Cara Befana,
dopo un anno di governo “tecnico”, anche la depressione è diventata un lusso, con la scusa che al Sud fa sempre caldo, i prof. ci hanno lasciato in… mutande e senza neanche il bue e l’asinello. Tagli e tasse su tutti i fronti, scuola, sanità, trasporti, ricerca, cultura, l’IMU anche sulla prima casa dei pensionati, una riforma del lavoro (che sembra fatta apposta per distruggerlo, il lavoro) e così via dicendo. A tutto ciò aggiungi gli “annunci per il Mezzogiorno” : i soliti fondi europei da stanziare, le solite zone franche da individuare, l’ennesima proroga dello studio di fattibilità del Ponte sullo Stretto…
Sembra che non sia cambiato nulla dal precedente governo. Ma almeno con quell’altro tra finte nipotine e bunga bunga si rideva un po’. Qui invece è solo un pianto greco.
“Non ci sono soldi” ripetono ministri e sottosegretari alla radio e in tv.
Salvo poi scoprire che per acquistare gli aerei da guerra F35 sono stati stanziati 12 miliardi di euro;
che il mancato pagamento dell’Ici da parte del Vaticano equivale a 3 miliardi, mentre per l’Imu la chiesa ha avuto un sostanzioso “sconto”, a differenza dei pensionati che la pagano tutta;
che il finanziamento della Tav in val di Susa costa 2,5 miliardi;
e infine che la ricchezza privata si concentra nelle mani del 10% della popolazione e ammonta a circa 9000 miliardi di euro, mentre il debito pubblico è di circa 2000 miliardi di euro. Basta un rapido calcolo per capire che, tassando solo la parte più alta di questi patrimoni con un’ imposta del 25%, si azzererebbe di colpo il debito.
Insomma i soldi non ci sono, ma solo per la detassazione delle tredicesime ! Il problema quindi è come si impiegano i soldi pubblici, dove si sceglie di tagliare e dove di investire. Qualche esempio ? La scuola. Si taglia quella pubblica e si continua a finanziare generosamente quella privata. Le pensioni. Si tagliano quelle più basse e si allunga l’età pensionabile, ma non si colpiscono i capitali scappati all’estero e poi tornati in patria con una tassazione ridicola del 5%.
Cara Befana, penso alla frase di commiato del professore Monti: 13 mesi di governo difficili ma affascinanti. Difficili certamente per noi. Affascinanti di sicuro per lui impegnato a salvare con la Bce e la troika la stabilità della moneta unica. Per noi spesso si è trattato di salvare l’unica moneta in tasca. Difficile e affascinante come l’altro binomio: rigore ed equità. Il primo lo sperimentiamo molto bene, il secondo tema è come la temperatura di Bolzano, non pervenuta. Pensa che in 151 anni in questo Paese siamo passati da una quasi parità di ricchezza tra Nord e Sud a oggi quando, secondo alcuni, servono 400 anni per rimetterci in pari. 150 anni fa non mi chiamavo ancora Mezzogiorno e nessun leghista, nemmeno quelli in crisi oggi, poteva maltrattarmi. Ero una risorsa, una ricchezza di cui in tanti, in troppi hanno profittato. Ma questa storia te la racconto un’altra volta, ora passo alle richieste di quest’anno.
Cara Befana, per il 2013 vorrei un papa “diverso”, e non solo in quel senso. Vorrei un pontefice – che letteralmente vuol dire costruttore di ponti (sic!) – che quando parla di “ferite inferte alla giustizia e alla pace” non si riferisca alle coppie di fatto o ai gay, ma ai mercanti di guerra e di armi, agli sfruttatori di donne e bambini e non solo, ai razzisti e ai potenti della terra, quelli che non dovrebbero andare in paradiso, così come il famoso cammello non passa per la cruna dell’ago.
Cara Befana, vorrei anche una nuova classe imprenditoriale (non potendo ancora farne a meno…) che sia degna dell’appellativo. Ti pare possibile che il solito Marchionne possa continuare a sparare cazzate sempre più grosse, produrre danni e cali di vendita abissali, incassare stipendi e premi favolosi e ora, perfino, sostenere apertamente Monti ? L’unico “difetto”del prof., per l’uomo dal golfino blu, è non dare un po’ di soldi ai…consumatori per rilanciare l’economia. Sì proprio lui, che, dopo aver contribuito a distruggere la contrattazione salariale, riducendo i redditi degli operai, ora “scopre” da New York che senza soldi i lavoratori non acquistano le automobili… E pensare che mia zia questa cosa l’aveva capita già qualche anno fa, e senza andare a New York !
Poi, cara Befana, vorrei che tu regalassi un apparecchio amplifon alla ministra Fornero, che quando si parla di “esodati” fa finta di non sentire. Un apparecchio potente però, di quelli in grado di ripetere forte e chiaro che in migliaia sono senza stipendio e senza pensione grazie alla sua “riforma”.
Vorrei anche che ai banchieri italiani si potessero applicare gli stessi criteri di rigore, maggiorati in virtù delle maggiori sostanze, che si applicano ai “normali” dipendenti a cui vengono decurtati premi e straordinari in caso di difficoltà aziendale di cui non sono responsabili; così come mi piacerebbe che anche in Italia, quando un banchiere è riconosciuto colpevole di un reato, possa avere la certezza di andare in galera come è successo negli States con i manager UBS coinvolti nello scandalo del Libor.
Vorrei, infine, che alle prossime elezioni in tanti andassero a votare e col tuo aiuto milioni di schede potessero chiudere la stagione dei bunga bunga e dei professori; che la parola agenda tornasse a significare solo un diario giornaliero e non più la lista di tagli ordinata dalla BCE; che la parola lavoro tornasse a essere centrale, l’obiettivo primo da conquistare e costruire per milioni di persone (ovviamente con un occhio di riguardo per il Sud e scusa la partigianeria); e che “equità” diventasse finalmente realtà con una vera patrimoniale che tolga ai ricchi per dare ai poveri. Insomma come faceva Robin Hood tanto tempo fa.
Cara Befana, con la tua scopa spazza via professori, nani e ballerine che hanno ingolfato e distrutto questo Paese.
Ti prometto che, se lo fai, ti tengo in serbo un posto davvero importante. D’altronde hai il curriculum vitae perfetto e anche l’età è quella giusta. E poi saresti anche la prima donna Presidente della Repubblica.
Perché no? Patto fatto allora ?
Tuo devotissimo Mezzogiorno
( a cura del Dipartimento Mezzogiorno della Fisac/CGIL)