Bona lì è una espressione romagnola che, con traduzione approssimativa, possiamo definire in italiano corrente “adesso basta”. La scorsa settimana, come da impegno preso con i colleghi, abbiamo comunicato i motivi del ritardo nella consegna dei dati salariali che riepiloghiamo: impegno, assunto e realizzato, a ridurre di tutto quanto possibile il taglio della RAL, comprendendo tutti i risparmi realizzati in fase di conciliazione quali le nuove concessioni di part time, gli ulteriori esodi incentivati e persino chi non avesse aderito alla conciliazione (1 persona); impegno, assunto e realizzato, a verificare nel dettaglio le posizioni degli iscritti sia per evitare/limitare eventuali errori sia per essere certi che le correzioni fossero effettuate secondo gli impegni prestabili. A questo proposito, la prossima settimana si terrà l’incontro tra questi sindacati e Banca Sviluppo, di cui avevamo scritto nel precedente comunicato, per verificare alcune incongruenze che avevamo segnalato. Abbiamo anche ritenuto di inviare a tutti una copia del verbale sottoscritto proprio per mantenere l’impegno alla massima trasparenza anche su verbali che non necessitano del voto di assemblea. Purtroppo, ancora una volta, è arrivata la solita risposta polemica e priva di contenuto, sulla quale è necessario fare alcune precisazioni:
A. “SE NON FIRMATE SIETE LICENZIATI!”: si è vero. Così come hanno aderito al taglio delle RAL sotto ricatto i lavoratori di CARIFE, come ne stanno discutendo sotto ricatto in CARIM alla ricerca di un accordo, come hanno fatto a suo tempo in DELTA arrivando persino a perdere il lavoro. L’unica differenza fra queste situazioni è che nelle altre crisi non vi sono state sigle sindacali che hanno fatto basse speculazioni; tutti hanno sempre lavorato firmando accordi unitari, pur con tagli pesanti, per salvaguardare l’interesse comune e per quanto possibile i livelli occupazionali. In questo caso invece qualcuno ha ritenuto di perseguire un interesse parziale, sperando magari che l’azienda applicasse da sola la 223 e lasciasse a casa per sempre 53 colleghi e risolvesse così il problema dei restanti;
B. ALCUNI DELEGATI SINDACALI AVREBBERO FIRMATO LE CONCILIAZIONI SOTTO RICATTO: i delegati sindacali non solo non hanno firmato sotto ricatto, ma sapendo dell’applicazione del 1406 hanno sottoscritto una lettera dello STUDIO Alleva che diffidava l’azienda dal contattare sia loro che i loro iscritti per la firma della conciliazione. Il risultato è stato che, senza nessuna sollecitazione, i delegati hanno partecipato alle riunioni e poi si sono messi in fila per la propria conciliazione, di loro spontanea volontà. Probabilmente il percorso era stato studiato a tavolino proprio per mettere in scena il solito teatrino. Peccato che un lavoratore abbia deciso di credergli e si sia rifiutato di aderire alla conciliazione, evidentemente è più coerente lui della sua stessa Organizzazione Sindacale.
C. “MA CHE DEMOCRAZIA E’”: noi ne conosciamo solo una, quella della responsabilità di scelte difficili, tutte sottoposte al voto democratico dell’assemblea dei lavoratori che per noi è sovrana. Altre ve ne sarebbero da dire, a partire dal fatto che chi inneggia alla trasparenza si è ben guardato dal pubblicizzare il testo degli esposti alla procura, delle diffide, dell’art. 28 annunciati in roboanti volantini, ma tant’è, invece di accettare il responso delle assemblee, ci si affida al giudice. Come in ogni rappresentazione teatrale la scenografia viene smontata alla fine dello spettacolo, poi tutto torna alla cruda realtà. Bona lì, noi, intanto, continuiamo a lavorare per migliorare questa realtà, verificando e limitando il più possibile le ricadute sui lavoratori. Cesena, 15 luglio 2015