L’assemblea di Federcasse del 25 novembre u.s., volutamente sospesa nel tentativo estremo di ricercare una soluzione unitaria dei nuovi assetti del Credito Cooperativo, dopo la riforma, si è conclusa il 20 dicembre con la presa d’atto della impossibilità di addivenire alla costituzione di un solo “Gruppo Bancario Cooperativo” nazionale.
La costituzione di più Gruppi Bancari Nazionali del Credito Cooperativo, a nostro avviso, è in totale contraddizione con le dichiarate volontà di mantenimento della specificità, dell’autonomia, della territorialità, della mutualità e dei valori del Credito Cooperativo stesso. Quindi, dopo aver ottenuto sostanziali e consistenti modifiche delle norme della riforma, fino a definirla “autoriforma”, oggi si gioca a spaccare la necessaria unicità del Sistema, indispensabile per l’autonomia di molte Banche di Credito Cooperativo, che rappresentano in molti territori oramai gli unici presidi per garantire servizi bancari e, soprattutto, combattere il fenomeno dell’usura.
Del resto, alla specificità del Credito Cooperativo Italiano:
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non ci aveva creduto la BCE, negando il riconoscimento del cosiddetto “principio di proporzionalità”;
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non ci avevano creduto, inizialmente, i regolatori immaginando una riforma del Credito Cooperativo che omologasse le BCC alle banche ordinarie;
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sembrerebbe non crederci oggi la stessa Governance del Credito Cooperativo alla luce delle “scelte” che sta effettuando.
Gli egoismi di pochi stanno determinando decisioni poco lungimiranti, con atteggiamenti a volte incomprensibili, con il rischio di cancellare in poco tempo 130 anni di storia e di valori della cooperazione di credito.
Intravediamo purtroppo il rischio di indebolire così il Credito Cooperativo ancor più di quello “pre-riforma”, rendendolo contendibile a capitali “non pazienti” che pregiudicherebbero la “biodiversità” della cooperazione di credito.
Abbiamo confidato nella saggezza degli amministratori del Credito Cooperativo, non interferendo nel loro dibattito interno che eravamo certi fosse finalizzato al bene comune del Credito Cooperativo e non a scelte di potere che invece, purtroppo, sembrerebbe siano prevalse.
Infatti, allo stato, le decisioni assunte portano ad una divisione del Sistema del Credito Cooperativo con la costituzione di più gruppi nazionali; auspicando che ci siano ancora margini di ripensamento, come FISAC CGIL del Credito Cooperativo sollecitiamo una necessaria ulteriore riflessione sulle conseguenze che inevitabilmente questa scelta comporterà sia per l’intero Sistema che per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ed in coerenza con quanto da noi affermato in tutte le occasioni di confronto e consultazione (con Federasse e con i regolatori), quali rappresentanti dei lavoratori, ribadiamo i principali cardini con cui la Riforma dovrebbe preservare e valorizzare il Sistema del Credito Cooperativo:
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Il rafforzamento di coesione e sinergie per risolvere le ben note criticità gestionali e strategiche;
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Un ottimale allocazione delle risorse patrimoniali per semplificare le filiere e potenziare l’efficienza;
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Il miglioramento della “governance” del Sistema tendente a ridurre la concorrenza interna piuttosto che accentuarla;
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Cogliere l’opportunità di un cambiamento (cessione di sovranità in cambio di sostegno patrimoniale per le BCC) per difendere i tratti distintivi della cooperazione secondo i principi di mutualità, dimensione territoriale, democrazia economica.
Ribadiamo la necessità di una attuazione della Riforma che rafforzi unità, solidarietà e coesione a difesa dei livelli occupazionali.
Una Riforma che non sia CONTRO le lavoratrici e i lavoratori, ma CON essi!
E la Fisac CGIL è pronta (da tempo) a svolgere il proprio ruolo a cominciare dall’individuazione di strumenti di solidarietà nazionali in difesa dell’occupazione.
Dunque, se siamo ancora nel “Terzo tempo del Credito Cooperativo”,
allora l’obiettivo della Riforma resta quello della “coesione integrata” e non quello di una concorrenza spietata!
Con l’occasione un augurio di buone feste.
” Il socio della cooperativa non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato: dev’essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme».” ( Papa Francesco )
Michele CERVONE – Fabrizio PETROLINI
Nota Fisac Dic 2016 – La rottura è servita