… parafrasando il nostro comunicato sulle pressioni commerciali agostane, a voler essere obbiettivi il titolo dovrebbe essere questo.
La spasmodica focalizzazione sulla matrice delle linee d’indirizzo commerciale del Banco ormai troppo spesso prescinde dall’attenzione alla tenuta e crescita del patrimonio gestito. Operazioni di smobilizzo anticipato di polizze e vendita di quote dei fondi comuni (evidenziando grandi risultati, spesso però illusori) per trovare le fonti per la sottoscrizione dei Prodotti driver sviluppano numeri, ma vengono pagate con i cosiddetti costi di caricamento a carico della clientela e certamente non qualificano la nostra finanza per una visione, non diciamo a lungo ma nemmeno a medio termine.
Come mai non si inserisce un secondo livello di autorizzazione per alcune operazioni?
Questi risultati obbligatori servono forse a consolidare la posizione dei nostri dirigenti e a presentare il Gruppo nella giusta luce per la prossima fusione e garantire le poltrone concordate?
Ma a garantire una sana politica di sviluppo e consolidamento per il futuro del Gruppo, chi ci pensa?
I piani industriali e le riorganizzazioni tagliano posti di lavoro, chiudono gli sportelli e rivedono al ribasso salari e inquadramenti. Sarebbe auspicabile un utilizzo meno intensivo della cosmesi e la scelta di una reale e sana politica di vicinanza alla clientela ed ai territori, coinvolgendo il personale su motivanti politiche di supporto alle aziende e su una gestione del risparmio e dei patrimoni trasparente e vicina alle scelte di rischio delle persone che si affidano alle nostre competenze.
Le linee d’indirizzo commerciale non devono farci dimenticare le nostre responsabilità sociali, etiche e normative, assumendoci la paternità di operazioni che potrebbero domani esserci contestate in base a Legge e regolamenti in vigore.
Verona, 26 agosto 2015
Coordinamento Fisac-CGIL
Banco Popolare
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