Sul percorso e sulle soluzioni trovate per risolvere lo stato di crisi di BRC si sono spese un mare di parole e tante polemiche. Ricordiamo bene l’assemblea di dicembre dove sembrava che la “panacea” al problema fosse quella di trasferire il confronto a Roma. Noi siamo tornati sull’argomento anche nell’ultima assemblea di fine luglio segnalando che stavamo monitorando con attenzione il percorso che si stava facendo in Banca Padovana, nel quale i dipendenti si sono fatti carico dello stato di crisi con giornate di solidarietà ed altro ancora, già prima di fissare le ricadute complessive. Oggi, purtroppo, si sta verificando che la prima fase a livello regionale di Banca Padovana si è conclusa in modo negativo e, pur trasferendo poi il confronto in sede nazionale a Roma, anche in quella sede non si è trovata nessuna soluzione utile. Pertanto la banca ha comunicato che nei prossimi giorni procederà all’apertura della procedura prevista dalla legge 223/91 sui licenziamenti collettivi, ed il rischio che quei “90 posti di lavoro” diventino “90 nomi e cognomi” diventa più concreto. Insomma, il percorso di Banca Padovana sta a dimostrare che neppure il tavolo a Roma è riuscito a scongiurare il pericolo, ma solamente ha reso più concreta l’ipotesi dei licenziamenti. Ci auguriamo che ci sia ancora la possibilità di trovare una soluzione per questi colleghi che, a differenza di quanto successo in BRC, sono già stati chiamati a farsi carico pesantemente della situazione di crisi aziendale già dal marzo 2014 con: trattenuta stipendio dal 2014 al 2017, ben 16 giornate annue di solidarietà dal 2014 al 2017, intervento Fondo Esuberi ed altro ancora. Da ultimo, sempre nell’assemblea di luglio, avevamo dato informazione di essere stati chiamati in causa riguardo il ricorso presentato da un sindacato contro l’accordo sindacale firmato in ex BRC. Ricordiamo che il ricorso sosteneva la richiesta di nullità dell’accordo raggiunto e potenzialmente avrebbe riaperto la discussione rimettendo in discussione il risultato ottenuto. A questo proposito il giudice del Tribunale di Forlì ha rigettato la richiesta ritenendola non ammissibile. Come abbiamo più volte detto, noi abbiamo operato ben sapendo di non avere la verità in tasca, ma cercando di seguire sempre un percorso condiviso che fornisse tutele concrete ai colleghi di BRC e limitasse al massimo le ricadute sia in termini di posti di lavoro che di interventi sulla RAL. Per questo, trovando oggi conferma che il percorso fatto insieme da noi e da voi ha evitato rischi e ricadute ben più gravi, abbiamo ritenuto utile aggiornarvi di quanto sopra. Vi chiediamo, infine, di comunicarci eventuali situazioni sulle quali possiamo intervenire, ricordandovi che, sempre per limitare i sacrifici, ad ottobre si terrà l’ulteriore incontro di verifica di cui vi terremo informati.
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