Banche Venete: al via la trattativa, chiusura 600 filiali, 3.900 persone con esodo volontario

Nel corso dell’incontro di oggi – 6 luglio – l’Azienda ha ribadito lo scenario e le motivazioni che hanno portato all’operazione delle ex Banche Venete, sottolineando i vincoli posti da UE:

  • chiusura di 600 filiali nel perimetro degli ex Gruppi Banche Venete,
  • riduzione di 3.900 persone di cui almeno 1.000 nelle ex Gruppi Banche Venete,
  • integrazione dei sistemi informatici e della gestione dei rischi,
  • soppressione dei marchi.

Per la gestione degli esuberi si procederà con l’esodo volontario.

Intesa Sanpaolo propone l’adesione volontaria al Fondo di Solidarietà in due fasi:

  • una prima fase per chi matura il diritto a pensione entro il 31/12/2024 per il perimetro ex Gruppi Banche Venete, con le uscite a partire dal 1/10/2017,
  • una seconda fase, solo dopo la verifica degli esiti in merito al raggiungimento delle 1.000 adesioni nel perimetro ex banche venete, per il personale del gruppo Intesa Sanpaolo che matura i requisiti pensionistici al 31/12/2022 fino al raggiungimento delle ulteriori circa 3.000 riduzioni previste.

Per quanto riguarda i Contratti Integrativi Aziendali, l’Azienda ha comunicato che sono superati dal 1° luglio, con mantenimento in via transitoria dei trattamenti di welfare (previdenza, assistenza sanitaria, condizioni agevolate e ticket) e dei trattamenti economici percepiti al 30 giugno, nelle more di un confronto, da iniziare a settembre, che dovrà essere finalizzato al controllo dei costi.

Tutto l’impianto è condizionato alla conversione in Legge del Decreto governativo.

La trattativa prosegue oggi 7 luglio.

da fisac Intesa Sanpaolo

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