28 aprile Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro

Per la Costituzione italiana il lavoro è un “diritto” e la Repubblica ha il compito preciso di renderlo “effettivo” per tutti i cittadini, i quali, a loro volta, hanno il “dovere” di “svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Uno degli elementi che rendono “effettivo” questo diritto è sicuramente la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro e la Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro celebra proprio questa condizione, che rende davvero pieno il diritto al lavoro consentendogli di far progredire e crescere l’intera società.

La cultura della sicurezza sul lavoro ha trovato, soprattutto dopo la rivoluzione industriale, grandi ostacoli in visioni mercificanti e in logiche di capitalismo liberista tese alla sola ricerca dell’utile e alla riduzione sconsiderata dei costi di produzione. Quest’ultima, il più delle volte, coincideva con il taglio dei costi relativi alla sicurezza per i lavoratori e con la scarsa, se non addirittura assente, attenzione alla salute sui luoghi in cui si veniva chiamati ad operare.

Si sono così registrati tantissimi incidenti, soprattutto nel Novecento, che hanno portato alla morte di un numero sproporzionato di uomini, donne e bambini. Evidentemente, accanto ai casi più celebri e riportati dagli organi di informazione, ce ne sono stati tantissimi altri che hanno avuto la sorte di essere stati assorbiti dall’oblio della non conoscenza o pubblicizzazione, ma che restano egualmente indelebili nella memoria dei parenti, dei colleghi e di quella società civile sana che non può e non vuole dimenticarli.

Ad ogni modo, quei sacrifici sono serviti a far cambiare gradualmente tante condizioni ed a far nascere e sviluppare una scienza della salute e della sicurezza sul lavoro, che a sua volta ha dato vita ad una vera e propria “cultura” che, seppur con difficoltà e con ancora tanti passi da compiere, si può ormai definire collettiva.

Ancora oggi, però, ogni anno, sono oltre 313 milioni i lavoratori che hanno infortuni non mortali sul lavoro, ovvero 860.000 al giorno. Ogni singolo giorno, 6.400 persone muoiono per un incidente sul lavoro o per una malattia professionale, 2,3 milioni di morti l’anno. Con questi numeri, gli incidenti o le malattie legate al lavoro possono certamente essere considerate come uno dei principali problemi sanitari a livello globale.

La Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro è stata istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).

L’ ILO è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. I suoi principali obiettivi sono: promuovere i diritti dei lavoratori, incoraggiare l’occupazione in condizioni dignitose, migliorare la protezione sociale e rafforzare il dialogo sulle problematiche del lavoro. L’ILO è l’unica agenzia delle Nazioni Unite con una struttura tripartita: i rappresentanti dei governi, degli imprenditori e dei lavoratori determinano congiuntamente le politiche ed i programmi dell’Organizzazione. L’ILO è l’organismo internazionale responsabile dell’adozione e dell’attuazione delle norme internazionali del lavoro. Forte dei suoi 186 Stati membri, l’ILO si prefigge di assicurare che le norme del lavoro siano rispettate sia nei principi che nella pratica.

La Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro intende richiamare l’attenzione sul tema della sicurezza, promuovendo, a livello internazionale, azioni congiunte delle varie parti coinvolte.

La Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro è commemorata il 28 aprile di ogni anno, con lo scopo di ricordare i morti sul lavoro e la lotta per garantire che i lavoratori non vengano uccisi in futuro. Una campagna di sensibilizzazione per portare agli occhi dell’opinione pubblica un argomento sempre all’ordine del giorno e che è condiviso a livello mondiale. La celebrazione fa parte integrante della strategia globale messa a punto dall’OIL per promuovere la creazione di una cultura sulla sicurezza e prevenzione dei rischi, in modo che possa diventare parte del processo lavorativo, non un obbligo.

Una cultura nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro significa una cultura nella quale venga rispettato il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e salubre a tutti i livelli; per realizzarlo i governi, i datori di lavoro e i lavoratori devono impegnarsi a definire i diritti, le responsabilità e i compiti di ognuno, accordando la massima priorità al principio di prevenzione.  La prevenzione è sempre la migliore risposta ad un problema, tanto più quando i rischi in questione possono mettere in pericolo le vite umane.

