Mps: il no è sul merito

In merito ai contenuti di alcuni articoli di stampa, che riprendono concetti che ritroviamo nella comunicazione dell'AD ai Dipendenti, vorremmo innanzitutto ribadire che la non apposizione della firma da parte della Fisac-Cgil del Gruppo MPS all’Accordo Quadro è legata unicamente a motivazioni relative ai contenuti ed al merito dell’Accordo. In particolare derivano da:

  • la pervicacia aziendale nel perseguire le esternalizzazioni pur in presenza di alternative economiche possibili offerte dal Sindacato e rigettate dall’Azienda;
  • il gravissimo attacco alla contrattazione integrativa aziendale che non solo viene svuotata dal punto di vista economico e normativo – operando così la distruzione di 40 anni di conquiste dei Lavoratori e di pratiche sindacali tra le più avanzate nel Paese – ma impone sacrifici per destinare tali somme non al taglio degli interventi sui costi del personale ma al pagamento del salario incentivante accrescendo la discrezionalità aziendale.

Rispetto ad un punto molto importante e discusso e cioè quello delle garanzie occupazionali, ci limitiamo a riportare integralmente quanto sottoscritto: L’Azienda dal canto suo “si impegna, nel caso di crisi aziendale sopravvenuta dell’acquirente, e anche nel caso di ulteriore cessione a terzi, a garantire le soluzioni più opportune, con l’obbligo del mantenimento dei livelli occupazionali”. Ribadiamo, come già sottolineato nel nostro precedente comunicato, che l'Azienda non ha dato nessuna disponibilità a sottoscrivere una lettera individuale a tutti i singoli Lavoratori in cui venga garantita la riassunzione al MPS in caso di crisi occupazionale – unica vera garanzia efficace oggi e tempo per tempo – e a garantire tutele per la mobilità.

In altri accordi nel settore, decisamente più garantisti e tutelanti, è sempre stata contemplata la clausola “della riassunzione del personale in caso di crisi occupazionale”. Nell’accordo, per la prima volta in questi casi, non è stata espressamente prevista dall’Azienda una simile clausola. A titolo di esempio riportiamo il testo dell’ultimo grosso accordo in merito siglato in UBIS/Unicredito:

“In caso di tensioni occupazionali causate da recesso unilaterale di Ubis dal contratto di servizio stipulato con ES SSC dovuto alla decisione strategica di Ubis di internalizzare le attività, di esternalizzare le medesime ad altro soggetto fornitore, ovvero di non rinnovare il contratto alla prima scadenza, i Lavoratori/Lavoratrici non altrimenti ricollocabili da parte del Gruppo HP nell’ambito territoriale della sede di lavoro ancora in esubero successivamente all’applicazione di tutte le procedure contrattuali e di legge in materia di riduzione di personale – ivi compreso il ricorso agli strumenti di cui al già citato D.M. 158 del 2000 e successive integrazioni e modifiche, tra cui quelle derivanti dall’Accordo ABI dell’8 luglio 2011 -, in alternativa ad eventuali incentivi all’esodo erogati dal Gruppo HP, saranno assunti da Ubis o altra Azienda del Gruppo UniCredit”.

E per ultimo una rapidissima risposta all’ AD Viola che, in un testo inviato ai Lavoratori, lamenta il fatto che la nostra Organizzazione non avrebbe compreso il senso dell’Accordo: la nostra non firma deriva dal fatto che abbiamo compreso fin troppo bene che l’unico intervento drastico per risanare il Gruppo, in assenza di serie politiche di rilancio commerciale, viene operato – in forme inaccettabili e non solidaristiche – nei confronti del salario e delle condizioni occupazionali e di vita dei Lavoratori. La pregiudiziale aziendale sull’esternalizzazione doveva e deve essere superata attraverso un confronto di merito che può portare, con pari risultati economici di risparmio, a non “cacciare” alcun Lavoratore dal Gruppo MPS.

Siena, 21 dicembre 2012

LA SEGRETERIA

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