Lettera aperta al Presidente ed ai lavoratori dell’AGCOM

“Nessuno può sbarrare la strada alla verità”

Egregio Presidente,

come O.S. abbiamo fatto sempre il nostro dovere, a volte con toni aspri, altre volte con toni più pacati, sicuramente sempre ispirati da senso del dovere.

Esempi lampanti sono:

1) La firma sull’intesa IFR;

2) La scelta di stare con il Mezzogiorno. Un Mezzogiorno abbandonato e flagellato dove” i suoi figli crescono con l’idea di scappare via dalla umiliazione di non vedere riconosciute le proprie capacità;

3) Le proteste contro ogni ulteriore spostamento personale da Napoli a Roma (a settembre se sono andati, con tutta la comodità possibile, altri due nella Capitale);

4) La coerenza dei comportamenti con le “battaglie” (ricordiamo lo sciopero del 14 novembre 2014) attuate senza mai pensare a convergenze “opportunistiche e di comodo” o alleanze improvvise che hanno come base il “do ut des “, accompagnate dal rinnegamento di tutto quello che si era fatto precedentemente;

4) L’incessante e pressante azione per la stabilizzazione dei precari;

5) La scelta della Segreteria Generale della FISAC CGIL Campania di ricorrere, da sola, al giudice del lavoro per chiedere la condanna dell’AGCOM per attività antisindacale, e riportare in AGCOM la contrattazione su materie come la sicurezza del lavoro, le progressioni economiche, le indennità di funzioni, il premio di presenza, le polizze sanitarie/infortunio ecc., dopo un lunghissimo periodo di mancate convocazioni e di decisioni unilaterali prese senza il confronto con le parti sociali e con il silenzio di chi poteva intervenire.

Continuiamo a fare il nostro dovere quando:

1) affermiamo che l’applicazione della legge di stabilità 2015 alle progressioni economiche è un diritto dei lavoratori, che non può essere sottoposto a nessuna valutazione discrezionale.

2) Evidenziamo che chi ha contribuito a fare condannare l’AGCOM per comportamento antisindacale per ben due volte in 14 mesi, inspiegabilmente continua ad avere un ruolo importante nella gestione della nostra prestigiosa Istituzione.

3) siamo costretti a lasciare il tavolo di confronto quando le convocazioni vengono effettuate in chiaro contrasto con la sentenza del Giudice Ruoppolo.

4) segnaliamo che “ l’esecuzione” della sentenza del Giudice Ruoppolo non deve essere effettuata nel modo stabilito dalla attuale dirigenza che si interessa dei rapporti sindacali, perché si stravolge anche la progettualità individuata da codesta Amministrazione durante l’approvazione della delibera annullata. Gli incarichi ai nuovi direttori decorrevano dal 15 gennaio 2015, circa un mese dopo la pubblicazione della delibera 630/14/Cons che ha fissato l’indennità di funzione a 12000 euro per coloro i quali non superavano il tetto di 140000 euro.

Con la anomala delibera 480/15/CONS, in cui l’amministrazione ha avuto lo stesso comportamento per cui è stata condannata, sono stati confermati anche tutti gli atti successivi alla 534/14/CONS. Il risultato di questo paradossale passaggio procedurale, in contrasto con quanto ordinato dal Giudice Ruoppolo, ha prodotto una “ pseudo esecuzione” frammentata della sentenza, che, oltre a stravolgere la stessa progettualità (in termini di costi), potrà produrre, se si continua a seguire la metodologia dettata dall’attuale dirigenza che segue i rapporti sindacali:

1) Un possibile aumento sostanziale del salario accessorio ai numerosi nuovi direttori ( replichiamo: da 12.000 euro può raggiungere il 15% dello stipendio annuo).

2) Il mancato annullamento dell’indennità di funzione (che può arrivare al 15% dello stipendio annuo) per i direttori che superano, come salario, i 140.000 euro.

Egregio Presidente,

il ricorso ex art 28 dello Statuto dei lavoratori è stato proposto per delimitare un preciso perimetro delle relazioni sindacali, e sicuramente non per aumentare (con un chiaro possibile effetto paradosso) lo stipendio accessorio ai nuovi direttori che hanno sostituito i precedenti che l’AGCOM continua a pagare profumatamente…. (QUALCUNO, DI ESSI, INSPIEGABILMENTE, RESISTE ANCORA IN POSIZIONE DI COMANDO O FUORI RUOLO, SEBBENE SVOLGE OGGI UN COMPITO DIVERSO DA QUELLO PER CUI, ANNI FA, SI ATTUO’ IL COMANDO O FUORI RUOLO ) sebbene le loro competenze sono diminuite vertiginosamente.

Le chiediamo, dunque, di verificare con la massima attenzione tutto quanto Le abbiamo evidenziato e di considerare questa nostra lettera aperta come una informativa, una informativa imposta dal nostro senso di dovere e per certi versi dal nostro coraggio che oltre a sussurrarci di dire sempre le cose come stanno, ci consente di continuare a fare l’attività di sindacato

L’ultimo effetto paradossale di tale “strategia di ottemperanza” individuerebbe come primi beneficiari di queste “anomale prebende” coloro i quali stanno indirizzando in modo diretto ed indiretto la procedura di “esecuzione” della sentenza.

Infine, un Suo autorevole intervento finalizzato ad arginare la possibile e dispendiosa distorsione suddetta creerebbe una gradevole convergenza, nel rispetto reciproco dei ruoli, (finalizzata al bene comune e dell’AGCOM) tra la S.V. e questa O.S, ma, cosa ancora più importante, abbatterebbe sul nascere i meccanismi del passato (sempre in agguato e pronti ad insediarsi appena si crea un vuoto manageriale) che hanno prodotto guasti e deterioramenti già prima del Suo insediamento.

RSA FISAC CGIL AGCOM

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