Il rischio rapina

Nel settore bancario  il rischio rapina è uno dei rischi più significativi nell’impatto sulla salute e sicurezza del lavoratore, non solo dal punto di vista fisico. È un rischio psicosociale specifico del settore ed ha la peculiarità che deriva dall’attività criminosa posta in essere da terzi.

La rapina, anche quella tentata e non riuscita è di per se un evento traumatico perché improvviso e inatteso.

I danni potenziali sono rappresentati da traumi fisici che possono arrivare fino alla morte e da traumi psichici tra cui il disturbo post-traumatico da stress (DTPS).

I lavoratori del settore bancario possono incorrere in forme di sofferenza psichica anche senza subire rapine, per il solo fatto di temerle. La sofferenza è correlata alla struttura caratteriale delle persone ed a loro eventuali precedenti esperienze di rapine o di altri episodi violenti non necessariamente in ambito lavorativo.

L’intensità dello stress percepito e/o il perdurare nel tempo possono portare alla malattia professionale causando un danno biologico.

Per queste motivazioni ed in ottemperanza alla direttiva europea 89/391 per la quale inosservanza l’Italia è stata condannata nel 2001 dalla Corte di Giustizia Europea, le aziende bancarie devono mettere in atto misure di prevenzione, deterrenza e formazione/informazione.

ABI con la sottoscrizione dei  protocolli d’intesa con le Prefetture e con le forze dell’ordine per prevenire la criminalità in banca riteneva di aver assolto all’obbligo legislativo ma nel marzo 2010 la Conferenza Stato-Regioni, emanò le “linee di indirizzo per prevenire o ridurre i danni fisici e psichici dei lavoratori bancari, correlati alle rapine”. Queste linee guida, condivise da ABI e dalle OO.SS.,  hanno avuto il grande pregio di ricondurre il tema del rischio rapina nell’alveo della corretta filosofia prevista dal D.L.vo 81/08 chiarendo, tra l’altro, che i protocolli sottoscritti da Prefetture, Abi e banche non sono un surrogato della valutazione del rischio rapina che va operata così come per tutti gli altri rischi e per ogni singolo punto operativo,  tenendo conto delle specificità legate al sito analizzato,

Alla fine questo processo valutativo, e solo in questo momento,il datore di lavoro, consultato preventivamente il RLS, decide le misure di deterrenza da adottare per quel sito, quali da es.   metal detector, vigilanza, video sorveglianza, temporizzatori di denaro, frazionamento del contante, marchiatura e tracciabilità del contante, bussole, oltre alla formazione del personale che concerne anche la gestione dell’evento, del post evento e del pronto soccorso.

Le misure di prevenzione e deterrenza adottate, hanno prodotto il cambiamento della tipologia delle rapine che sono diminuite nel  numero ma sono diventate più traumatiche dal punto di vista psichico in quanto spesso  avvengono a sportello chiuso e mezzi forti aperti con ingresso dei malviventi dal sottosuolo o da locali confinanti non in uso e con infrazione di infissi a volte anche violente. Sono di più lunga durata, si possono espletare  con la  presa in ostaggio e vengono effettuate prevalentemente da bande ‘organizzate’ anche con armi da fuoco.

Dopo una rapina o tentata rapina è molto importante che il lavoratore si sottoponga a controllo medico: pronto soccorso nei casi più gravi e medico curante oltre al medico competente. Per quest’ultimo solitamente le aziende attivano la visita solo per le rapine valutate come traumatiche da parte del medico competente. Suggeriamo al lavoratore di fare richiesta sempre della visita del medico competente nelle modalità previste dall’organizzazione aziendale.

In Europa siamo il paese  con il maggior numero di rapine ma con il minor numero di denunce per infortunio sul lavoro derivante da rapina in banca.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di dare comunicazione all’Inail dei dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza di almeno un giorno (la denuncia riguarda anche l’assenza prescritta dal medico o dal pronto soccorso per trauma, danno o stress dovuto alla rapina).

Secondo studi recenti circa il 70% dei lavoratori bancari vive quotidianamente uno stato di ansia legata alla paura di subire l’evento criminoso e solo questo è un buon motivo per occuparci di questo rischio per poter agire al meglio il ruolo di RLS e/o RSA.

Photo by foilman

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