La procedura e la dismissione di molte attività da parte di Barclays Italia rappresenta un altro fallimento di banche internazionali sul territorio nazionale. La dismissione quasi totale, dopo anni di tagli, volge a chiudere il sipario ad una esperienza importante. La procedura di crisi aziendale non decolla e si avvicina alla scadenza dei termini previsti dal CCNL. La trattativa per responsabilità aziendali stenta a trovare gli spazi necessari per entrare nel vivo. Le OO.SS. hanno avanzato richieste chiare per risolvere le ricadute occupazionali che ricapitoliamo velocemente:
1) L’adesione volontariada parte dei dipendenti al piano esodi;
2) L’ampliamento del perimetro a tutto il personale e l’apertura, assolutamente volontaria, al personale della reteche a breve sarà coinvolto in una cessione ad altra società bancaria;
3) considerare tutte le adesioni che perverranno e scalarle in modo secco dagli esuberi dichiarati, utilizzando il personale ”recuperato” fungibile attraverso strumenti contrattuali, da definire nell’accordo sindacale;
4) la dismissione delle attività da parte di Barclays Italia, incomprensibiledal punto di vista strategico ed economico, prevede un “investimento economico” di oltre 200 milioni di euro a vantaggio dell’azienda cessionaria. Pertanto, risulta sacrosanta l’aspettativa dei lavoratori a perseguire riconoscimenti economici cospicui per chi aderisce al piano esodi. Le ingenti somme, messe a disposizione da Barclays per l’azienda subentrante, sono di TUTTI i lavoratori (del personale in esubero, del personale che sarà ceduto e del personale che rimarrà alle dipendenze di Barclays).
La maggioranza dei lavoratori, quelli della rete, saranno soggetti ad una cessione di ramo di azienda. La cessionaria “Che Banca” (Gruppo Mediobanca) raccoglie dei vantaggi evidenti: l’acquisizione di sportelli senza alcun costo per l’avviamento, le risorse aggiuntive milionarie messe a disposizione da Barclays,infine acquisire sportelli classici in diverse città sul territorio nazionale e quindi differenziare la propria offerta, diventare una Banca classica e non solo di tipo elettronico.
I lavoratori coinvolti dalla cessione sono circa 580 sul Territorio Nazionale. Il passaggio previsto è per il mese di giugno 2016 e ancora oggi non si conoscono i presupposti dell’operazione. Questa situazione consegna forti preoccupazioni tra i lavoratori sul tema della tenuta occupazionale, il mantenimento dell’identità e dell’autonomia del ramo stesso, nonché i rischi sui trattamenti contrattuali ed economici.
La RSA Fisac CGIL Barclays ritiene indispensabile affrontare prima possibile il problema della cessione del personale della rete e rivendica:
• la tenuta del Contratto nazionale ABI tempo per tempo vigente;
• l’applicazione dell’art. 2112 del C.C.;
• la tenuta dei livelli occupazionali;
• il mantenimento dell’identità/autonomia del ramo ceduto;
• la Retribuzione Annua Lorda;
• l’anzianità maturata;
• le condizioni previdenziali/sanitarie acquisite e quanto previsto dal CCNL ABI in merito alla salvaguardia dal “Jobs Act”
Roma, 12 Febbraio 2016
RSA Fisac CGIL Barclays P.L.C.
Fisac CGIL Roma Centro Ovest Litoranea