Ci abbiamo pensato bene ed alla fine abbiamo deciso di dirlo con forza ed assoluta chiarezza: siete tutti pregati di togliere le mani dal futuro dei colleghi del gruppo Banca Popolare di Vicenza.
L’invito è rivolto a tutti quei manager, direttori del personale, politici, giornalisti, sindacalisti, opinionisti, associazioni di categoria, associazioni dei consumatori che in questi mesi si sono dilettati nel nuovo sport nazionale: la pubblica fustigazione della dignità di uomini e donne e della professionalità dei colleghi/e onesti (che sono il 99,999%) del Gruppo Banca Popolare di Vicenza.
Tutti a dire la propria, a pontificare, a commentare, a (dis)informare per avere audience, ascolto, applausi, titoloni di giornali, risalto sui social, consenso popolare e chi più ne ha più ne metta.
Il 99,999% di questi soggetti parla senza conoscere l’argomento di cui sta parlando. Lasciate parlare chi come noi conosce perché la vive quotidianamente lavorandoci la realtà del Gruppo Banca Popolare di Vicenza. Fateci dire una cosa: il vostro disegno ci è già chiarissimo, farci terra bruciata intorno e fare un po’ come i tedeschi cercarono di fare alle porte di Stalingrado, prenderci per fame. Anche questa volta la posta in gioco è la stessa per chi come noi cerca di resistere: la vita, perché toglierci il lavoro o meglio tentare di farlo è un po’ come cercare di ucciderci.
Conosciamo bene la storia delle persone (tante) rovinate da quei (pochissimi) colleghi che lavorano in banca, ma sappiamo anche che i manager (tanti) hanno solo uno scopo quello di massimizzare il loro ritorno a scapito di (tutti) i colleghi.
Ci state dipingendo come una collettività di persone poco serie ed inaffidabili: beh, avete sbagliato! Non sono i bancari quelli che hanno portato il gruppo Banca Popolare di Vicenza nella situazione in cui versa attualmente, sono i stati bancHIEri. Ed ora oltre al danno la beffa: la stessa razza di manager “avvoltoi” ci etichetta come conniventi con chi ha creato ed organizzato il disastro, così che qualche folle si sente legittimato a piazzare una bomba davanti alla nostra filiale di Brescia. Dove era lì la stampa? Dove erano i politici che avrebbero dovuto difendere la sicurezza dei colleghi in quanto cittadini? Dove erano quei manager che – per massimizzare le loro prebende – hanno tolto ovunque il servizio di guardiania?
Ecco noi siamo cittadini come gli altri, abbiano gli stessi diritti e la stessa dignità. Se qualcuno di noi ha sbagliato deve pagare e noi ce lo auguriamo perché comportandosi in maniera scorretta ha danneggiato in primis i colleghi onesti che gli stanno accanto.
Ma non accettiamo di fare la vittima sacrificale di un gioco che mai abbiamo condotto e mai condurremo. Cercate molto più in alto di noi le vere responsabilità, se pensate di fregarci il futuro, di pagare le vostre mancanze, le vostre amicizie privilegiate, le vostre prebende con il nostro posto di lavoro AVETE SBAGLIATO ALLA GRANDE.
Fisac Cgil Prato
La Segreteria