Giornalino New Db “Contro Flash” N° 19

Trovare le parole giuste quando accadono brutalità come quelle di questi giorni in Francia è di per se’ difficile, evitare di dire banalità lo è ancora di più. Non è certo un organo di informazione sindacale/aziendale come il nostro che può predisporre un’analisi compiuta o tentare di dare risposte a quanto successo. Per questo, ci limitiamo ad esprimere il nostro dolore ed il nostro cordoglio per le vittime dell’atto terroristico di Parigi nonché di tutti gli altri (nel 2015 sono stati oltre 13.000) che quotidianamente insanguinano il mondo. Una cosa però ci sentiamo di poterla dire: le ingiustizie, le disuguaglianze, le speculazioni (tra le quali certamente anche quelle finanziarie) creano senz’altro le migliori condizioni perché fanatici e violenti trovino spazio e legittimazione. Fosse solo per questo, cercare di creare una società più equa e solidale dovrebbe essere interesse di tutti e non, come dicono molti di coloro che hanno le leve del potere a qualsiasi livello, l’utopia di qualche illuso benpensante.

DB: A CHE PUNTO SIAMO
Dopo gli annunci delle scorse settimane circa la riorganizzazione globale di DB, non vi sono state altre novità di rilievo. L’incontro che come Organizzazioni Sindacali abbiamo richiesto all’Ing. Valeri deve ancora svolgersi e quindi non abbiamo informazioni ufficiali ulteriori rispetto a quanto già divulgato. Certamente, in questi giorni sono sempre più numerosi i clienti che entrano negli sportelli per chiedere informazioni e rassicurazioni, a conferma che la famosa forza del “brand” tanto sbandierata negli anni scorsi ormai è in gran parte evaporata. In assenza di ulteriori specifiche sul piano di tagli, partiamo proprio dai clienti per fare alcune osservazioni. Come abbiamo già avuto modo di sostenere, siamo ragionevolmente certi che il piano di ristrutturazione comporterà il ridimensionamento della presenza territoriale anche nelle realtà che non verranno smantellate. Ciò si concretizzerà in chiusure di numerosi sportelli e revisione della clientela di riferimento. Pare abbastanza evidente, e del resto gli annunci della nuova dirigenza non lo nascondono, che una certa fascia di clienti prima ritenuti comunque importanti, oggi non sollecitino più lo stesso interesse da parte della banca. Stiamo parlando della fascia cosiddetta “retail”, cioè sostanzialmente i soggetti e le persone “normali”. Per essi l’alternativa futura pare proprio essere quella di accettare l’idea di operare solamente attraverso i servizi remoti od elettronici oppure semplicemente trovarsi delle alternative, visto anche che, in queste condizioni, la fidelizzazione diventa un concetto molto più blando di un tempo. DB sembra volersi convertire in banca che si rivolge a persone abbienti (private) che siano in grado di garantire ritorni economici significativi attraverso negoziazione di strumenti finanziari sofisticati ed apporto di quantità di denaro importanti. Basta vedere quali investimenti vengono proposti in questi giorni per farsene un’idea: titoli in dollari a scadenze di sette o dieci anni (che quindi hanno rischio di cambio e di capitale oltre che di rendimento) con meccanismi complessi che, anche tenendo conto dell’attuale contesto di mercato, poco si addicono a clienti tradizionali (anche se viene chiesto di venderli anche a loro…ovviamente). Altro aspetto interessante è che ormai la banca non emette più alcun prodotto proprio ma si limita a fare da rivenditore ad altre aziende finanziarie. Insomma, la strada sembra tracciata, come la si percorrerà e quali ricadute avrà anche su di noi è tutto da vedere.

PROBLEMI DI CASSA (E NON SOLO)
La nostra RSA di Milano ha sottolineato in un recente volantino il grave problema connesso alla necessità di garantire l’operatività di cassa negli sportelli della piazza. Tenere aperte tutte le agenzia appare un’impresa complicata un po’ ovunque. L’introduzione di apparecchiature automatiche come i “Self Banking” secondo la banca avrebbe risolto il problema rapidamente ma le cose non stanno assolutamente così, vuoi per l’insufficienza dei macchinari, vuoi perché la clientela che ancora si reca in banca rimane numerosa. Accade così che un cassiere debba aprire più sportelli nella stessa giornata, magari solo per un’ora nel pomeriggio, e che si lavori stabilmente in emergenza. In altre piazze si è costretti a lunghe trasferte per sopperire in qualche modo alle esigenze di servizio. Tale situazione comporta che talvolta le norme di sicurezza e responsabilità (peraltro previste dalle policy aziendali) vengano ignorate, con potenziali gravi rischi operativi .
Come non bastasse, si verifica spesso che i preavvisi per le sostituzioni vengano comunicati in qualsiasi momento, anche con mezzi ed in orari non convenzionali (telefoni cellulari privati, social network…) con evidente ingerenza nella vita personale e nella privacy degli interessati. A questo proposito va fatta qualche riflessione anche riguardo il fatto che sempre di più tempo di lavoro e tempo di vita vadano confondendosi. L’influenza degli strumenti tecnologici oggi quotidianamente in uso è palese e deve farci riflettere anche che la stessa banca fornisca in dotazione a molti colleghi tali apparati. E’ il caso di chiedersi se telefonini, pc e quant’altro che la banca affida ai dipendenti siano effettivamente del tutto funzionali ed indispensabili all’attività lavorativa, anche perché il loro utilizzo comporta comunque ulteriori responsabilità in capo ai Lavoratori oltre che facilitarne la reperibilità da parte aziendale. Vale la pena ricordare che le recenti novità legislative introdotte con il Jobs act ampliano enormemente le facoltà di controllo a distanza dei singoli individui da parte del datore di lavoro attraverso strumenti informatici e di comunicazione. Invitiamo tutti a fare attenzione a questi aspetti, non derogando sulle questioni di responsabilità patrimoniale (controllo dei valori), diritto ad usufruire della pausa pranzo ed osservanza delle regole procedurali circa gli ordini di servizio che, salvo casi del tutto eccezionali, non possono essere impartiti al di fuori del normale orario di lavoro e dei normali canali di comunicazione azienda / dipendente. Segnalateci eventuali situazioni critiche.

