Bankitalia: famiglie sarde più indebitate

L’indebitamento e la vulnerabilità finanziaria delle famiglie sarde sono tra gli aspetti principali dell’analisi dell’economie regionali realizzata dalla Banca d’Italia. Il giorno dopo la divulgazione del «Bollettino economico», lo scenario che si prospetta in Sardegna è decisamente cupo. I consumi sono ridotti, come ha confermato anche l’osservatorio aggiornato della Findomestic, i redditi hanno perso potere d’acquisto, più incertezza sul lavoro, disoccupazione e l’incontro tra inflazione e stagnazione. L’unico spiraglio di speranza è per il secondo semestre dell’anno quando Bankitalia immagina timidi segnali di ripresa a livello nazionale; un’indicazione che nell’isola potrebbe però arrivare ancora dopo. Se la ripresa rallenta i tempi, l’indebitamento delle famiglie sale. Prendiamo i mutui. Secondo gli ultimi dati a disposizione della Banca d’Italia la quota di famiglie sarde che hanno un mutuo da pagare sono il 18,5 per cento con un debito che in valori assoluti, supera di poco i sessantaseimila euro. Sono però tantissime le persone che non riuscendo a “onorare” i pagamenti si sono rivolte alla propria banca per ricontrattare le scadenza. (In base a un accordo le banche devono dilazionare i pagamenti di coloro che hanno perso il lavoro o hanno subìto gravi lutti). «L’aumento dell’indebitamento ha accomunato tutte le macroaree», si legge nel report della Banca d’Italia sulle economie regionali, «ma è risultato più rapido nel Mezzogiorno». Il credito finalizzato al consumo, che rappresenta solo una parte dell’indebitamento, «incide in misura rilevante in Calabria, Sicilia e Sardegna e in misura più contenuta nelle regioni del Nord Est».
A questo proposito, Stefano Martini, direttore dell’Osservatorio Findomestic invita tutti coloro che usano le carte revolving «a controllare il Taeg e non il Tan. Sono due indicatori del tasso da pagare ma solo il primo rappresenta il costo globale». Le offerte sono tante e c’è preoccupazione nel mondo del credito per quelle carte revolving (quindi con una linea di credito prefissata e la possibilità di pagare il debito a rate), sempre più spesso adoperate all’interno dei grandi centri commerciali per acquistare beni alimentari. Il rischio è che la famiglia in difficoltà si ritrovi a pagare il pane e la pasta con interessi a doppia cifra. Dai dati di Bankitalia risulta che la voce principale dell’indebitamento familiare resta quella del mutuo per l’acquisto dell’abitazione. (La seconda voce di indebitamento è l’automobile). E’ interessante la ripartizione del debito a seconda del reddito. In Sardegna la quota di famiglie indebitate vede prevalere la classe di reddito alta, (il 14,9 per cento con un ammontare del debito di sessantamila euro a famiglia); segue la quota di famiglie con redditi medi, (il 9,9%) e quindi coloro che si collocano nella fascia dei guadagna medio bassi (7,7%) e bassi (6%). Più vulnerabili, secondo Bankitalia, le famiglie della classe media, le più esposte. Quello che una volta era il ceto medio e che con un solo stipendio viveva dignitosamente, ora è stato spazzato via e spinto verso la soglia di povertà. E’ proprio nel ceto medio che è cresciuta la quota di famiglie che non sono riuscite a pagare in tempo una o più rate negli ultimi dodici mesi e sempre in questa fascia ci sono state le maggiori difficoltà a gestire le spese domestiche, sino a operare scelte e priorità di pagamento.

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