Al termine del confronto negoziale svoltosi nella giornata di ieri, la Fisac CGIL Banca d’Italia ha sottoscritto gli accordi seguenti, che provvederemo a inviare nei prossimi giorni:
1) Aumento stipendiale strutturale IPCA per il 2016 pari allo 0,5%, con decorrenza dal primo gennaio 2016, da calcolarsi anche sulle nuove tabelle economiche (decorrenza 1.7.2016), con corresponsione degli arretrati entro agosto 2016.
2) Articolato relativo alla revisione del regolamento del personale per le carriere non direttive, dopo aver ottenuto dalla Banca le modifiche necessarie per renderlo coerente con gli accordi negoziali firmati il 22 marzo. Tra l’altro, abbiamo ottenuto l’impegno formale a una riscrittura organica del regolamento del personale e alla sua pubblicazione sull’intranet aziendale, che tenga conto di tutte le modifiche intervenute negli ultimi anni.
3) Accordo in tema di R.T.Q. in relazione al quale, a tutela dei colleghi, abbiamo apposto la firma nel presupposto che le variazioni intervenute nelle voci di cui all’art. 11 non comportino, ai fini della determinazione dei trattamenti di pensione, remissioni o significativi scostamenti rispetto a quanto precedentemente previsto.
Non abbiamo firmato la chiusura del contratto 2013-2015, pur consapevoli dell’importanza di chiudere una stagione e riaprirne una nuova, in quanto respingiamo il tentativo di forzare la mano al sindacato, con una chiusura di contratto decisa in fretta e furia dalla Banca nell’arco di due ore, senza nessun preavviso (l’argomento, infatti, non era stato oggetto di convocazione) e senza alcuna acquisizione per i colleghi.
Unica novità, l’introduzione di un limite minimo previsto per l’ammissione di nuove organizzazioni sindacali alla trattativa con la Banca.
La Fisac ritiene che la chiusura del contratto dovesse essere l’occasione non per inutili forzature, quanto per cercare una definizione di tematiche fondamentali per i colleghi, come il recupero – almeno parziale – del blocco stipendiale, la risoluzione dei disagi dei colleghi ancora pendolari che non percepiscono più l’indennità e – soprattutto – l’occasione per definire un impegno concreto da parte della Banca e dei Sindacati a confrontarsi sulla costruzione di un sistema di relazioni sindacali realmente tutelante per i colleghi.
Le attuali regole in materia sindacale, infatti, debbono essere riviste stante lo scorretto modo di intendere le relazioni sindacali da parte della controparte negli ultimi tempi; un modo che, anziché privilegiare l’interesse comune, tende a dividere strumentalmente i colleghi in maniera di rafforzare la Banca (intesa come controparte datoriale e non come Istituzione).
Il problema delle relazioni sindacali non si risolve certamente con un blocco aprioristico al riconoscimento di nuove organizzazioni che aspirano a rappresentare i lavoratori, ma semmai con nuove regole e comportamenti corretti (in primis da parte della Banca) che non incentivino le divisioni tra i lavoratori. Il contratto unico, rivendicato per prima dalla Fisac, rappresenterebbe un fondamentale passo in avanti.
Un nuovo modo di gestire le relazioni sindacali eviterebbe anche le recenti forzature della delegazione aziendale, che cerca di portare avanti i propri obiettivi utilizzando come ‘apripista’ l’accordo con il tavolo dei direttivi.
In tale ottica, ci auguriamo che la Banca non tenti “colpi di mano” anche su questioni fondamentali per il futuro dei colleghi, specie dei più giovani, quali la necessità di creare col tempo una sorta di liquidazione per i post ’93.
La proposta del “Lump Sum”, prospettata dalla Banca, costituisce solo un primo passo, una discreta “cornice” al cui interno sarà fondamentale inserire alcune certezze, a cominciare da un consistente contributo economico annuale da parte dell’azienda.
L’importanza della materia e l’atteggiamento della Banca richiederebbero un ampio coinvolgimento dei colleghi di entrambe le carriere e dei sindacati che devono rappresentarli.
Roma, 24 giugno 2016
LA SEGRETERIA NAZIONALE