POLIZZA SANITARIA ED INFORTUNI: DAL 1° GENNAIO ARRIVA ALLIANZ
Dopo numerosi incontri con l’azienda, siamo quindi praticamente arrivati al rinnovo delle polizze sanitarie ed infortuni per i prossimi quattro anni (2016 – 2019). Rimandandovi all’informativa unitaria che uscirà non appena definita del tutto la questione, in questa sede ci limitiamo ad informare che i contenuti delle polizze saranno leggermente migliori rispetto alle attuali, che la nuova compagnia di riferimento sarà Allianz e che l’adesione dovrà avvenire in tempi piuttosto brevi, quindi invitiamo tutti a prestare particolare attenzione alle prossime comunicazioni sull’argomento!!!

MODIFICA ALLA CONTRIBUZIONE AL FONDO PENSIONE
Ricordiamo che entro il 25 novembre scade il termine entro il quale far pervenire al Fondo Pensione eventuali variazioni del proprio profilo di investimento. Le opzioni possono riguardare tanto il capitale già investito che i futuri contributi ed è necessario accedere al sito del Fondo, compilare il form elettronico, stamparlo ed inviarlo in originale ai Servizi Amministrativi. Nel caso in cui non si voglia apportare alcuna modifica a quanto già in essere, non è richiesta alcuna azione.

ALTRI MONDI: BREVE COMPENDIO DELLE SITUAZIONI NELLE BANCHE
Banca Marche, Banca Etruria, Cari Ferrara, Cari Chieti: sono le 4 banche sull’orlo del fallimento per il cui salvataggio occorrono circa 2 miliardi. Il Fondo Interbancario e Bankitalia si stanno muovendo per intervenire prima che entrino in vigore le nuove norme che potrebbero coinvolgere nel salvataggio anche i correntisti. Diverse le valutazioni politiche su questa “fretta” delle istituzioni bancarie nazionali che sembra sollevare perplessità anche in sede europea.

Unicredit annuncia il taglio di 18.200 dipendenti del Gruppo. Vi saranno ulteriori ricadute anche in Italia visto che il nuovo piano aggiunge 540 esuberi (volontari?) ai 5.100 previsti lo scorso anno e già in corso di fuoriuscita. Come al solito, i problemi si scaricano anche qui sui Lavoratori. Oggi si parla della strategia sbagliata degli scorsi anni quando, vuoi per bulimia industriale vuoi per convenienza politica, il management ha ingigantito la banca a tal punto da non poterla più gestire in modo efficiente. Tanto si sa come va a finire: a suo tempo Profumo eroe, oggi dipendenti mazziati…

MPS (altra ex banca di Profumo) ha annunciato alle Organizzazioni sindacali nuovi provvedimenti di riduzione del costo del lavoro. Non si capisce ancora bene come intenda agire ma la banca ha già dichiarato di non voler fare ricorso al Fondo di Solidarietà per il 2016. La situazione di MPS è ancora seria e, secondo le OO.SS., molte sarebbero le cose da fare per ristabilire una gestione equilibrata a partire dagli stipendi dei manager e le consulenze esterne per finire con i sistemi incentivanti ed il clima aziendale (questi problemi non ci sono nuovi…). La novità, in questa fase dell’ intervento aziendale, è quindi che la banca dichiara di non voler ricorrere agli strumenti di esodo collettivo (a suo carico) per far fronte ad eventuali esuberi, elemento questo che potrebbe indurre a qualche preoccupata riflessione di carattere generale.

Banco Popolare invece il Fondo di Solidarietà lo applicherà per 200 dipendenti della banca. Le uscite saranno volontarie ed incentivate, quindi si eviteranno situazioni particolarmente critiche. Vi sono comunque alcuni aspetti interessanti anche in questo caso: dei futuri fuoriusciti, almeno 140 dovranno essere quadri direttivi (sostanzialmente i 2/3 del totale) ed in ordine di priorità saranno fatti andare via prima gli addetti alla Rete commerciale e poi gli appartenenti alle altre strutture della banca. Alle volte le cose sono diverse da come ce le immaginiamo…

Giornalino

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