Deutsche Bank: New DB “Contro Flash” numero 16

CLASSIFICA AVULSA
La mania delle classifiche ha da tempo pervaso anche Deutsche Bank: la banca pubblica le graduatorie riferite ai suoi dipendenti. In ogni regione, puntualmente, qualche responsabile manda ai Colleghi un bel riepilogo contenente quanti punti di DB Action si sono ottenuti, quanti ne mancano, a quale percentuale di raggiungimento del budget si è giunti ad una determinata data… insomma una classifica in tutto e per tutto che però ha un piccolo problema: non ha senso. Ogni dipendente è infatti aggiornato quotidianamente dal sistema della sua “performance” in termini di punti e non c’è bisogno che qualcuno glielo confermi dicendolo a qualche decina di altri Colleghi. Oltretutto, poiché gli sportelli di una regione sono diversissimi tra loro (nonostante la standardizzazione sia il gioco preferito della banca che così non perde tempo a dover pensare, cosa evidentemente considerata talora superflua in azienda…) così come le situazioni personali, si riesce finalmente a realizzare quello che alle scuole elementari veniva scrupolosamente vietato: non si sommano le mele con le pere. Tuttavia, per quanto stupida, questa usanza ha anche delle conseguenze (che poi sono quelle volute da chi la mette in opera) , ovvero crea disagio e mette pressione sui Colleghi che magari hanno la sventura di finire in fondo alla
classifica (a qualcuno tocca per forza). A questo aggiungiamo qualche call conference ben confezionata o qualche richiamo nemmeno troppo velato circa “l’impossibilità” a non raggiungere l’obiettivo richiesto ed abbiamo servito un piatto indigesto quanto tristissimo.
Molte volte abbiamo sollevato questa questione con la banca, a vari livelli, ma adesso la situazione deve veramente venire risolta.
Gogna mediatica, invasione della privacy, sciocco giochetto incastonato in una situazione lavorativa sempre più precaria e complicata: chiamiamola come vogliamo ma questa vergogna deve finire una volta per tutte. Il raggiungimento degli obiettivi assegnati è già un mantra improprio che permea tutto un modo di (s)ragionare che molti responsabili portano avanti senza alcun senso critico o di ragionevolezza, tanto che con il nuovo sistema di valutazione delle prestazioni introdotto di recente in rete qualche “illuminato” suggeriva di inserire proprio il target come unica stella polare della propria attività professionale (così se non lo raggiungi sei pure fesso visto che lo hai detto tu…). Questa banca ha mille problemi che la dirigenza sembra troppo spesso voler ignorare, risolvere questa situazione, così come peraltro fatto in altre aziende di credito, sarebbe un bel segnale ed un passo avanti che crediamo verrebbe riconosciuto e valorizzato dai Colleghi. Purtroppo ci viene spontanea un’altra domanda: ma alla banca interessa davvero quello che pensano i Colleghi…?

TI CONTROLLO, OVUNQUE…
Che il Job’s act sia una schifezza non dobbiamo ricordarlo in questa sede, tuttavia è di questi giorni la notizia che i nuovi decreti attuativi della Legge che riguardano lo spinoso tema dei controlli a distanza offriranno al datore di lavoro opportunità sino ad ora sconosciute di poter verificare ogni aspetto della vita lavorativa e non dei dipendenti. Gli strumenti di lavoro forniti dall’azienda potranno infatti venire controllati praticamente senza limiti ed i relativi dati potranno essere utilizzati dal datore di lavoro “per ogni fine connesso al rapporto di lavoro”, ivi comprese quindi le sanzioni disciplinari o la valutazione del rapporto di fiducia sottostante a quello professionale. Confindustria si è affrettata a dire che chi “ha la coscienza a posto” non ha nulla da temere. A parte il fatto che abbiamo l’impressione che il concetto di coscienza degli industriali differisca profondamente dal nostro, il problema non è questo. E’ ovvio che il lavoratore debba operare sempre nel rispetto delle Leggi, dei Contratti e del senso civico ma questo nulla ha a che fare con la possibilità di un terzo di monitorare la vita altrui. Non si tratta di chiedere la legalizzazione ad utilizzare impropriamente macchinari che sono di proprietà aziendale, anzi. Il problema è che la mano libera degli imprenditori su tutti i dati desumibili da strumenti non solo fissi ma mobili (come ad esempio i telefoni) concorre ad assoggettare ulteriormente chi lavora al proprio datore di lavoro subordinando un rapporto che già è così per natura. Siamo contrari a chi gioca con computer o cellulari della banca ma ci sono dati come la posizione, la lunghezza delle conversazioni, la durata delle operazioni che si è chiamati a svolgere che possono venire travisati ed interpretati in modo tale da divenire elementi di discriminazione o di licenziamento. A tale proposito, la modifica
all’articolo 18 farà sì che i nuovi assunti possano venire perseguiti e sanzionati non in base alla gravità di quello che fanno ma semplicemente per quello che fanno visto che il rapporto di proporzione tra infrazione e provvedimento è stato tolto dalla disponibilità del giudice in caso di controversia legale. Insomma a pensare male ci si azzecca come diceva qualche tempo fa
qualcuno magari poco simpatico ma sicuramente in grado di capire come si muove il mondo… Il diritto del lavoro è ormai nella disponibilità di governanti in mala fede ed imprenditori ottocenteschi, meglio capirlo per tempo perché di quello cominciamo ad averne sempre meno

