Si è appena conclusa la conferenza stampa di presentazione del nuovo numero di Focus Economia Toscana. Pubblichiamo l’editoriale del Direttore di Ires Toscana Fabio Giovagnoli ed i link per scaricare Focus.
Abbiamo assistito in questi mesi ad un cimento a dir poco fantastico: sono stati prodotti dati tendenti a dimostrare l’efficacia dei provvedimenti governativi in materia di lavoro (il “jobs act”) prima ancora di aver a disposizione l’intero quadro statistico di riferimento. Un vero esercizio ideologico! A dire il vero la situazione rimane decisamente più complicata, soprattutto per i conti economici che continuano a non offrire quella prospettiva di facile ottimismo che viene comunicata abilmente sui media. Le difficoltà della nostra economia rimangono tutte ancorché affievolite dai cambiamenti delle condizioni esterne come l’abbassamento dei costi di approvvigionamento energetico (oggi, comunque, in fase di riallineamento) e, soprattutto, dai migliorati rapporti di cambio Dollaro/Euro che stanno sostenendo le nostre esportazioni. Ristagna il mercato interno e la bassa domanda nazionale contribuisce a rendere recessiva la nostra capacità produttiva. L’andamento dell’indice della produzione industriale, purtroppo, nonostante alcuni deboli movimenti fra una congiuntura e un’altra, rimane sempre al di sotto delle aspettative.
In queste condizioni, pensare che interventi normativi possano cambiare le tendenze di un mercato del lavoro storicamente debole come quello italiano è pura fantasia o, forse, mistificazione politica.
L’unico segnale relativo all’occupazione non negativo che riusciamo ad intercettare è essenzialmente collegato con gli effetti di questa congiuntura internazionale che, peraltro, ha cominciato a delinearsi nell’ultimo semestre del 2014, quindi molto prima dell’intervento legislativo sul lavoro.
I dati relativi alla regione Toscana confermano essenzialmente questa diagnosi. La produzione industriale rimane ormai perennemente 25 punti al di sotto della rilevazione pre-crisi con un peggioramento del dato 2014 sul 2013. Si registrano valori negativi, purtroppo, anche nei settori più moderni. Si spera che le aspettative positive ultimamente prospettate per le imprese possano trasformarsi in dati reali.
Come sempre, almeno per gli ultimi mesi osservati, il dato più incoraggiante rimane quello dell’export toscano sostenuto soprattutto, come osservato in precedenza, dai migliorati rapporti di cambio. Nel 2014 l’export toscano è cresciuto del 2,2% e si tira dietro anche un miglioramento del mercato del lavoro corrispondente ai settori più interessati all’internazionalizzazione come il TAC , il meccanico, i servizi culturali. Attenzioni se non preoccupazioni suscitano le esportazioni del settore agricolo che perdono in un anno il 6,6%.
Crescono ancora le sofferenze e ristagnano gli impieghi bancari. In questo contesto la situazione del mercato del lavoro non registra il beneficio atteso dalle riforme governative. L’unico dato in controtendenza rispetto al passato riguarda la Cassa integrazione che, analogamente a quanto registrato a livello nazionale, presenta una inversione di tendenza che è da annoverare, in gran parte, ad un meccanismo tecnico di calcolo: la cassa integrazione in deroga non viene più autorizzata per mancanza di fondi e quindi le sospensioni (soprattutto nelle piccole imprese) non vengono conteggiate dall’INPS e quindi non figurano nel dato ufficiale.
Il tasso di disoccupazione, in linea con le previsioni ISTAT, si posiziona sul 10,9% con un incremento di circa due punti rispetto all’anno precedente. Prosegue quindi la stagnazione che dura ormai da diversi anni. Continua a salire il tasso di disoccupazione dei giovani che passa dal 33,1% al 35,7%. Cresce, in linea con una tendenza manifestatasi nell’ultimo semestre del 2013, il dato degli avviamenti, anche quelli a tempi indeterminato. Un fatto positivo che si riallaccia ai settori più dinamici che sfruttano le migliori condizioni del mercato internazionale. I dati relativi agli avviamenti nel primo trimestre del 2015 continuano a darci un miglioramento dei contratti a tempo indeterminato. Tale dato però tende a diminuire da gennaio a marzo come se le aziende abbiano sfruttato le opportunità di incentivo sulle trasformazioni e, una volta finite le risorse, si riportino alla condizione normale.
In conclusione verrebbe da dire che, senza una sostanziale ripresa economica, l’occupazione ristagna e i segnali positivi che emergono sembrano più legate a fattori esterni o a particolari incentivi che, però, una volta esauriti non consentono un vero consolidamento dei rapporti di lavoro.
Fabio Giovagnoli – Direttore Ires Toscana