Non abbiamo mai avuto simpatie per il Fondo Monetario Internazionale che, anzi, riteniamo sia uno dei maggiori responsabili delle difficoltà economiche mondiali. E’ però evidente che una sua valutazione su DB abbia un certo significato e quindi il fatto che la banca tedesca venga identificata come uno dei maggiori elementi di rischio del sistema finanziario non può lasciare indifferenti. Nonostante i tentativi di minimizzare la questione e le solite tiritere rassicuranti su una situazione della banca che non desta preoccupazioni, la stessa DB si è fatta promotrice di una proposta all’Unione Europea per un piano di salvaguardia del sistema bancario continentale da 150 miliardi di Euro. Pare strano, in tutta onestà, che i banchieri tedeschi si preoccupino solo dei problemi degli altri Paesi…molto più sensato pensare che anch’essi siano coinvolti nel “pasticcio”.
Ovviamente, se si tratta di salvare la Grecia o di garantire lo stato sociale in Europa, i soldi non ci sono ma se parliamo di banche…allora il discorso potrebbe cambiare ed è lecito aspettarsi che i miliardi in qualche modo arriveranno e l’austerità potrà attendere, almeno per un po’. Sì perché lo Stato viene dipinto come un’entità dannosa od inutile quando si tratta di far prevalere “il mercato”, e quindi i profitti privati, ma diventa un toccasana se si devono distribuire le perdite tra tutti i cittadini ed un elemento di garanzia per “gli investitori”,
che vogliono guadagnare sempre ed essere sicuri di non rimetterci mai. Oltre che augurarcelo per ovvi motivi, siamo convinti che DB non salterà per aria ma il conto, salato, qualcuno sta già iniziando a pagarlo. In questi ultimi mesi vediamo numerosi avvicendamenti tra il management di DB: non nutriamo rimpianti per i dirigenti che se ne vanno né abbiamo aspettative per quelli che ne prendono il posto. Temiamo che, in questa banca come nelle altre, alla fine si cercherà di fare in modo che tutto cambi perché non cambi nulla.
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