Negli ultimi quindici anni il sindacato ha dovuto operare una dolorosa riconversione culturale, dovendo prendere atto che il conflitto fra capitale e lavoro si stava trasformando in un nuovo e inesplorato conflitto fra imprese e lavoratori all’interno di un mercato ormai globalizzato.
DOPO CHE, come dipendenti di Banca Monte Paschi, abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la riduzione generalizzata dei salari e delle tutele normative costruite faticosamente nel corso dei decenni.
DOPO CHE abbiamo fatto fronte alla crisi reputazionale e patrimoniale dell’Azienda, fronteggiando una clientela talvolta impaurita, spesso proprio arrabbiata con noi dipendenti, e un attacco mediatico senza precedenti contro la nostra banca.
DOPO CHE abbiamo sopportato una diseguaglianza distributiva con il management aziendale, inconcepibile in una azienda in crisi, rimanendo sul mercato a dispetto di iniquità ed ingiustizie palesi.
DOPO CHE abbiamo ascoltato l’enfasi con cui sono stati pubblicizzati i roboanti risultati della semestrale 2015.
DOPO CHE abbiamo continuato a riscontrare, da molti mesi ormai, come la nostra DTM sia quella con la peggiore criticità nell’Area a livello di organici
DOPO TUTTO QUESTO CI CHIEDIAMO:
COME SI POSSA continuare con queste assurde pressioni commerciali che, spingendo i dipendenti sempre più alla competizione tra loro, tendono a dividere il corpo lavorativo, già di per se’ molto provato dalle trasformazioni degli ultimi anni e dallo stress accumulato in prima linea con la clientela COME SI POSSA sopportare l’attribuzione di giudizi professionali “parzialmente adeguati” a tanti colleghi che prima si impegnano con serietà e professionalità, per poi sentirsi umiliati nel loro lavoro e nel loro senso di responsabilità COME SI POSSANO infine sopportare anche questi incentivi e queste promozioni, erogate senzanessuna contrattazione sui criteri di attribuzione, senza nessuna informativa e senza neppure una regola aziendale chiara e definita.
PERTANTO
Esprimiamo il nostro totale disappunto nei confronti di questo modus operandi aziendale, ed affermiamo con forza che:
– manipolando con disinvoltura la rappresentazione del mercato;
– precarizzando la sorte professionale e reddituale dell’intero corpo lavorativo;
– contrapponendo ai pesanti sacrifici “certi e contrattati” per tutti, le erogazioni di liberalità “unilaterali” per pochi;
– irridendo il vero ruolo sindacale di rappresentanza collettiva di tutti lavoratori;
i vertici di questa azienda perdono la loro credibilità e lesionano volutamente e ulteriormente quella coesione di comunità lavorativa che, invece, ha permesso di superare sfide impensabili.
Ferrara, 25/8/2015.
RSA BMPS FERRARA
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UGL CREDITO – UILCA
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