50 SFUMATURE DI GRIGIO (E NERO)
La Consob ha deliberato nei mesi scorsi un provvedimento che mira a tutelare i cosiddetti “Clienti Retail”, ovvero la gran parte di coloro che investono i propri risparmi in banca, alle prese con prodotti finanziari che presentino un grado di complessità elevata o molto elevata (Grey List e Black List) . In sostanza si cerca di fare in modo che chi investe sappia cosa sta facendo. Anche in DB ci si trova quindi di fronte alla necessità di intrattenere quei correntisti che siano in possesso di prodotti rientranti nelle categorie previste da Consob. Non ci sorprende sapere che sono molti i clienti che si sono visti vendere, in tempi più o meno recenti, strumenti finanziari complessi…così come non ci sorprende sapere che alcune ispezioni degli organismi di vigilanza di settore abbiano rilevato in DB una concentrazione superiore alla media di clienti con profilo di conoscenza elevata di detti strumenti… Abbiamo il fondato sospetto che, spinti dalle pressioni commerciali e dalla bramosia dei premi, si siano collocati prodotti con una certa, diciamo così, disinvoltura. Ora il rimedio rischia di essere peggiore del male perché nelle varie Regioni si sta spingendo per fare in modo che i clienti dismettano i prodotti complessi (che diventeranno progressivamente sempre meno liquidi essendo sempre meno diffusi e
trattati e quindi con valorizzazioni in calo) e ne comprino di nuovi, anche se ciò potrebbe comportare perdite consistenti in quanto spesso si tratta di strumenti finanziari a lungo termine da rivendere prima della scadenza. Insomma, da operazione da maneggiare con cura a “nuova opportunità commerciale” che fa brillare gli occhi dei responsabili per le possibili ricadute in termini di incentivazione il passo è breve. Ed allora si stabiliscono anche “budget” volanti su quanto si deve riconvertire e lo si fa in fretta poiché la nuova normativa prenderà il via dal 1° luglio di quest’anno e quindi il tempo è tiranno. Non ci dilunghiamo in commenti sul comportamento di taluni responsabili, ci pare superfluo e purtroppo corriamo il rischio di ripeterci. Ci sentiamo invece di dire ai Colleghi che operano nel settore investimento che è necessaria molta attenzione in quello che si fa poiché determinare un danno per un cliente è estremamente grave e potrebbe portare ad azioni di rivalsa od a segnalazioni negative. Non ci permettiamo di dare consigli professionali, i Colleghi non ne hanno certo bisogno, tuttavia occorre fare attenzione a spinte, suggerimenti, pressioni che possono distorcere le valutazioni ed i comportamenti. Non vale la pena rischiare per altri o per troppa ambizione. Ricordiamo che la vittoria si festeggia sempre in tanti, nella sconfitta si rimane quasi sempre soli…

CHE SUCCEDE IN DEUTSCHE BANK?
Chiudiamo questo numero in bellezza (si fa per dire) parlando di quanto sta accadendo nel Gruppo Deutsche Bank a livello globale, ben sapendo che ciò non lascerà indifferente nemmeno la nostra realtà italiana. Le dimissioni dei due massimi dirigenti della banca hanno destato non poche perplessità, soprattutto perché verificatesi a pochi mesi di distanza da una decisione che in un certo senso andava in senso opposto in quanto erano stati ampliati i loro poteri decisionali ed operativi. Ora prende in mano la situazione un manager noto a livello internazionale anche per le sue “riorganizzazioni” pianificate in altre banche…Il Gruppo non gode di ottima salute e, forse per certi versi questo è anche peggio, nemmeno di buona reputazione. Multe miliardarie, scandali fiscali, perquisizioni nelle sedi della banca e tutta una serie di altre vicende hanno pesantemente intaccato l’immagine ma forse anche la solidità effettiva di
un’azienda che si è sempre vantata del proprio brand e della propria teutonica compattezza. Troppe azioni spericolate, troppe iniziative prese sul filo delle regole e troppo spesso ben oltre, troppa ingordigia e poca, pochissima visione di prospettiva nonostante il lancio periodico di piani quinquennali di sovietica memoria. 55.000 miliardi di derivati galleggiano nei bilanci di DB, una somma spaventosa generatasi per lo più attraverso scommesse e speculazioni sempre più difficili da gestire. D’altro canto logiche di questo genere permeano la quotidianità che si vive negli uffici anche da noi. Le dimensioni sono differenti, il segno culturale ed ideologico invece è identico. Il tavolo sindacale ha chiesto un incontro con il Consigliere Delegato Valeri per capire cosa stia succedendo e per rassegnare le difficoltà che sta vivendo l’azienda nella sua realtà italiana. Speriamo davvero in un cambiamento concreto che parta
dalle piccole cose ma che sia evidente da subito. Chi se ne è andato non può essere rimpianto, chi arriva è tutto da valutare, in mezzo i Lavoratori… sperando non tocchi a loro raccogliere i cocci altrui…

Giornalino

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