Sono trascorsi quasi due anni dall’inizio dell’Amministrazione straordinaria di Banca Marche, eppure – dopo lunghi mesi di grande “ battage “ – ora tutto tace.
Dopo tanto tempo passato a leggere di operazioni già decise, certe oppure prossime, “chiavi in mano” con poco investimento di capitale fresco, senza una partnership industriale strategica, apprendiamo, da fonti di stampa, che sarebbe ancora tutto da fare !!!
Non è troppo lontano il tempo in cui molti rivendicavano “ l’autonomia “ della Banca in quanto saldo presidio dell’economia dell’intero Centro Italia. In altre regioni la classe politica è scesa in campo subito a tutela delle Banche dei suoi Territori (in Toscana: Monte Paschi, Popolare Etruria, in Veneto: Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, in Lombardia: Credito Valtellinese e Popolare di Sondrio e in Liguria Carige). Istituzioni, Fondazioni, Associazioni imprenditoriali locali è ora di muoversi !!!
Bisogna uscire tempestivamente dal commissariamento; a tal proposito il Ministero dell’Economia, la Banca d’Italia e il Fondo Interbancario quali interventi hanno allo studio per ripatrimonializzare e rilanciare la banca, metterne a frutto il radicamento nei Territori e le sue potenzialità, escludendo la sua “cannibalizzazione“?
I dati di Banca Marche (ante commissariamento) e quelli del sistema sono ormai pubblici e confrontabili in quanto esplicitati dai risultati degli stress test della Bce.
Mentre noi siamo stati commissariati, ad altre Banche che hanno appalesato criticità patrimoniali e di gestione simili alle nostre, è stato dato il tempo necessario e il modo di riprendere fiato, attraverso politiche di aggregazione e lanciando aumenti di capitale.
Ora non si può più tacere sul fronte Banca Marche.
• Perché la ripresa della Regione Marche e non solo passa necessariamente anche per la positiva fuoriuscita dall’amministrazione straordinaria;
• Perché Banca Marche e le altre aziende del Gruppo continuano a presidiare territori e una rete di clientela con un patrimonio di relazioni di fiducia di assoluto interesse;
• Perché la gestione dei propri crediti resta uno degli strumenti per rilanciare il Gruppo ed operare proficuamente sul territorio.
Le rappresentanze sindacali dei lavoratori chiedono risposte e coinvolgimento; lo chiedono i dipendenti, lo chiedono i 44.000 azionisti, lo chiedono le aziende (almeno quelle che ancora resistono) e le famiglie.
Siamo in attesa di essere convocati.
Jesi, lì 22 Giugno 2015
Le OO.SS.LL. Aziendali
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