da consiglio.regione.fvg,it – (ACON) Trieste, 18 ott – RCM – Le rappresentanze sindacali aziendali di Fabi, First-Cisl e Fisac-Cgil di Hypo Alpe-Adria-Bank hanno avuto un incontro con i componenti la I Commissione del Consiglio regionale e con la presidente della Regione, Debora Serracchiani, tra gli auditi sulla procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge 223/1991 già iniziata per 110 dei 280 dipendenti italiani della banca austriaca: 50 su 186 in Friuli Venezia Giulia; 35 su 48 in Veneto; 25 su 42 in Lombardia. Per altri 34, invece, si prospetta il reimpiego in Banca Valsabbina di Brescia, che ha acquistato 7 agenzie (2 a Brescia e 1 rispettivamente a Bergamo, Verona, Vicenza, Schio e Modena) e un portafoglio di mutui in bonis di circa 150 milioni di euro. Per gli altri, il licenziamento è previsto tra il 2017 e il 2018. Da parte del gruppo bancario quantomeno l’impegno, nei confronti dei clienti, del rimborso integrale dei loro depositi.
Hypo Alpe-Adria-Bank – è stato ricordato dagli intervenuti – è una banca di proprietà dello Stato d’Austria, con sede nel palazzo di vetro costruito a Tavagnacco e 26 agenzie nel Nord Italia. In Austria e nei Balcani, le filiali del gruppo sono state vendute, contrariamente si è deciso di chiudere Hypo Bank Italia e non è dato sapere perché. L’interlocuzione con l’azienda, infatti, è pari a zero – hanno lamentato i sindacati – anche perché non è l’interfaccia giusto. Sono solo persone pagate per fare ciò che il Governo austriaco ha deciso: licenziare. La banca praticamente non c’è più, non c’è un liquidatore, sebbene la liquidazione sia iniziata ufficialmente nel 2013, e i clienti scappano.
Ciò che i rappresentanti dei lavoratori chiedono è che la trattativa prenda la giusta dimensione: non si tratta di un dialogo tra Regione FVG e Hypo Bank, ma tra Governo italiano e Governo austriaco che si appella a regole comunitarie sugli aiuti di Stato interpretate a proprio vantaggio.
Siederemo al tavolo con il Mise (il ministero dello Sviluppo economico) – hanno detto – già sapendo che potremo solo parlare di licenziamenti. Speriamo almeno che concedano gli ammortizzatori sociali, che per il settore bancario non sono automatici ma frutto di accordi sindacali. Ci avete sostenuti sino ad ora – hanno chiosato, rivolti in particolare alla presidente Serracchiani -, confidiamo che la vostra attenzione rimanga alta. Cercate di far fare al nostro Governo uno scatto di orgoglio verso l’Austria e continuate a verificare la possibilità di un accordo istituzionale, con una soluzione diversa dalla liquidazione come la vendita di altri rami d’azienda che permetta di garantire la ricollocazione dei lavoratori.
SERRACCHIANI: LA REGIONE SARÀ AL TAVOLO HYPO BANK AL MINISTERO DEL LAVORO
“I clienti non rischiano. Per i lavoratori, posto che abbiamo scarse possibilità di pesare sugli incentivi di prepensionamento, si dovrà trattare di buonuscite che dovranno essere messe sul piatto dall’Azienda dentro e fuori quanto già previsto dalla legge” ha detto la presidente.
Trieste, 18 ottobre – Nel proseguire l’impegno iniziato a maggio 2013 per individuare una via d’uscita alla crisi di Hypo Alpe Adria Bank e che, nonostante gli sforzi profusi, non è riuscita a modificare la volontà del Governo austriaco sulla chiusura dell’Istituto, ora “la Regione Friuli Venezia Giulia sarà presente al Tavolo che sembra destinato a essere convocato al Ministero del Lavoro, che avrà per oggetto la richiesta di un’intesa sui licenziamenti”.
Lo ha annunciato questa mattina a Trieste la presidente della Regione Debora Serracchiani nel corso di un’audizione della Prima Commissione del Consiglio regionale a rappresentanti delle organizzazioni sindacali di Hypo Alpe Adria Bank per fare il punto sulla situazione societaria.
“La procedura prevede che a quel Tavolo le Istituzioni possano esserci e noi ci saremo”, ha assicurato la presidente. “Se non dovessero cambiare le prospettive, ragioneremo su quello che si può fare rispetto alle dinamiche dei singoli rapporti di lavoro. L’impegno di tutti sarà di ottenere il massimo; posto che abbiamo scarse possibilità di pesare sugli incentivi di prepensionamento si dovrà trattare di buonuscite che dovranno essere messe sul piatto dall’Azienda dentro e fuori quanto già previsto dalla legge”, ha precisato, riferendosi al fatto che, come richiamato nel corso dell’audizione, gli ammortizzatori sociali non sono dovuti per legge ma subordinati a un accordo con la proprietà dell’Istituto.
Dopo aver ascoltato gli interventi dei rappresentanti sindacali, che hanno chiesto un sostegno istituzionale alla negoziazione, la presidente ha ricostruito tempi e modi del costante impegno dell’Amministrazione regionale per tentare di individuare una soluzione. “Fin dal primo momento abbiamo coinvolto i massimi vertici istituzionali italiani, incontrato i vertici della Holding che controlla la Banca e interessato lo stesso Governo austriaco che detiene la proprietà”, ha ricordato la presidente. “Siamo sempre stati convinti che vi sarebbe stata la possibilità di vendere l’intero asset, possibilità sempre negata dai vertici aziendali”, ha affermato, evidenziando come alla fine il Governo austriaco abbia avallato le scelte dell’Azienda.
La presidente ha anche reso noto di aver interloquito con il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) Antonio Patuelli e con i massimi rappresentanti della Banca d’Italia, da cui è emerso che non vi sono le condizioni tecniche né per accedere al Fondo Atlante (Fondo nato per volontà del Governo italiano per intervenire nelle crisi bancarie), né per un commissariamento dell’Istituto da parte degli organi di vigilanza perché la Banca sta attuando una liquidazione volontaria.
In sostanza, posto che il prossimo 24 ottobre scadranno i 45 giorni della procedura prevista per trovare un’intesa sul salvataggio della Banca, da quel momento vi saranno 30 giorni per trovare, al Tavolo del Ministero del Lavoro, un accordo che riguardi la posizione dei singoli lavoratori.
Se dunque a quel Tavolo sarà definito il futuro dei 109 dipendenti di Hypo Bank, dal confronto odierno si è avuta la conferma che almeno i clienti della Banca non rischiano nulla: non vi sono infatti problemi di copertura dei depositi dei clienti.
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