Quello che è successo nelle 4 Banche italiane recentemente oggetto del c.d. “Decreto salva Banche” rappresenta una situazione nuova e dagli sviluppi imprevedibili e preoccupanti. La rabbia dei clienti di quelle Banche, che hanno perso i risparmi di una vita, si sta diffondendo a macchia d’olio nell’opinione pubblica.
La pressoché concomitante entrata in vigore della Direttiva Europea 2014/59 Bail-in (salvataggio interno) e della riforma delle banche popolari (decreto-legge n. 3/2015, convertito con legge n. 33/2015) rischia di allargare la sfiducia dei clienti all’intero sistema bancario italiano, a partire proprio da quelle banche popolari che hanno affrontato, o stanno per affrontare, il difficilissimo passaggio da Società Cooperative a Società per Azioni.
L’introduzione, da parte del governo, dell’arbitrato che dovrà valutare “caso per caso” le vicende dei risparmiatori che avevano acquistato obbligazioni subordinate delle 4 banche rischia di dare inizio a una guerra tra poveri: piccoli risparmiatori da una parte, lavoratori bancari dall’altra.
Nessuna conseguenza per chi doveva vigilare e controllare (Banca d’Italia e Consob) e non l’ha fatto.
Non una parola sulle dissennate politiche commerciali imposte dai vertici di quelle Aziende e dai loro Managers ai lavoratori, che, come sappiamo, sono sempre soggetti al pericolo di mobilità professionale e territoriale, e non solo.
Nessun accenno a come siano stati poi utilizzati i soldi raccolti con quelle vendite: una massa di crediti inesigibili, svalutati per oltre l’80%.
Il rischio reale è che a pagare, economicamente e penalmente, per le folli politiche commerciali sia il lavoratore.
Quello che sta accadendo deve far mutare le strategie e le metodologie di vendita “a tutti i costi” decise dai vertici delle Banche e deve essere da monito per tutti quei Managers che inseguono, attraverso pressioni commerciali di ogni tipo, il raggiungimento di obiettivi spesso impossibili per soddisfare le proprie personali ambizioni.
Deve farci capire che la continua, inesorabile erosione dei diritti e delle tutele rende sempre più ricattabili i lavoratori e sempre più esposti a rischi i risparmiatori.
Ora più che mai, il rispetto di ogni normativa, soprattutto Antiriciclaggio e Mifid, è la sola garanzia non soltanto del risparmiatore, ma anche del lavoratore.
Chi crede di salvare le banche con il mancato rispetto delle normative, con le violazioni contrattuali e con le pressioni commerciali, in realtà le affossa, distruggendo l’indispensabile rapporto fiduciario tra lavoratori e clienti.
Per quanto riguarda la nostra Banca, facciamo nostre le parole dell’A.D. Cristiano Carrus:
“Veneto Banca ha i numeri, le risorse e le persone per tornare a generare utili”
Siamo certi che lo possiamo fare recuperando la piena fiducia dei clienti e la serenità dei dipendenti.
Photo by Jeff Kubina