Banche: Megale, decreto ha evitato danni peggiori territorio Bene azioni responsabilità,ma serve legge contributo top manager (ANSA) – JESI (ANCONA), 22 FEB – Il segretario della Fisac Cgil Agostino Megale difende il decreto governativo che ha salvato Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti, evitando “danni peggiori al territorio, in particolare a circa 6.000 lavoratori e altri 1.000 dell’ indotto, alle imprese cui sono stati erogati crediti e mutui, a circa 1 milione di clienti”. Lo ha detto durante un convegno a Jesi sul futuro di Banca Marche, presente l’ ad di Nuova Banca Marche Luciano Goffi.
“Irresponsabili – secondo Megale – le Fondazioni che hanno fatto ricorso contro il decreto, quelle stesse Fondazioni che per anni hanno accompagnato la mala gestio degli ex manager. Bene dunque – ha aggiunto – da parte delle banche, l’ avvio di azioni di responsabilità, ma serve anche una legge che preveda che i top manager che hanno condotto le banche al dissesto contribuiscano agli indennizzi per i risparmiatori danneggiati restituendo gli ultimi 5 anni dei loro compensi”. Sempre in tema degli indennizzi alle vittime del “salva banche”, Megale ha chiesto che il fondo sia aumentato “fino a 200 milioni affinché almeno il 70-80% degli obbligazionisti subordinati non istituzionali vengano pienamente tutelato, e che parte delle plusvalenze della cessione delle sofferenze confluite nelle bad bank vadano ai danneggiati”.
Altre agenzie:
Banca Marche: Medioleasing chiede 87 mln di euro a ex vertici Azione di responsabilità contro 14 persone e società revisione (ANSA) – JESI (ANCONA), 22 FEB – Medioleasing, via libera all’ azione di responsabilita’ contro gli ex vertici ritenuti responsabili del dissesto della societa’ di leasing del Gruppo Banca Marche, commissariata dal 4 febbraio 2014. Il provvedimento, avviato dal Commissario straordinario Maurizio Belloni e notificato in questi giorni agli interessati, riguarda 14 ex consiglieri, ex manager ed ex sindaci revisori in carica dal 2006 a parte del 2012. A loro e alla ex societa’ di revisione PriceWaterhouseCoopers sono stati richiesti risarcimenti per danni accertati fino ad un massimo di 87 milioni di euro. L’ azione di responsabilita’, annunciata negli scorsi giorni dal presidente di Nuova Banca Marche Roberto Nicastro, e’ stato confermata oggi dall’ amministratore delegato di Nuova Banca Marche Luciano Goffi a margine di un convegno della Fisac Cgil sul futuro dell’ istituto. La richiesta di danni agli ex vertici Medioleasing segue l’ azione di responsabilita’ avviata lo scorso anno dagli ex commissari di Banca Marche, per un maxi-risarcimento di 100 mln di euro da 31 ex amministratori e manager e di 182,5 mln dalla ex societa’ di revisione, la Prince WaterhouseCoopers, per 37 finanziamenti che sarebbero stati concessi senza adeguata valutazione di merito, istruttoria o garanzie. (ANSA). YXM-ME 22-FEB-16 16: 52 NNN
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Banche: ad Nuova Marche, pronti a ogni soluzione, anche da soli Futuro in altro gruppo italiano o straniero, servire territorio (ANSA) – JESI (ANCONA), 22 FEB – “Da soli o con le altre 4 banche? Siamo aperti a ogni soluzione. Anche ad una prospettiva stand alone (‘ da soli’ ndr) “. Lo ha detto l’ ad di Nuova Banca Marche Luciano Goffi, durante un convegno sul futuro dell’ istituto organizzato da Fisac Cgil e Cgil Marche a Jesi “Dopo le turbolenze iniziali la gente ha capito cosa che cosa fa Nuova Banca Marche e che cosa può fare per il territorio – ha spiegato -. Stiamo erogando credito in maniera veloce, acquisendo nuovi clienti, assistendo clienti che avevano obbligazioni e azioni per aiutarli nei modi per noi consentiti. In attesa dei decreti sugli indennizzi, abbiamo già preparato tutte le carte per poter accompagnare gli obbligazionisti agli arbitrati”. Quanto alla vendita, “il processo e’ avviato. A marzo consegneremo a chi ha interesse l’ information memorandum, successivamente apriremo la data room per la due diligence. Il futuro – ha annunciato Goffi – sarà dentro un altro gruppo, in un contesto strategico che possa valorizzare questa banca sul territorio, questo almeno il nostro intento. Che poi il gruppo parli italiano o straniero – ha sottolineato – poco conta, l’ importante é che possiamo negoziare condizioni di ingresso tali da permettere a questa banca che ha il 24% del mercato del credito regionale di continuare a fare credito alle imprese e alle famiglie”. YXM-ME 22-FEB-16 16: 53 NNNDa Sole24Ore.com – Le Marche in cerca di ripresa«Le Marche devono voltare pagina. O cogliamo in fretta i segnali di questo accenno di ripresa e risaliamo sul treno della crescita o c’è il baratro davanti a noi». Non usa mezzi termini il presidente di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli. Che venerdì scorso – assieme ai tre past president dell’associazione e ai vertici delle territoriali – ha firmato un’intesa senza precedenti con la Giunta regionale al completo per definire priorità e linee di azione comuni per rilanciare il territorio. E ieri ha preso parte a un incontro di tutte le forze imprenditoriali, sindacali e sociali della regione per focalizzare il ruolo nevralgico di Nuova Banca Marche per l’economia locale. Due incontri con un unico comune denominatore: la volontà di fare squadra in regione, per far sì che quello toccato nel 2015 sia il punto più basso della curva, da cui ora ripartire.
