Il contratto collettivo nazionale di lavoro delle Aree professionali e dei Quadri direttivi del Credito cooperativo è scaduto il 31 dicembre 2013.
A marzo 2015 la Categoria rispose con lo sciopero generale alla decisione della Controparte di disdettare i CCNL e i contratti di 2° livello, prospettandone addirittura la disapplicazione.
Le Parti nazionali ripresero il confronto e stipularono il 23 marzo un protocollo con temi e tempi per affrontare il complessivo rinnovo contrattuale.
Non è in discussione l’autonomia contrattuale e di rappresentanza di FEDERCASSE. Non è in discussione l’urgenza di decisioni che, preservando almeno la sostanza delle Banche di credito cooperativo, consentano di riposizionare il Movimento e di risolvere le criticità di sistema da tempo evidenti ( redditività, patrimonio, governance, sinergie ).
La “ riforma “ del Credito cooperativo ( annunciata da troppi mesi ) , i cui contenuti di larga massima sono decrittabili, inciderà strutturalmente sugli assetti del sistema della cooperazione di credito, generando ricadute sui lavoratori.
L’attuazione della “ riforma “ richiederà fasi di attuazione non semplici né brevi.
Il Sindacato non chiede, quindi, astrattamente di conoscere.
Il Sindacato chiede che il Governo decida in tempi stretti e che il Parlamento legiferi.
Ma, soprattutto, il Sindacato chiede che il Sistema di Credito cooperativo condivida nel rinnovo contrattuale – in termini chiari e vincolanti – tempi, istituti e procedure negoziali per governare la successiva attuazione dei contenuti della “ riforma “.
Per inciso, non siamo appassionati alla diatriba 1, 2, 3… capogruppo ma abbiamo il dovere di capire il significato delle scelte e le relative conseguenze.
Se non esiste ( e non esisterà ? ) un piano industriale di sistema, con tempi obiettivi e strumenti di attuazione del riassetto che la “ Riforma “ comporterà, , come si può pretendere di chiudere un rinnovo contrattuale a “ scatola chiusa “ senza precise garanzie sugli assetti contrattuali, sulle procedure, sulla mobilità occupazionale e professionale ecc. ecc.?
Non vorremmo scoprire dopo ciò che è già evidente adesso.
Sull’occupazione bisogna andare in chiaro.
Se 37.000 lavoratori sono considerati “ troppi “ da Federcasse e dal Movimento di credito cooperativo, il negoziato deve finalmente aprirsi per individuare e definire come e dove intervenire a sostegno dei livelli occupazionali.
Non è condivisibile che la trattativa sul punto sia bloccata dalla pretesa che il sindacato propedeuticamente accolga gli interventi sul CCNL privilegiati da Federcasse.
Disponibili a quantificare l’ulteriore contribuzione bilaterale degli ammortizzatori sociali di settore per gestire una fase straordinaria di ristrutturazione.
Ma devono essere chiari e condivisi finalità e durata.
La “ sostenibilità “ del rinnovo contrattuale si costruisce attraverso il negoziato, nella coerenza e trasparenza di obiettivi e comportamenti.