Le maggiori imprese europee devono integrare all’interno del loro Bilancio tutti gli elementi sociali, ambientali e di Governance che distinguono la loro attività.
Questi nuovi obblighi di Legge discendono dalla Direttiva 2014/95 UE che dovrà essere recepita nel nostro Paese entro il mese di dicembre, secondo il proprio tessuto economico (come indicato dalla Direttiva stessa).
Nel frattempo i Gruppi industriali e finanziari più all’avanguardia lavorano da tempo su questo versante, che può portare a notevoli vantaggi economici ed ambientali. Spiega infatti il Group Sustainability Officer di un primario Gruppo nel campo delle gomme per auto: “I benefici ottenuti, in termini di recupero di efficienza, riduzione dei costi e fidelizzazione e coinvolgimento dei Dipendenti, Clienti e Fornitori, è tanto più elevato quanto più la SOSTENIBILITA’ economica, sociale ed ambientale è integrata nelle strategie aziendali: solo così si crea un modello di gestione che garantisce riduzione dei rischi d’Impresa (danni alla reputazione) ed il lancio di nuovi prodotti Green.”
La Direttiva UE sulle Non-financial and diversity information (la 2014/95 Ue) in merito ai diritti sociali ed umani, all’ambiente, alla diversità relativa alla composizione degli organi direttivi e di controllo, riguarda Società e Gruppi di grandi dimensioni (minimo 500 dipendenti) e di interessi pubblico, come (ad.es.) le Società quotate, Enti creditizi, Compagne di Assicurazione ed altre entità e che come tali siano state designate dai singoli Paesi. Si parla di circa seimila imprese in Europa e di 250 in Italia. Sembrano poche per fare una massa critica importante, però si tratta di Aziende con alti fatturati, un gran numero di dipendenti e fornitori, un forte impatto sulla catena di fornitura e sulla creazione di valore non solo economico. Vedremo nella seconda parte, come la Direttiva è stata recepita dagli Operatori economici.