Icbpi Carta Si: manca ancora il piano

Sono trascorsi ormai oltre sei mesi dal passaggio del controllo azionario del Gruppo ICBPI/CARTASI (dicembre 2015) dalle Banche Popolari ai Fondi di private equity BAIN, ADVENT e CLESSIDRA senza che alcun piano industriale sia stato ufficialmente emanato e reso noto al Pubblico e alle Organizzazioni Sindacali.

Nel medesimo periodo è stata annunciata, direttamente o attraverso la controllante inglese Mercury UH Hold co., l’acquisizione del controllo societario del Gruppo Bassilichi e delle società SETEFI S.p.A. e Intesa San Paolo Card dal Gruppo Intesa e attraverso lo stampa è stata ventilata la possibilità di nuovi ingressi di altre entità nel campo della monetica, con l’obiettivo evidente di aumentare il grado di concentrazione nel settore.

Su questo le Organizzazioni Sindacali scriventi hanno chiesto in più occasioni di capire quale progetto vivesse dietro queste operazioni, che sembrano finalizzate alla creazione di volumi, rischiando però di determinare tensioni occupazionali non indifferenti.

Il Presidente del c.d.a. della Capogruppo, prof. De Censi, e l’Amministratore Delegato, ing. Capponcelli, indicati come elementi di garanzia della continuità della gestione industriale al momento dell’ingresso dei Fondi nel controllo del Gruppo, sono stati sostituiti rispettivamente dal dott. Franco Bernabè e dall’ing. Paolo Bertoluzzo.

Risulta inoltre alle scriventi OO.SS. che alcuni Dirigenti stiano lasciando il Gruppo.

In un recente incontro il neo Presidente della Capogruppo, dott. Bernabè, ha dichiarato che:

  • le società acquisite o in corso di acquisizione non entreranno al momento organicamente nel Gruppo, ma resteranno “stand alone”, anche se verranno comunque ricercate e sviluppate le massime sinergie;
  • ci si concentrerà sul “core business”, cercando di collocare sul mercato, tutte le attività considerate “no core”;
  • le tensioni occupazionali, inevitabili, saranno oggetto di confronto quando si determineranno.

Sono affermazioni che hanno destato preoccupazione fra le Organizzazioni Sindacali per il rischio della frammentazione di processi e filiere fuori di ogni controllo e per il rischio di “spezzatino” più volte paventato: è stato quindi richiesto l’avvio di un confronto per la determinazione di percorsi condivisi e, di fronte al rifiuto della Direzione di Gruppo, si sono avviate le procedure per arrivare alla proclamazione dello stato di agitazione, culminato nello sciopero generale delle lavoratrici e lavoratori del Gruppo ICBPI  l’11 luglio 2016.

Ciò premesso, atteso che già in altra occasione codesto Organismo ha incontrato le scriventi in merito, si chiede un incontro ove conoscere le valutazioni del Servizio di Vigilanza e se si confermino le considerazioni a suo tempo rappresentate su integrità complessiva del perimetro del Gruppo, livelli occupazionali, presenza nei territori.

GRUPPO ICBPI 18072016

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