Che sia la volta buona ?
Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare l’atteso decreto sulle banche, con i criteri per gli “indennizzi” agli obbligazionisti delle 4 vecchie banche poste in risoluzione.
Che poi il decreto risolva in modo equilibrato il problema è tutto da vedere, anche se pare certo l’incremento dello stanziamento per il ristoro.
Nel frattempo la stampa rende noto che dal rendiconto 2015 del Fondo nazionale di risoluzione gestito dalla Banca d’Italia emerge che serve una ristrutturazione da 422 milioni di euro per il rilancio delle quattro nuove banche, che saranno poi scontati dai prezzi di vendita, ovvero abbuonati agli acquirenti.
Un buon affare per chi compra.
Siamo andati a cercare il rendiconto ma la relazione di ieri del Governatore all’ Assemblea ordinaria dei partecipanti al capitale della Banca d’Italia si conclude a pagina sette.
In pratica ciò che conta ancora secretato, in barba alla trasparenza del mercato, ai risparmiatori , alla clientela, ai territori coinvolti e ai lavoratori ( circa 6.000 diretti e 1000 occupati nell’indotto ).
La stampa riferisce che, secondo le 3 primarie società di consulenza incaricate da Banca d’Italia, con una buona ristrutturazione è possibile il ritorno a una redditività soddisfacente, ma bisogna affrontare dei costi per tornare a essere attrattivi sul mercato (?!).
I costi della ristrutturazione sarebbero legati, tra l’altro, alla razionalizzazione delle filiali e del personale oltre che a eventuali altre perdite su sofferenze.
Ma non si era fatta una pulizia radicale dei crediti, abbondantemente svalutati ?
E le facilitazioni fiscali anche di recente riconosciute, le norme interpretative ad hoc ?
La ricetta al dunque è sempre la stessa. Razionalizzazione delle filiali e del personale, nel silenzio delle Istituzioni locali.
Sarà sempre colpa della Commissione UE ma non ci vediamo chiaro. Il Governo e la proprietà dicano cosa hanno in programma.
Abbiamo chiesto l’inserimento nei patti di cessione di garanzie per i territori e per l’occupazione, abbiamo chiesto criteri selettivi nell’individuazione degli acquirenti.
Abbiamo chiesto lavoro e occupazione per i territori interessati.
Apprendiamo che la ricetta è ancora tagli all’occupazione, al salario, alle condizioni di lavoro.
Non ci siamo. I dipendenti stanno sostenendo con convinzione il rilancio delle 4 banche e hanno accettato sacrifici occupazionali ed economici.
Se le 4 Nuove Banche devono essere ristrutturate si convochino le rappresentanze sindacali dei lavoratori e si apra il confronto, si presentino progetti e condizioni per i potenziali acquirenti, si entri nel merito.
Progetti di rilancio, non soltanto tagli al personale.
I lavoratori non sono nè idioti nè ignoranti.
Hanno diritto a conoscere e a negoziare il proprio futuro e sapranno valutare comportamenti e responsabilità.
Jesi, Arezzo, Ferrara, Chieti, 29 aprile 2016
Le Segreterie FISAC/CGIL degli Organismi sindacali dei Gruppi
Nuova Banca delle Marche – Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio – Nuova Cassa di risparmio di Ferrara – Nuova Cassa di Risparmio di Chieti