Lo Steering Group (cioè il direttivo mondiale) di UNI Finance si apre con relazione della Presidenta (..in Brasile esiste il femminile!) Rita Berlofa, che fa un quadro non semplice della situazione politica e sindacale nel mondo, partendo dal Brasile, suo paese, passando dalla Corea, dove il Segretario Generale ha conosciuto il carcere per la sua attività. Per continuare, le Filippine dove due colleghi sono stati arrestati per aver esercitato il loro legittimo diritto a parlare contro le pratiche irregolari di vendita nella Development Bank of the Philippines. E per concludere l’elezione di Trump.
Segue il saluto coinvolgente di Philippe Jennings (Presidente visionario di UNI Global) che sottolinea come oggi non si possa più parlare di post crisi, ma di una nuova fase nella quale le aziende di tutti i settori si fanno più aggressive. A tutto ciò ci deve essere una risposta forte da parte nostra, movimento sindacale mondiale, nel fare esattamente il nostro lavoro: organizzare e rappresentare.
La giornata scorre pienissima con la rappresentazione dei Presidenti regionali (cioè dei rappresentanti delle parti del mondo, definite “Regioni”, in cui è costituita la rappresentanza di UNI Global Finance). America del Sud, Africa, APRO (cioè Asia e Giappone), Europa.
In comune tante difficoltà, la consapevolezza che la nostra forza passa dalla capacità di organizzare sindacalizzare, spesso in contrapposizione a governi ostili.
Ci vengono presentati i risultati del questionario conoscitivo sull’applicazione delle regole di Basilea, nella prospettiva di intervenire nel processo di costruzione di Basilea III.
Infine, Michel Budolfsen presenta il tema della digitalizzazione, che sarà poi oggetto della Conferenza di UNI Europa Finance del giorno dopo. Apre le porte ad una grande voglia di discutere, capire, proporre.
Per la Fisac interviene Fabio Alfieri, che mette in relazione l’aggravio post crisi delle pressioni commerciali, che rischiano di aumentare anche in relazione all’avvento della digitalizzazione, per la costante contrazione dell’attività tradizionale. Il tema è strettamente legato al Modello di Banca del futuro che noi vogliamo e a come ci arriviamo riqualificando i lavoratori, interrompendo la fase di riduzione degli organici a favore della ricollocazione degli stessi nei nuovi lavori, senza aspettare che gli effetti ci arrivino addosso: siamo noi a dover dettare l’agenda, proporre il nostro modello di banca futura.
Si parla sempre di più di diritto alla disconnessione, in relazione alle pressioni psicologiche che subiscono lavoratori.
Può essere un’opportunità nell’ottica della redistribuzione della ricchezza e del benessere prodotto con la digitalizzazione della produzione.
La giornata si chiude con la richiesta di inviare una lettera di solidarietà con i nostri colleghi arrestati da far arrivare al governo delle Filippine.
Il 22 novembre ci ritroviamo presto per un’ora di steering Group (direttivo) europeo prima della conferenza. Tra le comunicazioni: il lavoro del dialogo sociale in rapporto ai CAE e le Trade Union Alliances; il rispetto dello statuto nella rappresentanza di genere. La CGIL costituisce davvero una buona pratica. Mario Ongaro interviene per porre l‘attenzione su due questioni cruciali per rafforzare il ruolo sindacale negli organismi europei come i CAE .
La prima è il rapporto tra le T.U.A. (Trade Union Alliances) ed i rispettivi CAE, poiché dal reciproco riconoscimento politico fra questi due livelli dipende buona parte dell’efficacia del ruolo sindacale nei CAE, tenendo conto che la Direttiva assegna al dirigente sindacale delegato da UNI un ruolo limitato alla sola fase di negoziazione dell’Accordo che istituisce il CAE e soltanto in qualità di esperto.
La seconda questione è il percorso in atto per una possibile revisione appunto della Direttiva 2009/38, dove un problema fondamentale ed estremamente concreto è il drammatico sotto-utilizzo che mediamente le prassi consolidate nei CAE hanno finora fatto dei diritti e delle procedure previste dalla Direttiva per agevolare un ruolo efficace dei CAE stessi, in particolare drammaticamente sottoutilizzato è il diritto alla consultazione.
