Tra le questioni fondamentali in esame in Parlamento sul Ddl unioni civili, non c’è solo il riconoscimento delle unioni civili in generale, ma anche l’approvazione del diritto di adozione del figlio biologico da parte del partner (la c.d. stepchild adoption), indipendentemente dal fatto che la coppia sia etero o omosessuale, e dei diritti di reciproca assistenza, tra cui la reversibilità della pensione.
Più di trecento giuristi, docenti universitari, magistrati e avvocati, hanno firmato l’appello intitolato ‘Unioni gay, i bambini innanzitutto’, lanciato da Articolo29.it, sito di informazione giuridica su famiglia, orientamento sessuale, identità di genere, in cui si legge “[…] non possiamo non rilevare che l’adozione del figlio da parte del partner del genitore biologico, diretta a dare veste giuridica ad una situazione familiare già esistente di fatto, rappresenta la garanzia minima per i bambini che vivono oggi con genitori dello stesso sesso. Il riconoscimento giuridico della relazione anche nei confronti del genitore sociale assicura difatti al bambino i diritti di cura, di mantenimento, ereditari ed evita conseguenze drammatiche in caso di separazione o intervenuta incapacità o morte del genitore biologico, salvaguardando la continuità della responsabilità genitoriale nell’esclusivo interesse del minore […]”.
Crediamo che la discussione aperta in Parlamento possa superare l’impasse solo se si converge sull’idea che non approvare la stepchild adoption per le coppie omosessuali consenta il permanere di una disparità sociale: alcuni bambini continuerebbero ad avere meno diritti di altri!
E’ per questo che siamo convinte che aderire alla manifestazione del 23 gennaio (E’ ORA DI ESSERE CIVILI #SVEGLIATITALIA), promossa dalle Associazioni LGBT di tutta Italia in più di 40 piazze, sia indispensabile e un segno di profondo senso civico.
ESECUTIVO DONNE FISAC CGIL