Icbpi: Dal riassetto Visa 600 milioni per le banche italiane

Fonte: Il Sole24Ore

Visa riunisce le sue forze su scala globale: il colosso americano delle carte di credito, Visa Inc, ha rilevato ieri le attività in Europa, raggruppate in Visa Europe, nell’operazione più ambiziosa delle sua storia, pari a 21,2 miliardi di euro, 23,4 miliardi di dollari, in contanti e azioni. E a beneficiare di questo deal saranno anche le banche italiane, socie del consorzio europeo: all’intero sistema italiano potrebbe arrivare, secondo stime, un incasso indicativo di almeno 600 milioni di euro.
Nel dettaglio, l’operazione ricompone la società – il più grande network al mondo di credit card – dopo otto anni vissuti da separati in casa: nel 2007, quando la Visa statunitense decise di cambiare la propria identità societaria passando da network cooperativo controllato dalle banche in società quotata, fu seguita nel cammino dalle altre realtà internazionali con l’eccezione dell’Europa. Visa Inc sbarcò a Wall Street un anno dopo.
L’operazione verrà portata termine con 11,51 miliardi in contanti e cinque miliardi in titoli privilegiati convertibili in azioni ordinarie. Un ulteriore versamento da 4,7 miliardi di euro è previsto al quarto anniversario del completamento della transazione, atteso entro giugno, purché siano stati raggiunti previsti obiettivi di entrate. L’intero deal è soggetto alle autorizzazioni delle Authority, Bce in primis.
Sono previste nell’insieme sinergie sia in termini di miglioramento delle entrate che di risparmi, i quali dovrebbero cominciare a materializzarsi da marzo in avanti.
Per le banche italiane, che fanno parte del consorzio Visa Europe e verranno remunerati sulla base dei volumi realizzati con Visa, si prospetta un incasso di rilievo (si veda Il Sole 24 Ore dello scorso 20 giugno). Secondo una fonte vicina al dossier, basandosi sulle quote di mercato detenuta dall’Italia in Europa, l’intero sistema bancario italiano potrebbe registrare un incasso indicativo vicino ai 600 milioni di euro, ma il calcolo è conservativo e potrebbe essere ben superiore. Tra i principali beneficiari c’è Icbpi, e quindi le banche popolari socie: è vero che l’istituto è stato ceduto a giugno a una cordata di tre fondi (Advent-Bain-Clessidra) ma nell’accordo era previsto un earn out collegato «ai proventi eventualmente riconosciuti a CartaSi (controllata dalla stessa Icbpi) da parte di Visa Europe». Le banche azioniste di Icbpi ricaveranno dunque incassi di diverse decine di milioni di euro in virtù delle quote detenute nell’Istituto. Tra queste spiccano il Creval (che da primo azionista ha ceduto il 18,39% di Icbpi e registrerà la plusvalenza maggiore), Banco Popolare e Bper.
Introiti tuttavia sono previsti anche per tutte le banche – incluse quelle grandi – che hanno licenza di emissione di carta Visa. L’eventuale impatto si registrerà sui conti del prossimo anno, visto che il closing è previsto nel 2016.

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