In questo senso, prima ancora di immaginare una revisione profonda dell’attuale Direttiva (peraltro difficile dati gli attuali rapporti di forza nel Parlamento EU), occorre un’azione del Sindacato Europeo (CES, UNI EUROPA, INDUSTRIALL ecc.) tesa a promuovere e ad assicurare la piena e puntuale applicazione della Direttiva attuale e degli importanti diritti/spazi di efficace rappresentanza del lavoro che questa potenzialmente garantisce.
Fabio Alfieri interviene in merito alla decisone sul CAE AXA della seduta precedente, che non è stata rispettata dal Presidium (Segreteria). Il Presidente si è impegnato a porre la questione in discussione nel prossimo incontro.
Alle 10.03, con soli 3 minuti di ritardo, inizia la Conferenza di UEF. Il Presidente Michael Budolfsen ci presenta il lavoro dell’ultimo anno; ci presenta una piccola, grande vittoria del nostro lavoro in UNI in difesa della contrattazione collettiva e che ha costretto la European Bank Authority ad emendare le proprie linee guida, con le quali tentava di sorpassare ridurre il valore della contrattazione nazionale.
Ci introduce nel tema della digitalizzazione, con spunti di riflessione e criticità: la digitalizzazione non è solo una questione di macchine, ma rappresenta un cambio epocale nel nostro modo di concepire la vita ed il lavoro. Le soluzioni digitali, che oggi sono nelle mani delle nuove società, perché le vecchie non investono abbastanza, devono servire le persone, non il contrari (scrivere meglio). Come movimento sindacale dobbiamo accettare la sfida e dirigere il cambiamento per e con i nostri rappresentati.
Facciamo la conoscenza di Amelia, la prima “impegata” digitale, capace oggi di rispondere al 90% delle domande che le formulano gli utenti del settore pubblico.
Simon Ousager, Danimarca, ci presenta il progetto sviluppato con l’appoggio del FinansForbundet, il sindacato danese della finanza: un vivaio di imprese Fintech, che vive negli uffici sindacali. In un mondo digitale, dove il luogo di lavoro diventerà sempre più un non-luogo, astratto ed isolato, (questo è un esempio di come si possa organizzare sindacalmente questo futuro)???? C’è stata una proposta?
I lavori si dividono in 4 sessioni differenti:
- Come la digitalizzazione impatterà sui luoghi di lavoro e come il movimento sindacale può giocare un ruolo attivo promuovendo buone pratiche assicurando contemporaneamente le condizioni adeguate.
- Il presidente della Federazione Europea dei Banchieri presenta lo studio fatto da loro sulle possibilità di crescita con la digitalizzazione nella finanza.
- Il sindacato resta un attore essenziale. Come si può crescere nella Industria Fintech e aiutare economia e società ad affrontare equamente questa sfida.
- Le competenze per il futuro: quali competenze per gli addetti saranno rilevanti nel futuro e come ottenerli.
Su questo tema, interviene Anna Maria Romano: La digitalizzazione riempie un vuoto esistenziale della nostra epoca, ma, allo stesso lo aumenta. Riempiamo questo spazio. Contrattare per tenere dentro ogni nuovo lavoro. Parlare di Ri-qualificare è già insufficiente. Dobbiamo affrontare il bisogno di competenze nuove e di parametri differenti per misurarle: la produttività in senso tayloristico che usano le aziende non è in grado di definire il vero lavoro svolto e lo sarà sempre meno.
Questo vale anche per noi sindacalisti, chiamati ad affrontare e contrattare un mondo che non conosciamo: tanta formazione ed informazione; nuove forme di lotta (es.: dello sciopero virtuale di IBM, anche se già obsoleto). Conoscere significa anche ascoltare quali sono i bisogni nuovi e trasformarli in diritti. Ma anche svolgere un’azione culturale di consapevolezza che coinvolga anche i nuovi lavoratori, che oggi sentono le nostre battaglie un peso obsoleto. Dare forza ad un nuovo movimento sindacale transnazionale.