Le OO.SS. di Veneto Banca in passato, durante tutte le fasi caratterizzate da crescenti complessità e criticità puziendali, hanno sempre ricercato e raggiunto, unitariamente, soluzioni per la salvaguardia dell’occupazione e del salario delle lavoratrici e dei lavoratori di Veneto Banca.
Pur nelle incertezze e precarietà dovute a diversi Progetti industriali presentati dall’azienda e sistematicamente cassati per i molteplici capovolgimenti della governance, la contrattazione, definita dal 2013 in avanti, ha garantito stabilità e tenuta dei livelli occupazionali, attraverso la stabilizzazione di centinaia di lavoratori giovani e difesa delle tutele della contrattazione di secondo livello (polizza sanitaria, contribuzione a previdenza integrativa, welfare, ecc.).
Tutto questo ha comportato significativi sacrifici a carico delle lavoratrici e dei lavoratori, compatibili e comprensibili solo se inquadrati nel preciso contesto ‘di sistema’ e ‘di azienda’ vissuto tempo per tempo. Ne citiamo a titolo esemplificativo i più rilevanti: ipotesi di stand alone, possibili aggregazioni che potessero garantire su basi solide un processo strutturato di rilancio (vedi BPER, UBI), ipotizzata quotazione in borsa per la ricapitalizzazione.
In merito alla ipotizzata e prospettata fusione con BPVI, permangono le forti preoccupazioni per le ricadute di questo progetto: continuiamo a sostenere le incongruenze sia sul piano occupazionale che industriale di tale ipotesi. Più volte abbiamo espresso la nostra fortissima contrarietà a questa prospettiva di aggregazione che porterebbe a maggiori debolezze piuttosto che generare valore, in particolare nelle comunità dei territori coinvolti, oltre che a inevitabili, rovinose e irrimediabili ricadute occupazionali.
La fusione, secondo noi, cadrebbe in contraddizione anche in merito alle imprescindibili necessità ed aspettative di ripresa aziendale e di recupero reputazionale.
La posizione delle scriventi OO.SS. è stata più volte espressa e modulata sia attraverso la stampa e, i media sia nelle preoccupate dichiarazioni delle Segreterie Aziendali e Nazionali.
Non sono certamente mancati i numerosi comunicati aziendali, oltre allo stato di agitazione proclamato dalle scriventi, e tuttora in essere, e culminato nella manifestazione del 16/11/2016.
Ribadiamo che ogni ipotetica soluzione che preveda riduzioni strutturali dei livelli occupazionali e retributivi sarà dalle scriventi osteggiata e combattuta in tutti i modi e in tutte le sedi possibili.
Le lavoratrici ed i lavoratori di Veneto Banca non sono più disposti ad accollarsi ulteriori sacrifici se non in una reale ottica di obiettivi chiari, prospettici, perseguibili e univoci.
Siamo assolutamente consapevoli della necessità di coinvolgere tutti attraverso assemblee che non potranno che essere necessariamente convocate a valle dell’apertura del tavolo negoziale dopo che verrà presentato l’imminente Piano industriale.
Auspichiamo altresì che la Vigilanza europea, le Istituzioni nazionali e europee, la politica locale e nazionale, si impegnino per una attenta e ponderata valutazione sulle prospettive della Banca e che analizzino, con la massima attenzione, le pericolose e potenziali ricadute economiche, sociali e industriali del progetto di aggregazione di due ‘malati terminali’.
Inoltre pretendiamo che chi ha il compito di prendere decisioni si assuma tutte le responsabilità di una tale/ipotetica deriva industriale e occupazionale i cui aspetti e ricadute sono ancora adesso difficilmente delineabili.
E’ tempo di far sentire la nostra voce!
Se non ora quando!!! Montebelluna, 26 gennaio 2017
COORDINAMENTI AZIENDALI VENETO BANCA FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
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