UnipolSai, oggi scade il bando pensione

fonte: Il Sole 24 Ore

Dopo l’accordo siglato da UnipolSai e Fisac-Cgil, Fiba- Cisl e Uilca-Uil, ma non dagli autonomi di Fna e Snfia, sui 321 esuberi (si veda il Sole 24 Ore del 31 dicembre del 2014), sono rimasti all’appello 26 pensionabili – lavoratori che hanno i requisiti per la pensione – per i quali non si è ancora trovata una soluzione consensuale. Per loro c’è tempo fino a oggi per aderire al Bando Pensione, manifestando la volontà di risolvere il rapporto di lavoro alle stesse condizioni dell’accordo dello scorso dicembre: ossia erogazione di sette mensilità sostitutive del preavviso, riconoscimento delle coperture sanitarie in essere per l’intero nucleo assicurato, ultrattività e convenzioni assicurative/bancarie.
«Siamo partiti da una platea di 53 lavoratori con i requisiti per la pensione – spiega Luca Esposito, segretario nazionale della Fisac Cgil -. Di questi 53, 27 sono stati esentati perché soggetti deboli in virtù dell’accordo di dicembre». I rimanenti 26, se non aderiranno volontariamente al bando pensione da venerdi «escono con la 223/1991, senza l’accompagnamento previsto dal bando pensione», spiega Esposito. Un messaggio che si evince anche dalla lettera di fine procedura artt. 4 e 24 Legge n. 223 del 1991, inviata dalla compagnia assicurativa al ministero del Lavoro e ai sindacati. Dante Barban, segretario generale della Fna, attacca dicendo che «è la prima volta che nel settore assicurativo si attuano i licenziamenti collettivi, creando un pericoloso precedente per la categoria. È stato usato uno schema che non è stato usato in nessun altra azienda>>. Sulla stessa linea Marino D’Angelo, segretario generale dello Snfia che spiega «di aver chiesto il mantenimento della finestra pensionistica aperta ancora per un anno per far sì che si potesse raggiungere l’obiettivo senza soluzioni drastiche. Ma l’azienda e la triplice non hanno condiviso la proposta».
Quanto al resto delle uscite, ossia coloro che hanno i requisiti per il Fondo di solidarietà «la platea di partenza è di 170/180 lavoratori complessivi – dice Esposito -. Da questi bisogna togliere i lavoratori deboli e poi sui restanti si avvierà una fase di confronto per gestirne l’uscita Nel sindacato c’è consapevolezza che il risultato rappresenterà un precedente per l’intero settore e quindi è importante che certi presupposti siano garantiti».

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