A giugno 2016 la quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel nostro Paese ha superato quella proveniente da fonti fossili. Su base annua è dal 2014 che il contributo delle rinnovabili sull’elettricità consumata si è stabilizzata attorno al 35-40%. L’Italia, inoltre, vanta il record mondiale (tra i paesi industrializzati) del contributo da parte del “solare fotovoltaico” al mix elettrico: l’8%.
Dieci anni fa, quando nella Legislatura 2006-2008 si avviò la riforma degli incentivi alle rinnovabili, il nostro Paese aveva meno pannelli solari dell’Austria.
Era un settore di nicchia e residuale rispetto al costosissimo progetto di ritorno al nucleare, che solo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima convinse a chiudere definitivamente.
Nel 2011 su un totale mondiale di 263 miliardi di dollari investiti in energie pulite, oltre il 10% (28 miliardi) era nel nostro Paese. Vi è stata una minor sofferenza rispetto alla concorrenza cinese sui pannelli fotovoltaici in quanto il “cuore tecnologico” era ed è soprattutto italiano. Anche nei grandi impianti fotovoltaici cinesi o statunitensi spesso gli “inverter” sono toscani od emiliani.
Capacità innovative che si sono dimostrate all’avanguardia anche nel “solare termodinamico” (una tecnologia in grado di sfruttare l’energia del sole immagazzinandola). Cosi come si è capito che in alcune aree d’Italia (Toscana, alto Lazio, Umbria e Campania) vi è una straordinaria risorsa come quella “geotermica” che può portare a piccoli impianti a ciclo chiuso che sono sicuri e non inquinanti.
Non vi sono solo luci, ma anche delle ombre. La stagione degli incentivi per il fotovoltaico è terminata nel luglio del 2013 (a differenza della Germania che ha scelto una via più graduale d’uscita).
Intanto nel campo dell’efficienza energetica in edilizia iniziano a vedersi i primi risultati. Dopo il successo dell’ecobonus -207 miliardi di investimenti a fronte di 12.5 milioni di interventi tra il 1998 ed il 2015- solo il 2014 ha prodotto 28.5 miliardi di investimenti e 425.000 posti di lavoro tra diretti ed indotto.
Gli incentivi come l’ecobonus sono sicuramente positivi (dicono alla Vice-presidenza di Legambiente), ma funzionano per i condomini nei centri delle città; quello che occorre è un sistema che accompagni questo processo di efficientamento energetico, per esempio, facilitando l’accesso al credito e calmierando i prezzi dei costi di progettazione, altrimenti diventa difficile, per molte categorie di cittadini, poter usufruire degli incentivi.
Ogni anno lo Stato spende 1.3 miliardi solo per dare energia alle scuole. Un piano complessivo che abbatta i costi di progettazione e la burocrazia per convertire gli Istituti scolastici italiani alle energie rinnovabili avrebbe un impatto che nel periodo medio-breve si ripagherebbe da sé consentendo di allocare diversamente i risparmi.
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