Commentando le vicende che di recente hanno visto il coinvolgimento di alcuni esponenti del top management di Unicredit, così si è espresso, qualche giorno fa, l’A.D. di Luxottica, (azionista di riferimento di Unicredit):” …basta che la banche facciano i numeri, ormai la reputazione conta poco” .
Parole chiarissime che racchiudono in sé, in modo esemplare, il paradosso quotidiano del nostro lavoro.
Del Vecchio dimentica infatti che l’oggetto del lavoro delle banche è la moneta, tecnicamente definita “moneta a circolazione fiduciaria”.
La parola chiave quindi è un sola: FIDUCIA.
In sostanza una moneta (intesa come unità di valore spendibile) mantiene il suo valore se tutti coloro che la adoperano e ne determinano la circolazione a vario titolo, hanno FIDUCIA che quel valore sia destinato a durare nel futuro.
Presupposto essenziale perché ciò avvenga è che vi sia FIDUCIA in coloro che quel valore lo amministrano e gestiscono.
Gli amministratori e i gestori della moneta sono le banche centrali e le banche commerciali.
Da lunghi anni ormai –come testimoniano le rilevazioni ISTAT- la fiducia nelle banche sta calando, in maniera costante e continua.
Sta quindi accadendo, paradossalmente, che al contrario di ciò che avveniva 15/20 anni fa, quando l’Istituzione Banca , agli occhi del cliente era garante del dipendente/gestore, oggi è il dipendente/gestore che si fa garante –con la propria credibilità umana e professionale- nei confronti del cliente e per conto dell’istituzione banca.
E’ di fatto un assurdo ma purtroppo è esattamente la situazione che si è creata.
E’ del tutto evidente:
a) che i gestori non si possono fare garanti della banca;
b) che per i gestori non è possibile sopportare tale peso, soprattutto quando devono attenersi a budget quali/quantitativi stabiliti e imposti dai dirigenti.
Oltretutto tale situazione non è riconosciuta dal management delle
banche medesime in nessun modo.
Il fatto che colleghe e colleghi di livello inquadramentale medio/basso e con correlate retribuzioni debbano sopportare per anni, talvolta per una vita (anche sul piano della relazione umana) la responsabilità e la correttezza -doverosa fino a prova contraria- di una relazione professionale, è evidentemente un qualcosa che sfugge oggi all’A.D. di Luxottica e alla gran parte del nostro management.
Del resto … basta che la banche facciano i numeri, ormai la reputazione conta poco.
Bologna, 13/11/2015
COORDINAMENTO RSA MPS EMILIA-ROMAGNA