Creval: questione di rispetto

Rispettiamo chi lavora. Ai margini della trattativa per la fusione per incorporazione di Carifano nel Credito Valtellinese, che riprenderà nelle giornate del 26 e 27 ottobre, le OO.SS. Gruppo Creval hanno richiesto all’Azienda di dare seguito ad alcune questioni sindacali rimaste in sospeso.

In particolare abbiamo chiesto di approfondire le seguenti tematiche:

  • Buoni pasto elettronici introdotti in via sperimentale, unilateralmente, per circa 300 lavoratori
  • Variazione tasso fisso mutui già in essere
  • Applicazione normative contrattuali e di legge per i colleghi incaricati di prestare servizio come addetti all’Assemblea straordinaria del 29 ottobre

Nonostante la sopravvenuta disponibilità del giorno 13 ottobre, già programmato per la procedura Carifano in Creval e poi annullato per l’indisponibilità della controparte a fornire dati sui costi del lavoro che intenderebbe risparmiare dall’incorporazione societaria, l’Azienda ha dichiarato di “non sentirsi pronta” su alcuno dei tre argomenti posti, senza peraltro voler concordare alcuna data successiva di contrattazione. Ricordiamo che questi argomenti sono sul tavolo da diversi mesi e quindi non è più tempo per gli esami di riparazione.

Ma vediamo con ordine.

Il buono pasto elettronico: una questione di fruibilità. Con una scarna mail l’Azienda ha informato nelle settimane scorse le OO.SS. del Gruppo Creval «che a decorrere dal prossimo 1° ottobre» si sarebbe avviata «una fase di sperimentazione dell’utilizzo del buono pasto in formato elettronico su circa 300 Dipendenti residenti e/o operanti nelle zone di Sondrio e Milano».

In tale informativa viene specificato che tali buoni pasto «saranno utilizzabili negli esercizi convenzionati che siano dotati di POS abilitati». Già da questa affermazione aziendale si deduce che non tutti i convenzionati siano dotati di POS abilitati e questo di per sé può essere una grave limitazione del servizio e della sua fruibilità rispetto all’utilizzo dei buoni pasto cartacei.

Il problema nell’utilizzo dei buoni pasto elettronici non risiede tanto nella normativa quanto nella loro accettazione da parte degli esercenti.

L’utilizzo pratico dei ticket elettronici non cambia infatti rispetto a quelli cartacei. “Altroconsumo” su questo non ha dubbi: «Una delle notizie che si è diffusa in questi giorni spiega il sito dell’associazione che conta in Italia 370mila soci è che con i ticket elettronici non sarà più possibile pagare la spesa al supermercato o la cena in pizzeria. Non è vero: in realtà i buoni elettronici hanno gli stessi limiti di quelli cartacei. In questo senso la normativa non è cambiata come invece alcune notizie degli ultimi giorni hanno fatto credere». A solo titolo di esempio citiamo alcuni supermercati convenzionati come Carrefour, Il Gigante, Unes/U2, Coop, Sma rintracciabili sulle mappe nella sezione “Ricerca locali” di Sodexo o nel “Trova locali” di Pellegrini Card.

Inoltre esistono vantaggi fiscali diversi per l’utilizzo del ticket elettronico: in particolare per i lavoratori la deducibilità del buono pasto sale da € 5,29 a € 7,00, mentre sarebbero ben superiori per il datore di lavoro che, oltre alla detraibilità completa dell’Iva agevolata al 4%, godrebbe anche di una totale esenzione fiscale e previdenziale indipendentemente dal valore del buono pasto elettronico.