L’Italia dispone di una regolamentazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro – in larga parte contenuta nel decreto legislativo n. 81 del 2008, più volte modificato in questi anni, anche noto come testo unico di salute e sicurezza sul lavoro – del tutto rispettosa delle previsioni comunitarie e assolutamente completa. Ciò nonostante, permane una limitata consapevolezza in molte aziende e in troppi lavoratori della importanza della necessità di prevenire gli infortuni e le malattie professionali; ciò è un ostacolo enorme al miglioramento dei dati infortunistici impedendone una decisiva diminuzione, come tutti ci auspichiamo.

Le statistiche nazionali (fonte INAIL) ci dicono che gli infortuni negli ultimi dieci anni sono complessivamente calati di oltre il 25%. Il dato è incoraggiante ma del tutto insufficiente perché ancora in Italia abbiamo troppi morti sul lavoro e danni sociali che si aggirano sui 40 miliardi di euro, per i costi di sostegno alle famiglie delle vittime e per quelli di recupero dei lavoratori infortunati. Occorre, quindi, una accelerazione delle politiche nazionali e locali di contrasto al fenomeno, tanto più necessaria ove si consideri che le malattie professionali sono in costante e notevole crescita anno per anno.

Solo se si lavora assieme per prevenire infortuni e malattie si possono ottenere buoni risultati. Insomma, le aziende devono fare quanto necessario (peraltro, imposto chiaramente e specificamente dalla legge) per progettare e gestire adeguatamente la sicurezza dei propri lavoratori e questi ultimi devono collaborare (ad esempio, andando con entusiasmo e consapevolezza ai corsi di formazione in materia o usando i previsti dispositivi di protezione quando necessario) applicando sempre e ovunque le procedure di salute e sicurezza a tutela di sé stessi e dei propri colleghi.

La formazione è lo strumento per eccellenza per migliorare le conoscenze di tutti in materia di salute e sicurezza sul lavoro e acquisire la dimestichezza con i comportamenti “sicuri”.

Non possiamo inoltre dimenticare che oggi parlare di Salute nei luoghi di lavoro significa anche parlare di “benessere lavorativo” intendendo con esso tutte le condizioni organizzative, relazionali e ambientali che rendono positivo  e salubre il luogo dove si lavora. E’ ormai diffuso il concetto di stress da lavoro correlato, denominato in Europa “stress psicosociale” cioè di una condizione di malessere a volte anche profondo che mina la salute delle persone anche se non in modo  immediatamente rilevabile.

Condizioni di organizzazione del lavoro pressanti, una catena gerarchica rigida, il non coinvolgimento nei processi decisionali, scarsa autonomia, pressioni commerciali e produttive, sistemi valutativi e retributivi non trasparenti  e discriminanti possono  minare portare ad una condizione di profondo disagio psichico e fisico, tale da minare  la salute delle persone.  Si tratta di rischi diversi da quelli diretti ma che comunque la legislazione italiana prevede debbano essere rilevati  nel Documento di valutazione dei rischi, per prevenirne le conseguenze. IL costo sociale delle conseguenze anche di questo tipo di rischi è forse più sommerso ma certamente importante e ormai innegabile e ancora molto resta da fare per accrescerne consapevolezza e prevenzione.

Nella Giornata Mondiale per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro, in virtù delle numerose iniziative diffuse in tutto territorio nazionale, si riesce a coinvolgere e ad indirizzare l’attenzione degli italiani verso la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro ed è una di quelle rare, anzi rarissime, occasioni in cui il dramma delle morti sul lavoro riesce a trovare un po’ d’attenzione a livello istituzionale.

Dobbiamo, purtroppo, rilevare che sino ad oggi, però, questa giornata è stata vissuta solo come una celebrazione che, per sua natura, dura poche ore: il 28 sera cala il sipario, il livello di attenzione sull’emergenza si abbassa e il 29 aprile si ricomincia a morire da Nord a Sud del Paese in una tragedia che si consuma nel quasi totale silenzio dei media e della politica.

Noi, invece, siamo convinti che dovremmo fermarci a pensare all’importanza di tale evento che non deve essere valorizzato, come accade per certe ricorrenze, in un unico giorno all’anno: il ruolo delle donne, l’amore, la sicurezza e la salute  dovrebbero essere pretesi e valorizzati quotidianamente, sempre, perché le date sono strumenti convenzionali che, però, riescono a mettere in luce questioni magari tralasciate. Quindi approfittiamo anche noi della giornata mondiale per ricordare a tutti l’importanza di garantire ambienti di lavoro umani, vivibili e sicuri a beneficio di tutta la società.

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