Da un recente convegno organizzato a Roma dalla Guardi di Finanza ed il Gruppo 24Ore sull’Investigazione economico-finanziaria, emerge che dietro il reato di auto-riciclaggio (introdotto dalla legge sulla Voluntary Disclosure) sussiste (in larga misura) il reato di frode fiscale, nella percentuale di almeno il 41,7%. In più, degli 1,1 milioni di euro sottoposti a misura cautelare di sequestro almeno il 78% è collegabile al reato presupposto di evasione fiscale.
Dopo un breve riassunto sul quadro storico dell’evoluzione legislativa riguardante la stessa Guardia di Finanza, è stato messo in evidenza come tra il 2010 ed il 2015 siano state complessivamente eseguite quasi 40.000 indagini finanziarie, le quali hanno consentito di scoprire ricchezze sottratte alla tassazione per circa 40miliardi di euro in valori lordi su cui calcolare le imposte evase e di denunciare alla Magistratura 9.500 autori di reati fiscali.
Una particolare e crescente attenzione è stata posta sull’evasione internazionale, il cui contrasto passa sempre più “dagli strumenti previsti dalla mutua assistenza amministrativa e dalla cooperazione di polizia”.
Anche il contenuto informativo delle Banche dati esistenti (la Guardia di Finanza ne possiede più di 40) diventa ancor più strategico, in un quadro di sempre più auspicabile maggior interoperabilità con i database degli altri Soggetti coinvolti nella lotta all’evasione fiscale.
Nel convegno è stato, poi, posto l’accento sulla complessità della ricostruzione dei flussi finanziari illeciti (un “fiume carsico”). In particolare vengono segnalati due problemi: “L’ultimo passaggio è quello del contante, in alcun modo tracciabile, quindi la possibilità di provare ragionevolmente la consegna al destinatario finale (come per es. in tema di corruzione) è rimessa alle tecniche d’indagine tradizionale ; il crescente ricorso a valute virtuali, per cui la maggior criticità si ha quando lo strumento entra in rapporto con l’economia reale ed il sistema finanziario.
Dal Dipartimento di Diritto Tributario dell’Università La Sapienza di Roma è arrivata la constatazione che “le indagini finanziarie possono attingere all’adeguata verifica antiriciclaggio per individuare il beneficiario effettivo.”
Affrontando il tema delle misure cautelari, il Procuratore della Repubblica di Roma ha evidenziato le criticità: “Si possono aggredite i patrimoni illeciti ma nel concreto è estremamente difficile portare una prova, in quanto si assiste ad uno spostamento nel tempo e nello spazio del nucleo originario dei proventi illeciti”.
Nell’intervento conclusivo, il Viceministro all’Economia ha evidenziato come l’uso della tecnologia può far compiere grandi passi alla lotta all’evasione fiscale ma senza pensare di scindere le due fasi: ci devono essere sia quella investigativa che quella tecnologica.