“I lavoratori sono l’unico vero valore aggiunto di una banca acquistata a prezzo simbolico”. Aprire subito un confronto con i sindacati. Questo chiede la Fisac. Sia a Banca Italia che alla futura proprietà di Nuova Banca Etruria. E il primo argomento è l’occupazione.
“Non è accettabile che questo tema sia appannaggio esclusivo delle indiscrezioni della stampa – commenta Maria Agueci, responsabile Fisac in Nuova Banca Etruria. I giornalisti fanno il loro mestiere e lo stesso facciano le loro fonti, discutendo di questi problemi con i sindacati e non con i media. Non è accettabile una strategia imprenditoriale che spiana preliminarmente il terreno tentando di accreditare come inevitabili tagli al personale, riduzioni di trattamenti economici e normativi, chiusura di filiali e snellimento dei centri direzionali. Tutto questo per poi chiamare i sindacati a prendere atto di quanto già deciso”.
La Fisac Cgil è decisa a non accettare questa strategia. “Non solo è vecchia e scontata ma non tiene assolutamente conto della realtà di questa banca – sottolinea Maria Agueci. I lavoratori non sono un costo ma l’unico valore aggiunto dell’azienda. Parliamo di dipendenti qualificati e professionali che hanno concorso in modo determinante, tra mille difficoltà, disagi e importanti riduzioni salariali e sacrifici professionali, alla ripresa della banca e alla sua tenuta in questo drammatico e lungo periodo”.
Agueci evidenzia che il compratore di Nuova Banca Etruria “farà un vero affare, procurandosi presenza sul territorio, raccolta e impieghi ad un costo simbolico. E in presenza di questo affare, il tema della difesa dell’occupazione deve essere preventivamente posto come oggetto di confronto negoziale, atteso che il taglio del lavoro si è ovunque dimostrato una scorciatoia fallimentare, retaggio di politiche economiche a corto raggio che hanno realizzato solo impoverimento e disagio sociale”.
E il tema occupazione si lega a quello del piano industriale della futura banca e quindi alle strategie non solo per i lavoratori ma per le imprese del territorio. “Penso che quanto accaduto fino ad ora debba far considerare il futuro della Banca nel contesto più generale di quello dei territori interessati. Un impoverimento complessivo dell’istituto, sia in termini occupazionali che di strategia locale, sarà un danno notevole per tutte le comunità locali interessate. Il tema non è quindi solo dei dipendenti e dei sindacati ma anche delle istituzioni locali, regionali e nazionali”.
La Fisac Cgil chiede quindi una consapevolezza diffusa della svolta che si annuncia per la banca. “Fino ad ora abbiamo esaminato e conteggiato gli errori. La mala gestione durata anni, che ha condotto al tracollo dell’azienda, e per la quale i veri responsabili non sono ancora stati riconosciuti e puniti; il breve commissariamento, che nulla ha determinato per rilanciare e risollevare l’istituto; la risoluzione delle 4 banche che altro non ha fatto che scaricare il peso ed i costi della caduta della banca su risparmiatori e dipendenti, questi ultimi trasformati in bersaglio e oggetto di colpa e discredito e chiamati a risponderne penalmente. Vogliamo poi ricordare la disparità di trattamento riservata a noi e alle altre 3 banche poste in risoluzione, rispetto ad altre vicende analoghe, per le quali si è alacremente lavorato per trovare ben altre soluzioni? La lista di errori è molto lunga – conclude Maria Agueci.
Adesso evitiamo di aggiungerne un altro. E questo è possibile solo affermando la difesa incondizionata dell’occupazione quale primo e necessario investimento per il rilancio della Nuova Banca Etruria. La Fisac monitorerà, a tutti i livelli, l’andamento delle trattative”.