
Secondo indiscrezioni rimbalzate oltremanica, Barclays avrebbe avviato un piano per tagliare del 15% la sua forza lavoro in Asia, Giappone incluso, soprattutto nel settore dell’investment banking. La misura, già intrapresa ad esempio da Morgan Stanley, segue il basso livello di marginalità generato dalle tradizionali attività di supporto alla sottoscrizione di azioni e bond, di advisory in generale e di consulenza nelle attività di finanza straordinaria. Il secondo istituto del Regno Unito, che ha cambiato i vertici nella scorsa estate dopo l’esplosione dello scandalo Libor, ha anche da poco avviato la riduzione degli organici in Europa, sempre per quanto riguarda le posizioni dell’investment banking. I tagli dovrebbero riguardare circa 2 mila dipendenti. Anche Lloyds Banking Group ha avviato un piano di licenziamenti da oltre mille unità.
La seconda banca tedesca, Commerzbank, ha invece annunciato che nel giro di quattro anni dovrà lasciare a casa tra le quattro e le sei mila persone. Secondo un memo interno citato da Bloomberg le sforbiciate riguarderanno tutte le unità a livello globale, mentre dovranno partire a breve le trattative con i sindacati. “Se vogliamo raggiungere i nostri target di profittabilità in questo contesto economico ancora negativo dobbiamo mettere mano alla struttura del personale”, si legge nel memo a firma del consigliere responsabile per le risorse umane, Ulrich Sieber. I licenziamenti forzati saranno l’ultima ratio per la banca guidata da Martin Blessing, che al culmine della crisi finanziaria e dopo l’appesantimento dovuto all’acquisizione di Dresdner Bank, ha ricevuto fondi statali per oltre 18 miliardi di euro. Dal 2008 manca il dividendo, e per ritornare a utili stabili Blessing ha anche annunciato la cessione del 40% dei suoi asset non-core. L’obiettivo, per la banca che conta oltre 1.200 filiali e una delle reti più capillari in Germania, è raggiungere un rapporto cost-income del 60% nel 2013. Il titolo Commerznank è tra i peggiori oggi sul listino di Francoforte. La Germania è stata di recente toccata anche dalle mosse di Unicredit, che entro il 2014 farà dimagrire la controllata tedesca Hvb di mille unità.