Secondo i dati recentemente pubblicati da Bankitalia, nel 2015 l’economia del Mezzogiorno è stata caratterizzata da percettibili segni di ripresa.
Dopo sette anni consecutivi di contrazione, nell’ultimo anno il Mezzogiorno ha registrato una crescita del PIL superiore a quella rilevata nelle regioni centrosettentrionali italiane: +1% contro 0,7%, del Centro-Nord. Anche il tasso di crescita per PIL per abitante è stato maggiore al Sud che al Centro-Nord (+1,1% vs 0,6%).
L’andamento ha beneficato soprattutto della lieve ripresa dei consumi delle famiglie, degli investimenti privati e pubblici (come emerge, rispettivamente, dall’Indagine sulle imprese della Banca di Italia e dall’Indicatore anticipatore dei Conti Pubblici Territoriali dell’Agenzia per la Coesione territoriale) e, dopo due anni consecutivi di calo, delle esportazioni (cfr. Economie Regionali n. 21 – Giugno 2016 Banca di Italia).
Secondo l’analisi settoriale, il contributo principale al risultato positivo del 2015 è stata la crescita di valore aggiunto dei servizi finanziari, immobiliari, professionali ed alle imprese e, in particolare, del settore agricolo.
A conferma di ciò basti evidenziare che le aziende meridionali operanti nel settore privato non industriale e non finanziario hanno fatto registrare incrementi del fatturato nella misura del +7,7%, sensibilmente superiori al dato nazionale (+4,9%), e degli utili nella misura del +66,6%, in linea col dato nazionale, come risulta anche da quanto pubblicato Monitor sui distretti industriali pubblicato da Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche.
I distretti meridionali dell’agroalimentare sono stati quindi decisivi per la crescita dell’export nel 2015, +11,7% su base annua, superiore sia alla crescita dell’export nei restanti comparti (meccatronica, mobili e sistema moda) sia all’espansione dell’export agroalimentare in Italia nel 2015 (+7%).
L’altro settore che ha mostrato di essere driver della crescita nel Mezzogiorno è stato il turismo: secondo i dati raccolti dall’Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, nel 2015 la spesa dei turisti stranieri nelle regioni meridionali e insulari italiane, sebbene ancora inferiore rispetto alle altre aree (+5.005 mln di € contro 9420 nel Nord-Ovest, 9.386 mln nel Nord Est e 10.998 mln di € al Centro) è cresciuta su base annua in misura maggiore rispetto alle altre aree (+8,1 % nel mezzogiorno vs +4,5% nel Nord Ovest, +4,6% nel Nord Est e +2,7% al Centro).
Il turismo e l’agroalimentare meridionale sono senza dubbio settori in cui la crescita della redditività e dell’occupazione si preannuncia robusta negli anni a venire; ma per sfruttare appieno le potenzialità di tali comparti è necessario che il sistema bancario sostenga non solo finanziariamente l’imprenditoria locale ma anche con consulenza integrata progettuale.
Per il settore agroalimentare occorre consulenza e sostegno del credito locale per l’espansione dell’export sui mercati esteri, per l’innovazione e la diffusione della tecnologia finalizzata alla crescita della produttività; per il turismo l’esigenza primaria è sostenere l’imprenditoria locale con progetti integrati di finanziamento e consulenza per accrescere l’accessibilità, la qualità dei servizi offerti dalle strutture meridionali nonché per far conoscere il patrimonio culturale, artistico e paesaggistico locale.
Ora, perché non aspettarsi e anzi perché non chiedere e “pretendere” a chiare parole al sistema bancario e per esso ai gruppi principali a forte presenza nel sud del Paese una presa di coscienza vera e un impegno altrettanto vero nei confronti di questi comparti? Perché non chiedere che li affianchino nel processo di rafforzamento con l’ideazione e l’insediamento di presidi e direzioni locali, anche attraverso eventualmente qualche propria branca specializzata nel settore, da situare ovunque nel territorio del Mezzogiorno? Presidi e direzioni che siano capaci quindi di incoraggiare e sostenere lo sviluppo di questi driver di sviluppo (agroalimentare e turismo) non solo con operazioni complesse e utilizzo di professionalità in grado di offrire consulenza e sostegno del credito locale per l’espansione delle attività, ma anche con iniziative di alta formazione in loco, per quelle stesse materie, che siano capaci di indurre e promuovere l’occupabilità di giovani meridionali, strappandoli all’emigrazione e fermando la diaspora di cervelli che cercano altrove la loro realizzazione professionale. Se la Apple Inc. a S. Giovanni a Teduccio e la Ntt DATA Japan a Cosenza hanno fatto qualcosa di simile, mostrando di credere nelle potenzialità dei territori e delle loro persone, perché non dovrebbe farlo un’azienda bancaria nazionale?
Per concludere questo argomento, cogliamo l’occasione del III Forum della Fisac CGIL in corso in questi giorni a Roma, dedicato a un “Progetto per il Paese: Lavoro Uguaglianza e Politica oltre la Crisi”, per affermare che sarebbe davvero un passo avanti e anche un successo ulteriore di questo Forum avere un impegno da parte dei Gruppi qui presenti, magari in particolare del più grande e più presente nel Sud, per la costituzione di uno o più punti fisici di eccellenza e di direzione a sostegno dello sviluppo delle imprese più performanti e anche per progetti di formazione specialistica finalizzati all’istruzione dei giovani più meritevoli del Mezzogiorno.