“Mille Soggetti denunciati nel 2016, 16.400 segnalazioni di operazioni sospette (ed inviate dall’Uif) oggetto di analisi e delegate ai reparti operativi”.
Con queste parole il nuovo Comandante della Guardia di Finanza spiega come l’attenzione delle Fiamme Gialle sia stata sempre più rivolta a fenomeni come il riciclaggio o la corruzione, che spesso precedono l’evasione fiscale. Viene poi chiarito come il nuovo reato di auto-riciclaggio e la frode fiscale siano (spesso) strettamente legati: nei primi cinque mesi del corrente anno su 300 casi scoperti dalla GdF, ben 193 hanno come reato presupposto la frode fiscale. Seguono usura e corruzione.
Prosegue poi il Comandante della GdF: “ci sono spazi per rafforzare ulteriormente il nostro ruolo, soprattutto nella capacità del Corpo di integrare le funzioni di Polizia giudiziaria (a competenza generale) con la nostra specifica missione istituzionale di contrasto alle violazioni economico-finanziarie. Nel corso del 2015 la metà delle violazioni Iva ed un terzo di quelle sulle Imposte sui redditi sono emerse da nostre indagini.”
Un altro dato reso noto è relativo agli evasori totali: 3.300 quelli rintracciati sempre nei primi cinque mesi dell’anno. La lotta all’evasione fiscale è il cuore dell’azione della Guardia di Finanza e si rapporta allo spostamento dell’attività dell’Ufficio delle Entrate verso la “compliance”. “La lotta alle grandi evasioni ed alle frodi organizzate nasce come frutto della combinazione fra le analisi di rischio con le Banche dati, il controllo del territorio e l’attività investigativa. Vi sono nuove procedure per sostenere la Tax compliance: una di queste è il ravvedimento operoso esteso, azionabile ora anche dopo l’avvio di una verifica fiscale.
Il Ministro dell’Economia, interviene nel dibattito (svoltosi in occasione del 242° Anniversario di fondazione della Guardia di Finanza) sottolineando come ammonti a 30 miliardi l’imponibile riportato a tassazione nel 2015 con il contrasto all’evasione internazionale.
Sempre dai dati della Guardia di Finanza risulta che un appalto su tre, fra quelli sottoposti a controllo, è risultato irregolare. “Le attività illegali come il riciclaggio, la corruzione e le frodi sono un problema non solo di sicurezza e di reazione giudiziaria, ma assumono una dimensione critica anche sul piano economico, in quanto inquinano il sistema imprenditoriale, finanziario ed istituzionale, impedendo il sano ed equilibrato sviluppo della Collettività e l’equa distribuzione delle risorse. Per rispondere a questa priorità, utili si rivelano i nuovi strumenti di contrasto quali, ad es., l’applicabilità delle misure di prevenzione patrimoniali anche a coloro che risultano vivere con proventi di reati a sfondo economico-finanziario, nonché come mostrano i primi dati del 2016, l’introduzione del reato di auto-riciclaggio.