Organizzazioni non governative ed esperti accademici sono concordi nel dire che per corruzione pubblica si intende l’abuso dei poteri da parte di un pubblico ufficiale al fine di ottenere guadagni personali o per i suoi complici.
La corruzione pubblica nella legge italiana attuale Il Titolo II del Codice Penale italiano descrive i vari reati riconducibili a una condotta corrotta dei pubblici ufficiali. Questi possono essere suddivisi in 6 categorie principali:
Peculato, ovvero appropriazione indebita di risorse pubbliche, concussione, cioè l’uso, da parte di un pubblico ufficiale, del proprio potere per costringere o indurre qualcuno a consegnargli del denaro corruzione, l’accettazione di somme non dovute in cambio di favori, abuso d’ufficio, cioè l’uso dei propri poteri per favorire i propri interessi (senza scambio di denaro), malversazione e truffe ai danni dello Stato o dell’Unione Europea, entro cui si considerano i reati che hanno come scopo il sottrarre denaro alle istituzioni attraverso il proprio ruolo nella loro gestione e turbativa di gare e concorsi pubblici.
Non è raro che nello stesso piano criminale siano commessi più reati contemporaneamente Esiste anche la corruzione tra privati, introdotta abbastanza di recente, che tuttavia limita molto il campo dei possibili soggetti attivi. Sono infatti allo studio delle definizioni più estensive di tale reato.
Pur esistendo tali reati, tuttavia, gli inquisiti per corruzione, nel 2011, ci dice sempre Eurobarometro, sono stati meno di un migliaio, i condannati circa 300, tra i quali oltre il 98% a condanne inferiori ai due anni.