Il default di Banca Marche e il miliardo e mezzo di investimenti che ha bruciato sul territorio – tra cui i risparmi di oltre 43mila azionisti e obbligazionisti subordinati – è solo il sintomo acuto di uno scollamento cronico tra credito e tessuto produttivo, che va avanti dal 2011. A metà 2015 c’è stato il primo stop nella caduta dei finanziamenti. Uno stop che non è un’inversione di rotta: -0,1%(su base annua) i prestiti alle imprese, ma con un tasso di ingresso in sofferenza aumentato. E il +1,4% di produzione industriale nelle Marche di fine 2015 è ancora sotto il dato medio nazionale (+2,2%). Mentre l’export rallenta (-2,7% nei primi nove mesi del 2015) e solo l’agricoltura tiene botta in regione: +1,7% il valore aggiunto tra 2011 e 2015 contro il -6,8% dell’industria, il -10,7% delle costruzioni, il -4,7% dei servizi. Con 7mila piccole imprese sparite negli ultimi quattro anni.«Affiancheremo la Giunta Ceriscioli come partner fissi sui temi dell’economia. Abbiamo avviato un tavolo con i cugini artigiani e cooperativi per affrontare i temi della società regionale di garanzia (Srgm) e dei confidi, aperto ad altri argomenti e ad altre categorie. E con le banche si deve ricuce un rapporto di fiducia o usciamo tutti perdenti», aggiunge Bucciarelli. Il protocollo di intesa siglato venerdì tra industriali e Giunta riconosce ruolo, difficoltà e strategicità del manifatturiero, e dell’edilizia in particolare, per rilanciare l’economia marchigiana. E le leve su cui intervenire sono le classiche di politica industriale: semplificare la Pa, valorizzare le infrastrutture (in primis Porto di Ancona, aeroporto di Falconara, Fano-Grosseto), potenziare reti telematiche e le risorse per l’internazionalizzazione, favorire il credito per sostenere gli investimenti.
E in questo scenario Banca Marche torna a giocare un ruolo strategico. «Perché era e resta la prima azienda della regione e il motore della sua economia, con 2.700 dipendenti, il 23,9% del mercato della raccolta, il 23,5% degli impieghi, 110mila Pmi clienti, 420mila clienti privati. Numeri cambiati poco nei tre anni di commissariamento, lo conferma il saldo netto di 5mila clienti in più nel periodo», sottolinea Luciano Goffi, oggi ad della Nuova Banca Marche, dg da settembre 2012, anno in cui esplose l’effetto di un’esposizione nell’immobiliare salita al 40% degli impieghi e al 70% delle sofferenze. Un default con cui hanno fatto i conti anche 400 dipendenti finiti al fondo esuberi e 300 giovani a termine non confermati. «Oggi siamo tornati a essere la banca delle Pmi e sarebbe una grande opportunità – ritiene Goffi – entrare in un gruppo internazionale per accompagnarle sui mercati esteri e offrire loro servizi innovativi». Soluzione che preoccupa famiglie, imprese e istituzioni locali, compatte nel sostenere la proposta dei sindacati di un tavolo di tutte le forze economiche e sociali . «Banca Marche è tornata a essere protagonista del territorio – spiega il segretario Fisac Cgil Agostino Megale – va venduta separatamente dalle altre tre banche fallite, e non a un fondo di investimento. E va prevista una clausola sociale per mantenere qui l’occupazione e restituire ai vecchi azionisti plusvalenze e indennizzi».