Nell’ambito della Settimana Sri organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile si è tenuto un convegno riguardante il ruolo delle Banche rispetto ai cambiamenti climatici i corso. Il Forum per la Finanza Sostenibile è un’associazione senza scopo di lucro nata del 2001. E’ un’organizzazione multistakeholder: ne fanno parte operatori del mondo finanziario ed altri soggetti interessati dagli impatti ambientali e sociali dell’attività finanziaria. Lo scopo del Forum è promuovere l’integrazione di criteri ambientali, sociali e di governance nelle politiche e nei processi di investimento.
L’attività dell’Associazione si articola in tre piani strategici pluriennali – Futuro di Valore, Investire con i Piedi per Terra e rapporti con le Istituzioni- rivolti rispettivamente ad Investitori Istituzionali, Retail ed ai Decisori politici. Nell’ambito di tali programmi, il Forum si occupa di promuovere e realizzare studi, pubblicazioni, ricerche ed indagini; organizzare convegni, workshop, seminari od altri eventi culturali; alimentare e consolidare le relazioni con istituzioni ed organizzazioni interessate al raggiungimento di obbiettivi analoghi a quelli dell’Associazione. Dal 2012, il Forum è promotore e coordinatore della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile in Italia (www.settimanasri.it) .
Inoltre Il Forum è parte di Eurosif (The European Sustainable and Responsible Investment Forum), un network pan-europeo la cui missione è la promozione della Sostenibilità attraverso i mercati finanziari in Europa. L’Ufficio Nazionale Sostenibilità e Rsi della Fisac-Cgil partecipa fattivamente agli incontri della Settimana Sri con propri uditori.
In questa direzione va l’incontro di Milano del 9 novembre “Financing the climate change” che è stata la prima iniziativa di engagement dei fondi pensione negoziali italiani. Il cambiamento climatico è una delle sfide più importanti della nostra epoca e l’urgenza del problema fa sì che le emissioni di gas serra (le cosiddette GHG, Green House Gases) sono sempre più soggette ad un controllo da parte delle Autorità pubbliche e regolamentate da parte del legislatore.
La Conferenza sul Clima UN COP 21 in programma a Parigi a dicembre di questo anno dovrebbe portare ad un accordo internazionale, vincolante per tutti i Paesi, per limitare il riscaldamento globale ad un massimo di 2 gradi centigradi superiori ai livelli preindustriali. Per ottenere questo, è necessario reindirizzare enormi capitali per accelerare il passaggio verso una low carbon economy.
In tutto ciò le Banche hanno un ruolo fondamentale nell’affrontare questo impegno. Da una parte, infatti, il settore bancario è particolarmente esposto ai rischi connessi ai cambiamenti di clima, dall’altra il finanziamento e tutta l’attività di supporto nei settori della Green Economy e dell’efficienza energetica rappresenta una notevole opportunità. Infatti gli Investitori, negli ultimi anni, si sono resi più consapevoli della materialità del cambiamento climatico per i loro investimenti. A far data dal 2014 un pool di Fondi pensione negoziali italiani ha interpellato delle primarie Banche internazionali riguardo il tema del riscaldamento globale.
Infatti nel novembre del 2014 il Fondo negoziale Cometa – con la collaborazione di Assofondipensione– ha organizzato un pool con altri Fondi pensione negoziali italiani sul tema del cambiamento climatico. Scopo dell’iniziativa è stato l’avvio di un dialogo con le principali Banche internazionali per comprendere se, in che misura e come questa tematica decisiva sia integrata nelle svolgimento delle principali attività bancarie anche in chiave di Csr.
La scansione temporale ha visto nell’ottobre 2014 la società di Rating ambientale Vigeo analizzare l’impegno bancario in tema di climate change. A novembre 2014 Assofondipensione ha organizzato il pool di Fondi pensioni negoziali, inviando le lettere a 40 grandi Banche internazionali. Nel periodo gennaio-maggio 2015 si è provveduto alla raccolta delle risposte e al dialogo diretto con alcune Banche interpellate. Nel giugno-luglio è stata organizzata la gestione dei dati che sono stati presentati alla Direzione Generale di Cometa e diffusi questo settembre. Nel novembre del 2015, infine, presentazione pubblica dei risultati durante la Settimana Sri, a cui ha partecipato anche l’Ufficio Nazionale Sostenibilità e Rsi della Fisac-Cgil.
Nella lettera sono state richieste informazioni riguardanti l’integrazione dei rischi legati al climate change nel processo di risk management; la quantificazione delle emissioni di CO2 del portafoglio Clienti; la gestione degli impatti diretti in termine di emissioni di CO2; i prodotti e servizi “green” a supporto della transizione energetica; la rendicontazione agli Stakeholders del rischio clima; la partecipazione ad iniziative di settore sul tema. L’indice di risposta per area geografica è stato del 100% per l’Australia, del 72% per l’Europa, del 50% per il Canada, del 25% per il Giappone e gli Usa, in definitiva 23 Banche su 40.
Le grandi Banche internazionali hanno dimostrato una maggior consapevolezza ed attenzione al tema del cambiamento climatico. L’attenzione è più rivolta agli impatti indiretti piuttosto che a quelli diretti. In vista di COP21 molte Banche hanno intrapreso nuovi impegni in tema di parziale disinvestimento dall’industria carbonifera e supporto alla transazione energetica. Però malgrado i progressi compiuti, restano forti disparità tra le pratiche osservate. In genere i rischi finanziari legati al climate change e la loro integrazione nei processi di risk management appaiono come importante leva per aumentare la consapevolezza delle Banche sul tema.
E’ indispensabile, dunque, accelerare il passaggio da un approccio “caso per caso” ai grandi temi legati alla transizione energetica, ad un approccio strategico con obbiettivi quantitativi e chiare politiche settoriali. I rischi legati al cambiamento climatico devono essere integrati a livello di Governance, partendo dal Consiglio di Amministrazione. E’ urgente una maggior trasparenza in termini di composizione settoriale del portafoglio, questo al fine di valutare l’effettivo impegno delle Banche in materia, monitorando i futuri progressi.
Le Banche saranno sempre più chiamate a gestire in modo consapevole i rischi legati al cambiamento climatico e non solo quelli più specificatamente legati alla creazione (o distruzione) di valore finanziario.
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