di Maurizio Bologni da Repubblica. Secondo gli analisti le performance negative del risparmio toscano legate alla crisi degli istituti nati in regione
ECCOLA, la ricaduta sui toscani delle crisi di Mps , Banca Etruria, Banca Popolare di Vicenza (che ha un pezzo importante di se stessa nel Pratese): la si può scovare in quei 20 miliardi di risparmi finanziari che i toscani hanno perso negli ultimi 10 anni, perché i nostri corregionali più degli altri italiani avrebbero riempito i portafogli di titoli Mps, Etruria e Bp-Vicenza finiti nella polvere. Ma non solo. La debacle finanziaria dei toscani può attribuirsi anche alla scomparsa in regione di cervelli di gestione del risparmio, mentre si sviluppavano le reti dei promotori interessati soprattutto a vendere prodotti. Questa è, ad esempio, è la convinzione di Francesco Ferragina (nella foto sotto), presidente dell’advisor Kon Group con sedi a Firenze e Milano. «Abbiamo assistito – dice – alla concentrazione e alla sparizione della Toscana di tutti i centri di gestione. Sono rimasti pensatoi in Del Vecchio, Banca Ifigest, Soprarno Sgr, ma gestiscono masse limitate al servizio di pochi patrimoni».
Bankitalia invita a valutare con prudenza dati che sono approssimativi perché frutto di una disaggregazione a livello regionale di numeri nazionali. In realtà, però, gli approfondimenti confermano il macro risultato per cui, tra il 2005 e il 2014, mentre il valore delle attività finanziarie degli italiani cresceva del 2,1%, quello dei toscani precipitava dell’8%, pari ad un valore assoluto di circa venti miliardi, portando lo stock a 253 milioni. Bankitalia ha tentato una simulazione: se all’inizio del periodo il portafoglio finanziario dei toscani avesse avuto la stessa composizione “tipologica” di quello degli altri italiani, quale sarebbe stata la performance dell’investimento finanziario dei toscani? Sarebbe stato meno tragico, ma in rosso del 5,5%. Questo significa che il problema non sta solo nella ripartizione nei vari asset (liquidità, risparmio gestito, titoli), quanto nella loro qualità. E qui, nell’analisi, soccorre l’advisor finanziario Conqultique spa, uno dei più quotati network di analisti indipendenti con sede a Verona.
«Dal nostro punto di vista – spiega l’analista Emanuela Tommasi – la sotto performance registrata in Toscana è dovuta soprattutto agli investimenti dei cittadini in azioni/obbligazioni delle banche principali del territorio come Mps e Banca Etruria, istituti finanziari che hanno registrato un forte andamento negativo che pesa nei portafogli dei risparmiatori. Le perdite finanziarie relative a questi istituti si riferiscono non solo al calo dei prezzi di azioni e obbligazioni, ma anche agli esborsi necessari per gli aumenti di capitale. Inoltre, in ottica prospettica, in specifico per la provincia di Prato, non è da sottovalutare l’impatto derivante dall’azzeramento delle azioni di Popolare Vicenza».
L’ufficio studi di Consultique ha simulato il portafoglio di un possibile risparmiatore toscano, per poi confrontarlo con quello di un comune cittadino italiano. Entrambi i portafogli presentano una componente pari al 25% in fondi bilanciati, del 20% in obbligazioni euro e il 30% in liquidità. La differenza riguarda la componente azionaria, dove inserendo per il portafoglio toscano – oltre alla posizione dell’indice Ftse Mib – un’esposizione totale del 15% su Mps e Etruria, il differenziale di rendimento tra i due portafogli risulta pari a circa 10 punti percentuali. «Tra il 2005 e 2014 – conclude Consultique – il rendimento ottenuto dal risparmiatore toscano risulta del 1,5% rispetto l’11,34% di quello italiano ».
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