dal sito Repubblica.it
I posti in banca crescono Il Piemonte “rivede” quota 30mila dipendenti
di Stefano Parola
LE BANCHE piemontesi sono tornate a creare posti di lavoro. A fine 2016 risultano essere più di 30 mila i dipendenti degli istituti presenti in regione, un valore mai così alto dal 2009. E quest’anno il numero dovrebbe salire ancora: «Ci aspettiamo nuove assunzioni. Non parliamo di numeri mostruosi, ma è comunque il segnale che il trend si è invertito», evidenzia Giacomo Sturniolo, segretario regionale della Fisac-Cgil. Sul futuro però pesano soprattutto due incognite: la ristrutturazione e la digitalizzazione nel sistema finanziario.
È esattamente a questo tema che il sindacato dei bancari Cgil oggi dedica il suo consueto workshop annuale (dalle 10 nella sala Carpano di Eataly, via Nizza 230, con, tra gli altri, Pietro Sella, Cristina Balbo di Intesa Sanpaolo e Marco Nava di Ubi Banca). Si parte da un dato ormai assodato: l’effetto delle grandi fusioni è svanito. Il risiko bancario che dieci anni fa ha portato alla fusione di Banca Intesa e San Paolo ha lasciato sul campo quasi 11 mila posti in Piemonte, spariti tra il 2008 e il 2010. Poi però le banche subalpine sono tornate a rimpolpare gli organici. E le ultime operazioni chiuse a livello nazionale spaventano meno: «Il riassetto di Ubi non dovrebbe incidere sul Piemonte, mentre ci aspettiamo ripercussioni da Banco Bpm», spiega Sturniolo. Il nuovo istituto nato dall’unione tra Banco Popolare e Bpm crea infatti qualche sovrapposizione di sportelli nella parte est del Piemonte, ma, dice il sindacalista, «la situazione non dovrebbe essere drammatica». In più, aggiunge, «dovremo vedere gli effetti dei tagli annunciati da Unicredit ».
La digitalizzazione, però, è un altro discorso. I dati raccolti dalla Fisac-Cgil raccontano di un calo costante del numero di filiali in Piemonte: dal record di 2.716 del 2008 si è scesi ai 2.368 dell’anno passato (meno 13 per cento). Rispetto a dieci anni fa Intesa ha 106 sportelli in meno solo nel Torinese, altri 119 li ha chiusi Ubi in tutta la regione negli ultimi sette anni, così come sono sparite pure 17 sedi di Montepaschi. E nei prossimi anni Unicredit intende eliminare altri 130 sportelli circa nel Nord-Ovest.
In fondo, i clienti si fanno vedere sempre meno allo sportello. Lo testimoniano i numeri delle persone che sfruttano l’home banking, ossia la possibilità di controllare i risparmi e di fare operazioni da casa con pc, tablet o smartphone: le famiglie erano quasi 1,3 milioni nel 2007 e sono diventate 2,3 milioni alla fine del 2016, mentre le imprese piemontesi che usano queste tecnologie sono lievitate da 139 mila a 219 mila.
È una tendenza destinata a continuare: «Apple ha già lanciato il suo sistema di pagamento via smartphone, Samsung si sta muovendo e poi c’è Satispay che sta funzionando bene», elenca il segretario regionale della Fisac. Per questo stamattina il discorso sarà incentrato soprattutto sulla digitalizzazione: «Porterà un taglio del lavoro tout court, come sostiene qualcuno, oppure ci sarà un trasferimento da certi tipi di mansioni ad altre?», si domanda Sturniolo.
Qualche risposta sta già arrivando negli ultimi mesi: «Le uscite di lavoratori riguardano soprattutto le filiali, mentre si assume di più negli uffici che non sono a contatto con il pubblico, soprattutto figure con una preparazione tecnica specifica», nota il leader della Fisac Piemonte. La Cassa di Asti ha avviato una selezione che riguarda in prevalenza figure più tradizionali, Intesa Sanpaolo e Sella invece sono soprattutto di informatici, matematici, scienziati dei dati. «È un trend che pensiamo possa continuare », dice Sturniolo. Perché ora la vera sfida delle banche è un’altra: «Il bancario — commenta il sindacalista — non sparirà, però non sono ancora chiari gli effetti di concorrenti che si sono specializzati nei piccoli scambi di denaro e che in futuro potrebbero togliere anche altre fette di lavoro al sistema bancario».
23 maggio 2017 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
IL RILANCIO
Ci aspettiamo altre assunzioni: non parliamo di numeri mostruosi ma è il segnale che il trend si è invertito
I TIMORI
Il riassetto di Ubi non dovrebbe incidere sull’area. Ci saranno effetti invece con Bpm nell’area est della regione
IL FUTURO
Il bancario non sparirà, cambierà mansioni. Le uscite riguardano le filiali, si allargano gli spazi per figure tecniche
AL TIMONE DELLA FISAC
Giacomo Sturniolo (Cgil bancari) ha promosso il convegno di oggi sul futuro delle banche