A ognuno il suo POS. L’associazione “Altroconsumo” scrive però che «La card è accettata da appena 35.000 esercizi commerciali contro i 150.000 esercizi che accettano i buoni cartacei (appena il 23% degli esercizi convenzionati)». Questa scarsa disponibilità degli esercenti deriva dal fatto che non esiste un POS unico. Ogni società emittente buoni ha il suo lettore POS che fa pagare agli esercenti un affitto mensile e una commissione per ogni singola operazione. L’esercente, per poter garantire l’accettazione di tutti i buoni pasto elettronici, dovrebbe avere almeno 6 diversi lettori di card, con relativi oneri a carico. Qui! Group, Sodexo e Day Ristoservice hanno annunciato di volere introdurre un Pos unico in grado di leggere le diverse loro carte (sono in attesa del parere delle Autorità competenti). Pellegrini permette invece l’utilizzo della sua card con i lettori delle carte di credito, ovviamente quelli di proprietà di operatori con cui ha stretto una convenzione (al momento Cartasì, Setefi, alcune BCC, consorzio Triveneto), diventando facilmente utilizzabile nei grandi centri abitati, ma con qualche difficoltà al di fuori delle grandi aree metropolitane. Inoltre si sono già registrati problemi in caso di malfunzionamento del POS per mancanza del modulo di transazione manuale fuori sistema. Al momento non c’è la possibilità di avere un POS unico per tutte le card.

Pur comprendendo le problematiche e le vicende complesse che attraversano la vita societaria del Gruppo, raccomandiamo l’Azienda a non dimenticarsi mai, men che meno in questa occasione, delle sue Risorse Umane. Diversamente, senza l’ascolto e l’indispensabile confronto, i lavoratori si vedrebbero caricati l’onere di cercare un esercizio convenzionato quando c’è, o di segnalare esercizi da convenzionare.

Il collega ha invece il diritto, durante l’intervallo, di poter pranzare. Punto.

Risulterebbe incomprensibile, ma anche inaccettabile, che l’Azienda tragga vantaggi, sia fiscali sia organizzativi, senza poi voler contrattare una rivalutazione del valore del buono pasto più favorevole ai colleghi e senza volere attuare le Buone Pratiche già avviate in altre aziende, dove le OO.SS. hanno invece potuto confrontarsi direttamente, istituendo anche delle Commissioni ad hoc per trovare soluzioni in tempi brevi a tutela dei lavoratori, coinvolgendo anche l’erogatore del servizio.

Ne andrebbero di mezzo i colleghi coinvolti in primis da questa vicenda. Le OO.SS. Gruppo Creval hanno quindi consegnato una lettera unitaria all’Azienda contestando il «grave pregiudizio, lesivo di un istituto contrattualmente previsto dalla vigente normativa di 2° livello» arrecato ai colleghi coinvolti e chiedendo pertanto la sospensione immediata di tale sperimentazione e l’avvio di un confronto costruttivo sulla questione. L’Azienda ha risposto rendendosi disponibile a un confronto solo dopo il termine della procedura sindacale Carifano in Creval, ma rimarcando che ad oggi «la modalità di erogazione del buono pasto in formato elettronico non ha ad oggi impedito l’utilizzabilità dello stesso», valutando positiva «l’idea di coinvolgere nella sperimentazione direttamente i colleghi».

Mutui e sabato lavorativo nell’assemblea del 29/10. Contemporaneamente abbiamo consegnato all’Azienda un’altra lettera in cui abbiamo richiamato l’Azienda al rispetto delle normative contrattuali e di legge previste per gli addetti ai lavori nell’Assemblea straordinaria di sabato 29 ottobre. A nostro parere tale giornata, così come quella del precedente 23 aprile deve essere retribuita o conteggiata in conto recupero ad esclusiva scelta del dipendente. L’Azienda ha invece risposto che trattasi di «prestazioni rese su base volontaria da soci dipendenti». In questa lettera abbiamo anche ricordato che «diverse pratiche di richiesta rinegoziazione dei tassi fissi rimaste inevase presso le direzioni territoriali competenti» non hanno avuto ad oggi riscontro positivo, per quanto da parte delle OO.SS. fosse stata data ampia disponibilità già con lettera dell’8 giugno. La richiesta di un incontro sull’argomento è stata accompagnata anche dalla necessità di «definire e puntualizzare con codesta direzione alcune criticità sull’istituto dei mutui attualmente in uso». L’Azienda ha risposto rendendosi disponibile a un incontro ma solo dopo il termine della procedura sindacale Carifano in Creval.

In attesa di ulteriori sviluppi rivenienti dall’azione sindacale unitaria delle OO.SS. del Gruppo Creval, rimaniamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione in merito.

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Photo by noii’s

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