da quinewscuoio.it – Nei prossimi giorni l’incontro tra Simoncini, proprietà e Fondazione per discutere del futuro dei dipendenti. Trattativa vendita in chiusura
SAN MINIATO — Mancano poco più di dieci giorni al termine ultimo per la presentazione dell’offerta vincolante, e che aprirà poi lanegoziazione esclusiva, per l’aumento di capitale della Cassa di risparmio di San Miniato. Dopo il ritiro di Europa investimenti rimane l’offerta di Pve Capital che prevede un piano d’investimento di 160 milioni, di cui 140 immediati tramite fondo di garanzia e che porteranno ad un forte piano di derisking (vendita dei crediti deteriorati, ndr) in modo da risanare i conti.
Nei giorni scorsi è emerso che gli esuberi previsti dal nuovo riassetto potrebbero essere un centinaio: “Non sappiamo molto sull’attuale situazione – ha spiegato Claudio Fiaschi di Fisac Cgil – la trattativa sembra ben avviata e dovrebbe andare a buon fine entro 7-10 giorni”. Per quanto riguarda le ricadute sul lato occupazionale Fiaschi ha detto: “Si parla di esuberi e di chiusura sportelli, una tendenza comune anche ad altre banche in questi tempi. Un dato di qualche tempo fa indicava in 108 le persone che potevano essere in età pensionabile. Col fondo di settore possono essere prepensionati dipendenti a cui mancano ancora cinque anni. Si parla addirittura di estendere questa possibilità a 72 mesi”. Con questa soluzione gli esuberi sarebbero paracadutati in modo indolore.
Di questa possibilità se ne discuterà nei prossimi giorni quando il consigliere del governatore Rossi,Gianfranco Simoncini, riceverà la banca, la Fondazione e i sindacati per discutere e mediare sulla situazione occupazionale: “La Regione – ha concluso Fiaschi – intende chiedere spiegazioni all’attuale proprietà e alla banca. E’ probabile ma non sicuro un futuro incontro con chi parteciperà all’aumento di capitale”.
Per quanto riguarda la Fondazione Cassa di risparmio la vendita della banca e il conseguente aumento di capitale potrebbero far slittare le quote di partecipazione dal 60 al 30 per cento, con una rappresentanza di un solo consigliere su undici. In merito a questa situazione la Fondazione ha scelto la via del silenzio, rimandando ogni dichiarazione a tempi futuri.