
da repubblica.it – MILANO – Sarà la Banca d’Italia a decidere se rimuovere i vertici delle banche più piccole, quelle non sottoposte alla vigilanza della Banca centrale europea. Il Consiglio dei Ministri riunitosi in mattinata ha infatti approvato il decreto che attua la direttiva Ue, per la quale l’Italia era in ritardo, che attribuisce alla Banca d’Italia il potere di esautorare gli amministratori che mettano a rischio la gestione. Al tavolo del Cdm è dunque passato il testo che prevede un nuovo regime di sanzioni dagli importi più elevati e non solo alle persone fisiche.
Tra le altre cose, Vincenzo La Via è stato confermato direttore generale del Tesoro per tre anni: “Su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, l’incarico di direttore generale del Tesoro, già conferito a Vincenzo La Via – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – è stato rinnovato per tre anni in vista dell’imminente scadenza”.
Tornando al decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue, il testo riforma inoltre la disciplina dei requisiti dei manager e dei partecipanti al capitale integrando i requisiti oggettivi di “onorabilità e di professionalità” con criteri di “competenza e correttezza”. In applicazione del principio in base al quale gli esponenti debbono dedicare un tempo adeguato all’espletamento del proprio incarico, è prevista una disciplina dei limiti al cumulo degli incarichi. In materia di poteri di intervento e correttivi delle Autorità di vigilanza, si inserisce la possibilità di rimuovere uno o più esponenti aziendali quando la loro permanenza in carica sia di pregiudizio per la sana e prudente gestione della banca e non sia possibile pronunciare la decadenza per perdita dei requisiti.
Vengono introdotti meccanismi per la segnalazione, sia all’interno dell’ente sia verso l’Autorità di vigilanza, di eventuali violazioni normative da parte del personale delle banche (i cosiddetto whistleblowing) e l’obbligo di astensione di soci e amministratori nelle deliberazioni in cui abbiano un interesse in conflitto. Infine, spiega Palazzo Chigi nel suo comunicato, viene riformata complessivamente la disciplina delle sanzioni amministrative e si sancisce il passaggio ad un sistema volto a sanzionare in primo luogo l’ente e solo sulla base di presupposti individuati nel decreto legislativo anche l’esponente aziendale o la persona fisica responsabile della violazione.
Il Cdm ha anche approvato in via definitiva uno schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2009/138/CE in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione (Solvency II). “La direttiva”, spiega Palazzo Chigi, “oltre a semplificare la normativa comunitaria vigente attraverso la codificazione delle precedenti direttive vita e danni (ad esclusione di quelle auto), introduce un nuovo regime di vigilanza prudenziale con l’obiettivo di fornire un quadro regolamentare finalizzato alla massima tutela degli utenti del servizio assicurativo e alla creazione di un nuovo sistema che fornisca alle Autorità di Vigilanza gli strumenti adatti per poter valutare la solvibilità globale di un’impresa di assicurazioni”.