Venerdì 26 maggio i lavoratori di Equitalia hanno scioperato e sono tornati a manifestare in piazza Montecitorio.
Hanno chiesto al Governo :
- Il confronto sul FUTURO PREVIDENZIALE della categoria prima che il Ministero del Lavoro decida la destinazione delle risorse del Fondo di previdenza integrativo dei lavoratori esattoriali, come previsto dalla riforma fiscale, art.1 comma 9/bis legge225/2016.
- La destinazione all’Ente Pubblico Economico, che nascerà il 1 luglio, delle risorse economiche che realizzino nei fatti l’autonomia organizzativa e finanziaria prevista dalla riforma fiscale e consentano il rinnovo del CCNL scaduto il 31 dicembre 2010.
- La garanzia del futuro occupazionale, il mantenimento dell’area contrattuale di provenienza ed il rispetto delle professionalità per i lavoratori di Equitalia Giustizia che il 1 luglio diventerà una società le cui azioni saranno detenute dal Ministero delle Finanze.
Allo sciopero ha aderito oltre il 75% dei colleghi e sono rimasti chiusi la quasi totalità degli sportelli. Il messaggio inviato dai lavoratori di Equitalia al Governo è stato forte e chiaro e la categoria ha dato ancora una volta dimostrazione di compattezza e determinazione chiedendo equità e giustizia.
Questo risultato non era scontato perché dobbiamo purtroppo constatare che, anche in un momento così delicato per il nostro futuro, nel quale è necessario acquisire la garanzia del recupero delle somme versate da ogni lavoratore nel fondo di previdenza e del rinnovo del contratto nazionale ed è al contempo indispensabile consolidare il diritto al mantenimento del posto di lavoro, messo in discussione da battaglie corporative, alcune organizzazioni sindacali stanno cercando irresponsabilmente di dividere i lavoratori.
Gli attacchi degli ultimi giorni vanno ben oltre la rappresentazione di posizioni diverse rispetto all’analisi del momento ed agli strumenti da utilizzare. In un crescendo di livore e di strumentalizzazioni, alcune sigle sindacali hanno cercato di dissuadere i lavoratori dall’aderire allo sciopero, fingendo di ignorare o sottovalutando quanto una eventuale cattiva riuscita dello stesso, se i lavoratori li avessero ascoltati, sarebbe ricaduta su tutta la categoria indebolendola. Fra queste organizzazioni si è posta UGL, nonostante avesse condiviso per anni il percorso unitario ed abbia anche partecipato unitariamente alla decisione ed alla proclamazione, in data 11 aprile, dello sciopero del 26 maggio, dimenticando persino di revocarlo per tempo.
Per quanto l’unità sindacale sia sempre da ricercare quale precondizione per ogni scelta talvolta è già accaduto, nel tempo, che talune organizzazioni si siano trovate divise per aver effettuato scelte diverse, ma la gravità del momento dovrebbe imporre comportamenti e valutazioni più responsabili, ed evitare decisioni che tendono a vanificare il sacrificio economico sostenuto dai colleghi.
E’ purtroppo un pessimo segnale. Un segnale che fa il paio con l’iniziativa della Dirpubblica, che nel portare avanti gli interessi dei suoi associati non si fa scrupolo di impostare una battaglia legale che rimette a rischio il posto di lavoro di quasi 8000 lavoratori della riscossione, cercando di imporre loro, per continuare a lavorare, una prova selettiva di concorso pubblico.
La battaglia dei lavoratori di Equitalia continua
in tutte le sedi per spingere il Governo a tener conto delle richieste degli esattoriali che rivendicano DIRITTI e non PRIVILEGI.
Roma, 29 maggio 2017
Le segreterie nazionali