La rete sindacale delle donne arabe dei sindacati aderenti alla ITUC-CSI (Arab Trade Unions Women’s Network, AWN) si è riunita, per la terza volta dalla sua costituzione (2011) nei giorni 17 e 18 dicembre al Cairo, in Egitto. Erano presenti una trentina di partecipanti provenienti dall’Algeria, dal Bahrein, dall’Egitto, dalla Giordania, dalla Libia, dalla Tunisia, dalla Palestina e dal Marocco, oltre a rappresentanti di Federazioni iinternazionali di categoria (GUF) e della Confederazione internazionale dei sindacati (International Trade Union Confederation, ITUC-CSI), del Solidarity Center dell’AFL-CIO e di organizzazioni non governative operanti nella regione (Musharka, FIDH and New Woman Foundation). L’incontro, incentrato sulla condizione delle donne nei luoghi di lavoro, nei sindacati e nella società, costituiva un’opportunità per discutere dei rilevanti cambiamenti in corso nei paesi del nord Africa e del Medioriente, in particolare per la crescente presenza delle forze islamiche nelle istituzioni, alle riforme costituzionali in atto ed al loro impatto sulla vita e i diritti delle donne. Tutte le presenti hanno espresso una grave preoccupazione sulle forme che la transizione democratica sta assumendo nei loro paesi, spesso accompagnata non solo da stasi ma anche da pericolosi arretramenti sul terreno della libertà delle donne e del riconoscimento della loro autonomia. Per questo hanno ripetutamente evidenziato l’importanza di acquisire e consolidare maggiore sostegno dagli altri sindacati in Europa e nel mondo, di sviluppare percorsi di lavoro comune e di rafforzare in tal modo la solidarietà su base interregionale.
Questi obiettivi hanno orientato il dibattito, che ha affrontato, tra gli altri, temi come la violenza contro le donne; l’assenza o debolezza di rappresentanza al femminile, connessa secondo alcune anche alla non previsione di meccanismi di quote, e l’esigenza di rendere esigibili i diritti delle donne. Nella cornice della solidarietà internazionale, si è ribadito il valore degli scambi di esperienze, anche attraverso visite ed incontri, e l’utilità dei social media per promuovere la rete.
Le discussioni, condotte in plenaria ed in gruppo, sono state concluse da un piano regionale di azione che riafferma l’obiettivo minimo del 30% di donne per quanto riguarda la rappresentanza sindacale ed una presenza di donne nelle delegazioni contrattuali. Il piano richiede azioni di cooperazione e solidarietà tra sindacaliste, risoluzioni e dichiarazioni di sostegno a nome della rete sindacale araba, soprattutto nell’approssimarsi di scadenze contrattuali, per garantire il coinvolgimento delle donne in tutte le fasi di preparazione e realizzazione.
Per il perseguimento dei loro scopi, le sindacaliste della rete hanno affermato di voler lavorare con le seguenti organizzazioni, attive nella loro regione: gli uffici dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ad Amman e Beirut; The New Woman Foundation e la National Women Council in Egitto; il Media and Authentication Center per i Diritti di Donne e Bambini in Algeria; il Women Center for Guidance and Social Law; il Women Affairs Center; l’ Al-Quds Center for Legal Rights e il Mizan in Palestina; il Josoor Network; l’Associazione per i Diritti delle Donne Marocchine e la Higher Commission per i Diritti delle Donne in Libia.
Le rappresentanti dei sindacati del Bahrain, della Palestina, della Giordania, della Tunisia e del Marocco hanno ricordato ancora la necessità di impegnarsi nel 2013 sulla campagna del sindacato internazionale 12×12 per la ratifica della Convenzione OIL n. 189 sul lavoro domestico.
Le donne della rete hanno infine deciso di dar vita, in via sperimentale, ad un Osservatorio sulla violenza contro le donne, le cui rilevazioni saranno fatte circolare attraverso la newsletter. Per il momento, il lavoro di quest’Osservatorio sarà in capo a Nermin Shrif dalla Libia per il Maghreb, Suad Mohamad dal Bahrain per il Golfo e Noha Mohamad dall’Egitto per le notizie dal Medioriente.