppo Sostenibile dell’Italia ad una settimana dalla riunione internazionale. Per quanto riguarda l’Economia circolare vi è un grande dibattito a livello europeo, mentre in Italia il dibattito non è ancora decollato, a partire dalla futura crisi delle materie prime di origine fossile e non rinnovabili. L’Economia Circolare si divide in due parti: la produzione delle materie prime (riprogettazione, durata, riciclo del prodotto) e la gestione dei rifiuti. Il dibattito europeo è molto avanzato a partire dal programma del Sindacato Europeo, e dalla tematica energetica. Questi ragionamenti dovrebbero portare anche ad aggiornamenti “sostenibili” sulle piattaforme contrattuali.
Vittorio De Martino – Responsabile delle Politiche per il Territorio. De Martino ha affermato che è necessario sviluppare una politica di tutela del Territorio (a partire dalle falde acquifere) e di bonifica delle aree industriali dismesse dagli elementi inquinanti della produzione. Sono aree che devono essere riqualificate per nuovi insediamenti industriali o per uso commerciale/civile. La Cgil ha fatto grandi battaglie nelle Conferenze dei Servizi Territoriali per l’utilizzo delle risorse per le bonifiche di quelle aree. Esiste, poi, il problema dei Parchi, anche in ragione della nuova Legge, in discussione in Parlamento e che trasforma i Parchi Nazionali in Enti Economici snaturando le finalità degli stessi. Il rischio è che nei Parchi il bilancio economico abbia una influenza maggiore della tutela stessa delle Aree Naturali, cambiandone la Governance della gestione. E’ uno stravolgimento pesante rispetto alla realtà fino ad oggi conosciuta. Per quanto riguarda il consumo del suolo, il Dipartimento Nazionale collabora con la Flai e la Fillea Nazionali per apportare emendamenti alla Legge in discussione.
Simona Fabiani – Responsabile Cambiamenti climatici e Beni Comuni– Nella relazione introduce dei dati molto significativi: il problema più grave attualmente è l’inquinamento dell’aria che produce ogni anno in Italia 84.400 morti, soprattutto nel Bacino Padano. Ma i cambiamenti climatici stanno anche causando migrazioni di intere popolazioni a causa delle crisi idriche, della siccità e della desertificazione dei territori, in particolari nei Paesi Sub Sahariani. Intervenire su questi fattori creerebbe inoltre una crescita (a saldo) del 4%. Solo in Italia la Green Economy potrebbe portare circa 900mila nuovi reali posti di lavoro. E’ necessaria una “contrattazione territoriale per lo sviluppo sostenibile” che parli di riqualificazione energetica degli edifici, delle politiche dei trasporti del dissesto idrogeologico, della crisi idrica (In Italia si consumano mediamente 245 litri di acqua al giorno per persona, contro una media europea di 18° litri)…
E’ seguito, poi, il dibattito che ha visto una pluralità di interventi. L’intervento del nostro Ufficio, dopo aver manifestato apprezzamento per l’iniziativa, ha messo in relazione la crisi economica, la crisi ambientale e la crisi del settore del Credito, indicando nella Green Economy, nella Finanza buona e sostenibile e nel finanziamento da parte del settore del Credito alle iniziative di Green Economy (nel suo insieme) la chiave di volta per uscire dalla crisi in modo veramente diverso da come si era entrati, cioè con uno sviluppo, un’economia ed una finanza sostenibile.
Nelle sue conclusioni la Segretaria Nazionale Confederale Gianna Fracassi ha ribadito lo scopo di questo nuovo Coordinamento: porre le basi per una discussione nuova sullo Sviluppo sostenibile in Confederazione, promuovere azioni di Categoria e Territoriali nella definizione di nuovi criteri nella costruzione delle Piattaforme di Categoria e Territoriali dando un contributo al Piano del Lavoro della Cgil nella creazione di nuova occupazione legate ai temi ambientali. Prossimo appuntamento ad ottobre.
In definitiva un’iniziativa che dimostra ancora una volta il ruolo sempre più importante del nostro Sindacato nel far delineare la traccia di un nuovo Sviluppo sostenibile a salvaguardia dell’Ambiente, delle Future Generazioni e dell’Occupazione. Traccia che l’Ufficio Nazionale Sostenibilità e Rsi della Fisac-Cgil vuole contribuire a realizzare.