Gruppo Creval: Incertezza globalizzata e coalizione sindacale

I mercati azionari hanno perso, nelle prime tre settimane dell’anno, 4.000 miliardi di capitalizzazione.
Il settore bancario, accanto all’energia, alle materie prime e alle industrie di base afflitte da capacità eccedenti, ha guidato la caduta delle Borse. Le sofferenze delle banche europee, stimate in novembre dall’Autorità bancaria europea (EBA), sono circa 1.000 miliardi, per un quinto in Italia. Diverse sono le banche che si son viste bruciare in pochi giorni i loro recenti aumenti di capitale.
Materie infiammabili del caos capitalistico
Le cause della situazione in essere sono molteplici e difficilmente risolvibili:
 Il motore dell’economia mondiale sta rallentando. L’indebitamento in dollari delle economie emergenti è arrivato a circa 4.000 miliardi di dollari, solo mille in Cina. Può essere la “Terza ondata” della crisi del debito, dopo America e Asia. Il rallentamento della crescita asiatica sembra non trovare sbocchi anche per il deficit demografico: sono tutti tratti di un precoce insenilimento che Europa e America conoscono invece bene da tempo, in parte contenuto dagli inarrestabili processi migratori. L’aumento dei tassi americani, rincarando il servizio del debito in dollari, urta le economie emergenti e pone dilemmi monetari alla Cina, il più grande creditore verso gli Usa e il primo detentore di bond americani. Alcuni vedono incombere una prossima Bolla globale per effetto dei massicci investimenti, dalle giungle dell’Africa alle risaie della Thailandia, determinati dalla domanda cinese.
 Debito pubblico degli Stati e prestiti deteriorati ed inesigibili delle banche giungeranno probabilmente nel 2016 al loro momento di definizione. L’Europa potenza, nel suo ineludibile processo di unificazione, si trova con il nuovo anno a fare i conti con le nuove regole sulle risoluzioni bancarie (bail-in ) e del fiscal compact.
 Il debito dell’eurozona interessato al Fiscal compact è il 35% del PIL complessivo, ma per l’Italia è il 75%, circa 1.200 miliardi di euro da smaltire in un ventennio! Ipotesi di “haircut” che potrebbero sfoltire il debito italico, sul modello greco, metterebbero in seria difficoltà le banche italiane che hanno ancora nei loro asset importanti quote di bond sovrani.
 Le tensioni geopolitiche, in primis il Medio Oriente, sono ferite sanguinose per l’equilibrio mondiale e tendono a rimarginarsi con crescenti difficoltà.
Coalizione sindacale e lotta internazionalista
Chi ha sostenuto la possibilità di un ordine mondiale e rivendica un supposto interesse generale deve prendere fiato sotto i colpi della globalizzazione dell’incertezza.
Rassegnazione e passività non possono accontentare chi vuole difendersi nel mondo del lavoro dai futuri, prossimi scenari.
In tutti i settori, in primis quello bancario, si profilano ristrutturazioni e processi di concentrazione che, senza un’efficace azione di difesa, si scaricheranno pesantemente sul lavoro salariato.
La necessità della coalizione sindacale, unendo i lavoratori salariati a livello almeno continentale, è una prospettiva inaggirabile se vogliamo difendere le nostre condizioni e la nostra dignità.
La strada maestra è quella della lotta internazionalista, nell’unità di tutti i lavoratori senza distinzione di nazionalità, di razza, di sesso o di religione.

Segreteria Organo Coordinamento Fisac-Cgil
Gruppo bancario Credito Valtellinese

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